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La sperequazione economica nella “nostra” Unione Europea

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

Italia bacchettata per esagerati squilibri, e ci può stare. Ma in pochi sanno che la Germania per l’ottavo anno consecutivo NON rispetta i parametri imposti. Ma secondo voi è successo qualcosa?

Quanto è successo ieri a Francoforte è già stato ampiamente commentato dal sottoscritto in diversi post dedicati che potete leggere partendo dalla homepage del blog.
Draghi parla di una crescita presente ma anemica, ma parla anche di inflazione bassa. Ma non per questo si rischia la deflazione. E quindi, malgrado tutto questo, meglio stare fermi, meglio un bel “nulla di fatto” e lasciare tutto così com’è.
Bravo Mario. Così facendo confermi che la politica monetaria la fai con le parole e non coi fatti. Certo, così facendo non ti costa nulla e soprattutto non irriti gli amici della Bundesbank.
Perché è proprio lì il problema. L’Europa avrebbe bisogno di un qualcosa per smovere un po’ le acque, paesi come l’Italia avrebbero bisogno di una parola, un fatto, un qualsiasi elemento a cui aggrapparsi che possa far scendere questo maledetto cross EURUSD. E invece no.

La Germania non ha problemi. Lei può anche sopportare un EURUSD a 1.60, che problema c’è? (Questo secondo alcuni report letti mesi fa). Ma altri paesi no.
Prendete l’Italia. Vero che un Euro forte ci aiuta per certi aspetti, vedi il costo dell’energia, ma per altri versi ci danneggia esageratamente. Noi siamo sempre stati esportatori. Con un EURUSD a 1.40 dove possiamo andare? Quale futuro ci può aspettare? Abbiamo bisogno di un Euro più debole e di far si che la nostra moneta unica possa essere più “correttamente valutata”: si perché le altre valute, in una guerra valutaria NON ufficiale ma evidentissima, stanno facendo a gara per chi svaluta di più. E noi? Noi duri ed imperturbabili, quasi tedeschi.

Ma nel frattempo la nostra economia sta morendo. E per completare l’opera, oltre al danno, la beffa.

La notizia non è proprio di ieri ma poco importa.
Parliamo di surplus/deficit commerciale. L’Unione Europea ha giustamente ripreso il Bel Paese per via di “squilibri eccessivi”. Troppo debito, bassa crescita, più tutto il resto che ormai conoscete a memoria. Ma in pochi sanno che anche la pluridecorata Germania avrebbe meritato una bella romanzina. Infatti, i tedeschi, per l’ottavo anno di seguito, hanno superato il livello soglia del 6% oltre il quale non si poteva andare. Parlo, in questo caso dell’esatto opposto.Ovvero del surplus commerciale.

Infatti Bruxelles ha imposto che tale soglia possa essere superata al massimo per 3 anni consecutivi. Per la cronaca Berlino infrange la regola dal 2006.
Avete visto eurocrati che si strappavano le vesti per questo? Avete sentito comizi e assistito a sit-in di protesta per questo fatto? Certo che no, perché i tedeschi, grazie a questo surplus, si sono rafforzati, arricchiti e ora, come detto, possono permettersi anche un EURUSD ben più alto di quello a quota 1.40. Tanto il surplus è tale che, forse forse, un Euro più forte li aiuterebbe a rientrare automaticamente nei parametri tenendo sotto controllo la loro inflazione.

RIPETO: scenario IDILLIACO per i tedeschi. Ma non per il resto d’Europa che si trova a contatto con distorsioni impressionanti, malgrado una moneta unica, un programma che dovrebbe essere univoco, un progetto comune.
Lasciamo perdere i commenti su quanto sia disunita l’Unione Europea.

Interessante la metafora usata da De Mizio su IBTimes:.

Per usare una metafora, la Germania, seduta su un cocchio, usa il bastone sulle terga dei suoi cavalli (Italia, Spagna, eccetera), tenendo appesa davanti ai loro occhi una succulenta carota. Mentre però le bastonate si sentono bene e fanno muovere il cavallo, la carota resta lontana e irraggiungibile: a lungo andare, come prevedibile, il cavallo è destinato a sprofondare esausto sul terreno e anche il tedesco, di conseguenza, rimarrà fermo sul suo cocchio.


Ricordate? Persino il FMI aveva parlato chiaro sul rischio “surplus Germania”

(…) l’istituto Ifo ha certificato che la Germania nel 2013 ha realizzato il surplus commerciale più alto del mondo, battendo persino la Cina con 190 miliardi di attivo contro i 142 di Pechino. Un surplus commerciale si accompagna a un equivalente deflusso di investimenti verso l’estero. È qui che la parsimoniosa Germania, le cui banche riversano capitali verso Asia, Usa o partner europei (salvo incidenti come la Grecia o la Spagna) rivela la debolezza del suo modello, fortemente criticato dagli Usa e, di recente, dai partner dell’Eurozona. (onlinenews) 

Ma non è cambiato nulla e la ricetta preparata per i paesi periferici, ricca di austerity e crescita asfittica, continuerà in un ambiente di debt deflation.

