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La ripresa? Raccontiamocela ancora un pò…

Scritto il alle 17:21 da mattacchiuz

Beh ragazzi e ragazze anche oggi giornata piena di dati.

In realtà non avevo intenzione di scrivere nulla: lo scollamento tra realtà e borse rende ridicola qualsiasi considerazione che non prevede l’ennesimo rally, sostenuto a chiacchiere dai salvataggi annunciati e nei fatti dalla speranza di un nuovo allentamento monetario, dal solito HFT o dalla consueta manina che mezzora prima della chiusura interviene riversando miliardi e miliardi di dollari nel mercato, magari abbassando pure i margini per operare sui derivati dell’S&P 500.

Ma ho deciso invece di scrivere questo post per portarvi l’ennesima ventata di ottimismo:

le spese per le costruzione di aprile sono cresciute come mai negli ultimi sei mesi! Ma non solo, sono cresciute per la seconda volta consecutiva: +0.38% arrotondato a +0.4%. Dato annualizzato!

Siamo forse alla svolta!  Io lo so che voi non ci credete, per questo vi riporto la tabella foriera di infinite speranze:

A guidare l’ineffabile rimonta è proprio il settore residenziale privato, che contribuisce al dato complessivo apportando 7.06 miliardi di dollari ( sempre dato annualizzato e aggiustato ) e segnando un incremento del 3.14% rispetto al mese precedente.

Vi ricordo solo che ad aprile, secondo i dati del Census indicavano in -10.6% destagionalizzato e annualizzato il crollo nell’avvio di nuovi cantieri, mentre le case completate sarebbero state il 4.1% in più. Come al solito, la coerenza dei dati va cercata nell’immaginario di chi li scrive…!

FANTASTICO.

Ma ora permettetemi di mostrarvi l’entità del recupero tramite un grafico di lungo periodo. A sinistra leggete il valore delle spese per le costruzioni nei vari settori, annualizzate, in miliardi di dollari.

Credo siano evidenti i miglioramenti, quei riccioli rivolti verso alla fine delle serie rappresentate nei grafici non lasciano dubbi di sorta.

Solo per dovere di cronaca, e per non essere tacciato di troppo ottimismo o mistificazione dei dati, vi riporto brevemente anche gli altri due importanti numeri di oggi.

L’ADP ha riportato che, secondo le sue stime, il numero di buste paga nel settore privato statunitense sarebbe aumentato a maggio di 38 mila unità, contro una previsione di un aumento di 175 mila. Fate conto che per poter seriamente sperare in qualcosa di buono, ci vorrebbero 250 mila – 300 mila nuovi assunti al mese. Per ora siamo tornati di colpo al maggio 2010.

Infine, l’ISM manifatturiero, per quel che conta l’economia reale, quella della produzione, ha registrato un significativo decremento che lo riporta a bomba al settembre 2009.

Praticamente tutto ancora cresce, eccetto poche cose, ma il tasso di crescita è praticamente annullato.

2 mila miliardi di dollari di espansione monetaria e 6/7 mila miliardi di dollari di espansione del debito pubblico dopo, gli USA sono praticamente punto e capo, correndo pure il rischio di tornare in recessione! Ma d’altronde è evidente: gli autisti imbriachi ( per dirla citando gente famosa ) che hanno sfasciato l’economia e la finanza statunitense e mondiale sono ancora li a guidare l’autobus! Corrotti cialtroni!

Mattacchiuz

9 commenti Commenta
alfio200
Scritto il 1 Giugno 2011 at 17:33

SPAZIO FOREX

Franco svizzero già oltre i massimi plausibili su euro e dollaro o può ancora rivalutarsi?

L’aumento sta ad indicare un crollo dell’euro e soprattutto del dollaro?

mattacchiuz
Scritto il 1 Giugno 2011 at 18:01

mamma mia… tra euro e dollaro… carta igienica!!!

