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La ruota del Circo del CICLO ECONOMICO
USA davanti a tutti, con un buon distacco su un’Europa sempre in difficoltà. Segue la scommessa Giappone e poi l’Asia. Ma questo in un ciclo economico tradizionale potrebbe essere anche attendibile e realistico. E in uno scenario come quello attuale?
Sono convinto ormai da anni che cicli economici sono come le stagioni. Nel tempo si sono trasformati, evoluti, modificati, a causa della “sapiente” mano dell’uomo. E così gli USA si ritrovano con un lungo ciclo economico positivo che sembra non fermarsi più. E allo stesso tempo l’Europa sembra ferma a i box da tempo immemore, bloccata dalla sindrome della “Giapponesizzazione”. Ma sarà veramente così?
Interessante a questo proposito un’analisi di Morgan Stanley che riprende proprio i concetti dei vari cicli economici rapportandoli a quella che dovrebbe essere la realtà.
Un “normale” ciclo economico dovrebbe essere strutturato in questo modo.
E nella realtà attuale dove si trova il mondo? Beh, possiamo dire che non si trova tutto allo stesso livello. Allo stato attuale, gli USA sembra molto più avanti, quasi sulla “cima” della ruota del ciclo”. L’Europa segue a debita distanza e si avvicina (così sembra dall’infografica sempre di Morgan Stanley) alla ripresa mentre l’Asia latita ancora e rallenta. Il Giappone invece è visto come pronto per la grande partenza.
Questa vignetta probabilmente traduce troppo banalmente la situazione, non tanto su quella che è la realtà (direi che ha centrato perfettamente la situazione delle varie macro-aree, quantomeno in teoria). Ciò che fa venire i dubbi è se effettivamente poi la ruota “giri” come dovrebbe senza fare brutti scherzi. Beh, cari amici, io sono dell’idea che non sarà tutto così ovvio e normale. E’ vero che noi tutti sappiamo benissimo chi “guida la Giostra”. Ma siamo così sicuri che riesca a continuare nel suo operato proprio come ha fatto fino ad ora?
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Mi sa proprio che il circo sia l’unico rimasto che faccia PIL , con tutti i pagliacci rappresentanti del popolo che ci girano attorno.
Dal mio punto di vista se i cicli per macroaree fossero – davvero – desincronizzati sarebbe una buona notizia, il metodo, anche a mezzo di politiche monetarie e fiscali sarebbe un po’ quello vecchio “io espando di qua tu restringi di là”, questo permette la ristrutturazione soft dei settori produttivi e di servizi finiti “fuori mercato o obsoleti”.
Il problema è se il sitema globale nel suo complesso sta invece stagnando o arretrando e quindi lasciando poco spazio ad una politica economica per quanto contraddittoria nella gestione di vertice di questo tipo.
Le “ristrutturazioni” e razionalizzazioni sistemiche come politica economica le si dovrebbero fare in fase di espansione con impatti conseguenti sociali e produttivi minimi ed assorbibili, nella nostra microarea Italy, abbiamo fatto esattamente l’opposto utilizzando anche l’euro come strumento per continuare cogli sprechi di casta e con cosiddetti investimenti su grandi opere o meno del tutto irrazionali e finalizzati a fornire sovraprofitti a chi è stato determinante sulla scelta, giù in basso non ci sono stati vantaggi.
Chi ha fatto la prte del leone è stata la casta con benefit vari, l’autoconservazione ed espansione anche in “europa”, le “interfacce” nella catena di distribuzione del grano etc.
I soldi facili e il credito facile sono un fortissimo stimolo alla corruzione di tutta la la catena di casta.
Dal mio particolare punto di osservazione, già all’epoca dei “tagli” di Tremonti era gustosissimo vederli a caccia di soldi e di redditi “extra” dati per scontati e “dovuti”.
Gentaglia, senza nessun ruolo reale e capacità reali gestionali e di lavoro e di efficenza di servizio, solo rendite di posizione e ricatto all’interno della catena di trasmissione.
Sono cresciuti e si sono sviluppati all’interno di un processo di lungo periodo.
Oggi, crisi a parte, è ancora più divertente.
Il vero problema è che è stato creato artatamente un unico pagliaio e la selezione risulta molto difficile anche se i fili d’oro esistono ancora.
-§- PriceWaterhouseCoopers, World Bank, [Report] “Paying taxes 2015: the global picture – The changing face of tax compliance in 189 economies worldwide”, London: November 20, 2014
-1- Additional insights around the tax compliance burden and how tax systems are perceived: Pp. 69-80;
-2- China: Pp. 91-94;
-3- France: Pp. 95-98;
-4- Russian Federation: Pp. 109-112;
-5- United States: Pp. 115-120
everything and more in
http://www.pwc.com/gx/en/paying-taxes/pdf/pwc-paying-taxes-2015-high-resolution.pdf .
サーファー © Surfer [Buon inizio di settimana a Tutti – e in Tutti!]
forse bisogna aspettare l’arrivo dell’elefante, perché il ciuco stenta
:))
PS: è solo un parere personale