Evviva evviva, signori si affonda, perché nulal cambierà. E lo stesso Mario Draghi ce lo ha certificato ieri con un atteggiamento stile BundesBank. Mi resta solo una certezza. Così strutturata Euro ed Europa NON possono continuare a lungo. Proprio perché i disequilibri e sperequazioni economiche non fanno che lievitare, con una classe politica che non sa guardare al di fuori dei confini nazionali.
Poi per carità, se guadiamo la NOSTRA classe politica, non sa guardare oltre i confini della sua lobby/casta/famiglia/giro di amicizie.

Tempi bui, cari amici, se non si cambia. Tempi bui…

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Danilo DT

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11 commenti Commenta
zanella51
Scritto il 7 Marzo 2014 at 10:22

grande post.
dovrebbe essere stampato e messo su treni autobus giornali affinchè la gente capisca cosa stà succedendo.
ma sarà tutto inutile, sarà una catastrofe totale

Scritto il 7 Marzo 2014 at 11:31

zanella51@finanza,

:mrgreen: Thx a lot!

idleproc
Scritto il 7 Marzo 2014 at 12:12

C’è una strategia sempre che non siamo arrivati all’ultima spiaggia e non ci sia scelta.
Non sono idioti e non si può pensare che siano solo i tedeschi pensando al loro interesse nazionale che la portano avanti.
Come hai sottolineato si faranno male anche i tedeschi.
Posso fare solo delle ipotesi ma che non esprimo perchè non ne sono certo.

overshooting
Scritto il 7 Marzo 2014 at 12:21

Una cosa e’ certa, al momento la ns economia come italia riflette una svalutazione implicita di circa il 30% rispetto alla Germania, ed essere ancorati all euro ecquivale a martellarsi le p…e tutti i giorni con soddisfazione…a mio parere l’economia italiana, intesa in senso lato, ormai e’ gia’ bella che morta, ed il disegno che c’e’ dietro, complici governi compiacenti, e’ di portare a privatizzare e svendere la ciccia che ancora e’ rimasta alle multinazionali o altri stati….il problema di base non e’ economico, e’ POLITICO…non e’ che nn si puo’ fae, non si vuole fare, o meglio si stat facendo qlcs altro elo stanno facendo da Dio…stiamo importando disoccupazione e il disallineamento di cambi nominali e reali e’, nella realta’, un furto ai danni dei paesi che lo subiscono…la regina di questo giochetto e’ mamma USA che lo usa da decenni, unito a qlc guerra qua e la’ quando deve far quadrare i conti…a mio parere i tedeschi sanno benissimo questo e stanno mettendo ‘fieno in cascina’ per quando accadra’, mentre noi che saremo gia’ allo stremo crolleremo sonoramente (a parte che siamo cosi in basso che c’e’ poco da crollare)…i problemi molto molto seri si acuiranno tra una ventina d’anni quando qlc milione di italiani si rendera’ conto che l’assegno della pensione sara’ circa del 30% dell’ultima retribuzione, amesso che ci si arrivi perche’ secondo me lo scarico di merda finanziaria nei fondi pensione sara’ uno degli sport piu’ in voga tra qlc tempo

Scritto il 7 Marzo 2014 at 12:28

idleproc@finanza,

Vabbè, qui siamo al Caffè PiazzAffari, ci può anche stare!
(però… non sarebbe male fare una rubrica così chiamata con chiacchere da bar!)

john_ludd
Scritto il 7 Marzo 2014 at 12:57

overshooting@finanza,

che cosa se ne farebbero delle privatizzande aziende è per me un vero mistero. La produzione OPEC ha raggiunto il picco nel 2006 e da allora non cresce, al contrario in 8 paesi OPEC la produzione è crollata del 30%. Sia i sauditi che gli altri sono oggi flat out e non hanno capacità di riserva. Con ogni probabilità la produzione dei sauditi potrà rimanere stabile ancora qualche anno poi inizierà a declinare. I campi shale sono prossimi al loro picco e anche nel più ottimistico caso, quello proposto dall’ente dell’energia USA, gli americani avrebbero comunque necessità di importare almeno il 40% del petrolio da fuori. La possibilità che le economie che conosciamo oggi possano sopravvivere in questa forma è zero assoluto. La IEA e l’EIA producono previsioni addomesticate con lo stesso spirito di quelle della FED e della BCE. Se poi si preferisce tenere la testa sott’acqua pensando che questo non sia IL PROBLEMA allora beh… Tuttavia se il punto di arrivo è certo perché determinato dalla termodinamica e dalla geofisica la traiettoria no, ma in questa situazione dove viene impedita qualunque deviazione o pensiero critico allora l’esito sarà la catastrofe in meno di un decennio.

