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Il ciclo economico inverte anche sui mercati

Scritto il alle 13:03 da Danilo DT

Il ciclo economico è in fase di evidente rallentamento. Ma una cosa è il dire… un’altra cosa sono i mercati. Infatti noi possiamo dire quello che vogliamo ma poi sono i mercati e nella fattispecie le borse a decidere la situazione e ad avere tendenze ed a sviluppare performance. Ovvio, c’è la parentesi “politica monetaria” (QE3) su cui al momento non abbiamo risposte soddisfacenti. Staremo a vedere che decide Bernanke…
Intanto però dicevo, una cosa è la teoria del ciclo economico e un’altra sono i mercati. Ma questa volte invece, mercati e macroeconomia vanno di pari passo. A dircelo sono proprio i titoli più sensibili al ciclo economico, ovvero i titoli ciclici. E per verificarlo andiamo a vedere l’indice che io considero il benchmark del settore, ovvero il CYC, sigla con cui si sintetizza il MORGAN STANLEY CYCLICAL INDEX.

Morgan Stanley Cyclical Index: rotta la trendline

Il fatto principale è che il Morgan Stanley Cyclical Index ha rotto la trendline di lungo periodo al ribasso, dopo aver navigato in un certo periodo in un box che rappresentava un livello di evidente distribuzione. La violazione della trendline ci dà un segnale di chiara difficioltà, e vediamo che la Red DMA© ultimo baluardo rialzista, ancora tenta di sostenere le quotazioni in un estremo e disperato supporto dinamico. La chiave di lettura: possibili i rimbalzi ma se il CYC va sotto area 1035, allora tanti saluti al ciclo economico.

STAY TUNED!

DT

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11 commenti Commenta
anonimocds
Scritto il 8 Giugno 2011 at 14:05

A mio avviso hanno ragione quelli di SocGen sul ‘final outcome’, é solo da capire QUANDO…

Il peso di debito/crediti (la leva) è troppo esasperato nel mondo, presto o tardi creditori/debitori,

giá nervosi, perderanno la pazienza…e finirá a coltellate… 🙁

Quei giorni non avrei troppa voglia di trovarmi sul Pianeta Terra…
No happy ending.

anonimocds
Scritto il 8 Giugno 2011 at 14:08

chiedo scusa, il commento qui sopra c’entra poco o niente.

Volevo invece commentare sul post “Derivati: un universo volumetricamente inesigibile”

Scritto il 8 Giugno 2011 at 16:47

anonimocds,

Ehhhh… riusciremo mai a perdonare anonimocds per questo drammatico errore? :mrgreen:

anonimocds
Scritto il 8 Giugno 2011 at 18:33

mni affido alla clemenza della Corte

mattacchiuz
Scritto il 8 Giugno 2011 at 20:06

la logica perversa dei folli:
WHITE HOUSE SAYS FITCH RATING WARNING ON US DEBT SHOWS THAT US MUST RAISE THE DEBT CEILING

la casa bianca ( sarà per quello che sniffano ) afferma che il warning di fitsh sul rating usa dimostra ( eccome ) che deve essere alzato il tetto del debito!

Cioè, chinque non abbia una laurea e un paio di master in economia, crederebbe, evidentemente sbagliando, che un avviso simile da parte di fitch abbia a che fare con il troppo debito e in generale con l’instabilità finanziaria di un paese. Invece, se di lavoro fai l’economista per il presidente, un warnin del genere implichi che si debba ulteriormente alzare il debito.
eccezionale modo di ragionare dire!

smsj
Scritto il 8 Giugno 2011 at 21:22

Non dovrebbe impressionare il valore assoluto, ma il rapporto debito/Pil. Per fine 2011 è previsto che l’Italia sia al 120,1%, il Giappone per il 2012 al 232,8 %, gli Usa chiuderanno probabilmente il 2011 sopra la soglia del 100 per cento nel 2011. A mio parere hanno ancora margine d’intervento per stimoli all’economia. E quindi lottano per far ripartire la crescita, perchè non dovrebbero farlo? Devono rassegnarsi come alcuni paesi gregari e parassiti della crescita altrui?

mattacchiuz
Scritto il 8 Giugno 2011 at 22:42

si è vero, ma ci sono due “piccoli” particolari
1) se trovi uno che i soldi te li presta, puoi indebitarti finchè vuoi, ma prima devi trovare un creditore.
ci potrebbero essere le banche centrali per questo, quelle stesse banche centrali che noi paghiamo, ascoltiamo e a cui dobbiamo per legge obbedire. Sempre le stesse la cui esistenza è giustificata dal fatto che, se indipendenti, non dovrebbero comprare debiti delle stato per assecondare la follia dei politici e dei gruppi di potere. ovviamente lo stampare non è proprio salutare per l’economia… .

2) aumentare il debito non significa incrementare il pil o altro. anzi. ultimamente per ogni dollaro di pil creato sono stati spesi 7 dollari a debito. c’è un punto oltrepassato il quale semplicemente non ha più senso procedere allo stesso modo. altrimenti si è coglioni! 🙂

mattacchiuz
Scritto il 8 Giugno 2011 at 22:46

purtroppo poi credo non sia neanche troppo corretto pensare che il valore assoluto non conti.
ipoteticamente, se gli usa tornassero ( lasciamo perdere… ) in recessione e non avessero più la liquidità per emettere altro debito, dovrebbero al massimo essere gli altri paesi ad assorbire le emissioni di debito. Ma conto è assorbire l’emissione di un nuovo debito pari al 5% del pil di un paese da 2000 miliardi, in conto è assorbire il 5% di 15 mila miliardi… è un pò diverso.

nervifrank
Scritto il 9 Giugno 2011 at 08:21

Io penso che, come già detto da qualcun’altro su questo blog, faranno scendere in maniera violenta i mercati per seminare un pò di paura e giustificare un QE3.
E poi si risalirà di nuovo.
Dopo però saranno cetrioli amari. Altro che E. coli.
Magari però altri uno-due anni di risalita ce li becchiamo.

Scritto il 9 Giugno 2011 at 08:39

nervifrank,

IL QE3 non è cosa così matematica. Sono d’accordo sul fatto che potenzialmente gli USA (se paragonati a stati come Italia e Giappone, ad esempio) hanno ancora spazio in ambito debito/PIl. Il problema sta però nella famosa legge che prevede un tetto massimo del debito. tetto che ormai è raggionto (non espresso in rapporto debito /PIL ma proprio in volume. Questo tetto è pari a 14.294 miliardi di dollari. Certo, si spingerà per aprire i cordoni del debito, ma il Congresso ha già detto che non si accetterà una crescita del debito incondizionata senza però avere in controparte tagli massicci alla spesa e segnali chiari di crescita economia reale (iniziano anche loro, finalmente, a capire che qualcosa non va…).

Ecco perchè Bernanke è scettico sul QE3. Ora vogliono vedere,provare, capire cosa succede se non intervengono (ricordate? Hanno fatto una cosa del genere con Lehman Bros. hanno provato a farla fallire per vedere che cosa accaadeva…e poi se ne sono pentiti amaramente…) e quando magari la situazione sarà preoccupante, Bernanke si presenterà al Congresso e dirà: “Ok ragazzi, o si fa il QE 3 o qui si affonda”…

Certo, questa è solo fantafinanza, però non lo escluderei… 😀

smsj
Scritto il 10 Giugno 2011 at 09:57

Proprio così. Gli Usa stanno facendo un ottimo lavoro, ed è corretto che in questo momento alzino il suddetto tetto perchè ne hanno lo spazio e perchè sapranno sfruttare l’occasione per bonificare un po’ di storture del loro sistema finanziario. Poi partiranno a palla, lasciando noi europei (non tutti,per l’esattezza alcuni stati parassiti) a rosicare.

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