Ricordo bene, dato che era parte del mio lavoro, che circa un decennio fa, confindustria propose al governo di allora (irrilevante il colore, hanno sempre fatto uguale) un piano per ristrutturare l’edilizia ai fini dell’efficienza energetica che ci avrebbe fatto risparmiare miliardi ogni anno e avrebbe creato centinai di migliaia di posti di lavoro nel settore delle installazione e manutenzioni. Questo piano venne affossato ancor prima di partire dalle banche e dalle utilities. Le prime non avevano alcuna intenzione di attrezzarsi per gestire una moltitudine di finanziamenti di piccola entità (e per definizione bassissimo rischio) preferendo pochi grandi finanziamenti a società colluse come Sorgenia, Enel, Acea, Hera, Edison etc… I risultati sono quelli che sono: il paese non è attrezzato e fallirà nel modo più profondo e miserevole piombando in poichi anni a un livello di vita simile a quello del Kosovo (cioè della Grecia di oggi). Evidentemente qualcun altro potrà godere più a lungo delle residue fonti fossili. Francamente non riesco a darmi altra spiegazione razionale, ma siccome è razionale presuppone che ci siano persone razionali per quanto infami al comando da qualche parte, mentre l’evidenza sembra deporre a una generale, diffusa, spietata coglioneria collettiva dai livelli più alti in giù.

I dati più recenti li trovate qua:

http://peakoilbarrel.com/can-depend-call-opec-opec-peaked/#more-2098

gnutim
Scritto il 7 Marzo 2014 at 14:00

grande artiolo DT!!!

John in merito alla famigerata autonomia energetica degli states, come giudichi gli ultimi dati sulle scorte di gas degli USA?
ti allego grafico delle scorte, non mi sembra proprio che sitano così bene….

gnutim
Scritto il 7 Marzo 2014 at 14:02

ma a parte le scorte che sono calate molto perchè i consumi sono alti a causa del freddo intenso, la cosa che mi più mi fa pensare è il dato sulla produzione…

gnutim
Scritto il 7 Marzo 2014 at 14:02

alla facciazza del picco del gas nel 2017, qua mi sembra che sono già in braghe di tela (come si dice in emilia)

john_ludd
Scritto il 7 Marzo 2014 at 14:33

gnutim@finanza,

ti allego link a una intervista a uno tra i massimi esperti. Dato che aveva previsto il boom dello shale è da prendere in seria considerazione quando ne evidenzia i limiti. Ascoltare i catastrofisti per partito preso è garanzia di cattiva informazione. In breve di gas fortunatamente ne è rimasto abbastanza da ritenere che il picco sia ancora lontano MA non è negli USA ma in Russia e tra Iran e Qatar. Molto più conveniente avere come amico Vladimir che Barack. Vedrai che alla fine lo capiranno (i tedeschi lo hanno capito, presto o tardi butteranno quell’agente sotto copertura che è la culona in fondo al mare del nord). A noi altri inglesi, francesi e americani hanno fatto altrettanti danni che l’austerity della culona buttandoci fuori da Libia e Algeria. Non c’è dubbio che i tempi di Mattei e Moro sono lontani (infatti li hanno ammazzati tutti e due, mica sono stati i russi… e neppure i tedeschi)

http://oilprice.com/Interviews/Shale-the-Last-Oil-and-Gas-Train-Interview-with-Arthur-Berman.html

gainhunter
Scritto il 8 Marzo 2014 at 09:07

Sì, articolo da incorniciare.

Consiglio di leggere anche questo, in particolare a chi pensa che è TUTTA colpa nostra:

http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/euro-germania-europa-debito-merkel/370766.shtml

Per quanto riguarda il perchè non ci sono state reazioni:
– da parte governativa non lo so ma sono certamente valide le osservazioni di idleproc e altri
– da parte dell’opinione pubblica e dell’informazione, io penso che uno dei motivi (per quanto riguarda l’Italia) è che le colpe dell’Italia (sprechi, investimenti sbagliati, corruzione) hanno “nascosto” le colpe degli altri, tant’è vero che spesso le due “fazioni” si contrappongono (“l’euro ha solo evidenziato gli sprechi che prima si sfogavano nella svalutazione della lira” vs “è tutta colpa dell’euro e della Germania”); in un paese di tifosi è normale (ma sbagliato) che le due teorie si contrappongano, in realtà si sommano.
Così, quando una persona, un’organizzazione, un partito evidenziano la questione euro/Hartz/surplus automaticamente viene percepita quasi come negazionista della questione sprechi/corruzione.
E quindi se queste due cause si sommano, ripararne una non è sufficiente: per essere chiari, pensare di uscire da questa crisi (sempre facendo finta di ignorare la questione risorse/petrolio) solamente con le riforme oppure uscendo dall’euro è a mio parere sbagliato.

btw, voci che evidenziano la questione tedesca ci sono, per es.:
http://www.letteradeglieconomisti.it/

I sondaggi di I&M

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