giandino
Scritto il 1 Giugno 2011 at 18:34

Quando cadde la prima Repubblica, col fragore di un’intera classe politica che si era caricata di colpe e compromessi, in molti di noi pensammo che, il nuovo, la seconda Repubblica, sarebbe stato meglio del vecchio; il dopo sarebbe stato tanto migliore quanto pessimo era stato il prima.
Alle elezioni del 1994 votammo in larga parte per Silvio Berlusconi (ed io fui tra quelli), convinti che quell’uomo avrebbe rinnovato lo Stato e la politica portando nella “res pubblica” ciò che l’aveva fatto ricco nella sua “res privata”.
E non solo: il nuovo sistema elettorale maggioritario e la tendenza al bipolarismo cui esso conduceva, avrebbe semplificato, secondo molti di noi, il quadro politico, inducendo etica e moralità laddove prima c’erano corruzione e malaffare.
Erano grandi sogni, speranze di un paese in ginocchio (si proveniva da una maxi-svalutazione della Lira ed i conti dello Stato erano prossimi al default) che cercava di rialzarsi appoggiandosi alle dolci parole dell’uomo nuovo che aveva già fatto, nelle sue aziende, ciò che prometteva di fare alla guida del governo… Sono passati 17 anni da allora e, di quelle promesse, restano solo la comiche parodie di Maurizio Crozza e Roberto Benigni.
La pressione fiscale, invece di diminuire è aumentata, la crescita economica si è ridotta a zero, e tutti gli altri temi che dovevano essere affrontati e risolti, sono ancora li, più pesanti di prima.
Avevamo rischiato il default con il 120% di debito pubblico e, 17 anni dopo (nonostante l’aumento della pressione fiscale e i mega-introiti delle privatizzazioni di quasi tutte le aziende di Stato), siamo ancora al 120%.
A voler essere onesti,la seconda Repubblica, si è rivelata molto peggiore della prima.
E’ aumentata la pressione fiscale e si è ridotta la crescita; è aumentata la disoccupazione e si è ridotta la produttività. Tutti i parametri economici sono peggiorati (eravamo la quinta potenza industriale del mondo ed adesso stiamo diventando l’ottava), mentre il macigno del debito pubblico è rimasto intatto sulla nostra strada.
I numeri, come sempre, sono impietosi: nei 17 anni appena trascorsi, siamo arretrati sul piano economico, politico e sociale. Questa seconda Repubblica è stato un disastro, una calamità nazionale che dovremo gettare nella polvere della storia, prima possibile.
In 17 anni, abbiamo avuto destra e sinistra al comando in durate paritarie, e nessuna delle due parti ha risolto ciò che c’era da risolvere. Non è un’opinione, ma matematica.
L’unica vera grande novità che apre il cuore alla speranza, è l’astensionismo galoppante. Gli italiani, in numero sempre maggiore, si allontanano dalla complicità del voto e mandano un chiaro messaggio ai loro rappresentanti: “non siete legittimati a governare”.
Il bipolarismo è una bufala… il berlusconismo è una rappresentazione d’avanspettacolo… destra e sinistra sono tarocchi… Se questo paese si vuole salvare, bisogna che “licenzi in tronco” la maggior parte di questi politici inutili, anzi dannosi.
Questo è il massaggio che arriva dalle recenti elezioni amministrative; PDL e PD ha perso entrambi, ma Berlusconi, come Napoleone a Mosca, ha perso il suo esercito ed il suo popolo; e non li riprenderà più.
Occorre subito un governo di salute nazionale che dia a tutti le amare medicine che, volenti o nolenti, bisognerà somministrare… significa più tasse, meno spese, sacrifici… lacrime, sudore e sangue.
Ci hanno già detto che occorrerà una prima manovra da 40 miliardi e la Corte dei conti ha aggiunto che, per rispettare gli impegni europei, ne occorreranno altre tre, da 46 miliardi l’anno.
Sono denari che bisogna pagare o risparmiare e, voglio vederlo il governo che, da solo, cercherà di imporli agli italiani… e, badate bene, il non farlo o peggio, l’allargare i cordoni della borsa in vista delle prossime elezioni politiche, significherebbe, molto semplicemente, fare dell’Italia un’altra Grecia, già da adesso.
Ecco perché serve un governo di salute pubblica con… tutti dentro… in modo che, nella responsabilità generale, ognuno non si senta l’unico a portare il peso dell’inevitabile scontento che quei sacrifici susciteranno.
Stiamo parlando del futuro di questo paese (ammesso che ci sia ancora un futuro da salvare) ed Il tempo delle chiacchiere è già finito. Non capirlo non è più un’opzione plausibile, ma l’ennesima prova di analfabetismo.

mattacchiuz
Scritto il 1 Giugno 2011 at 18:51

http://prezatv.blogspot.com/2011/05/greekrevolution-live-stream-cams.html#more
intanto la festa continua…

7voice
Scritto il 1 Giugno 2011 at 19:20

gainhunter
Scritto il 2 Giugno 2011 at 15:47

giandino@finanzaonline,

Lungi da me difendere la classe politica, ma a me piace dire le cose come stanno, e quindi vado a prendermi il grafico del debito/pil dell’Italia, creato in excel dai dati presenti sul ministero del tesoro.

Questo grafico ci dice chiaramente che dal 1994 al 2007 il rapporto debito/pil è sceso dal 122 al 105%, e dal 1997 al 2009 il debito è aumentato, anno dopo anno, di una percentuale inferiore al 5% (cioè l’aumento del debito dal 1997 si è stabilizzato, e buona parte di questo aumento del debito è dovuto agli interessi sull’enorme debito pubblico, eredità della prima repubblica). Poi dal 2007 il pil è crollato, e il debito è aumentato rispetto all’anno precedente di poco più del 5% (evidentemente anche per le minori entrate fiscali dalle imprese), portando il rapporto debito/pil al punto di partenza, cioè il 120%.

Tu dici che era al 120 nel 1994 e è ancora al 120 oggi: è vero, ma bisogna guardare anche cosa è successo in questo arco temporale. Leggendo il grafico io non mi sento di darne la colpa alla classe politica, che anzi prima della crisi, sia con i ministri dell’economia di destra sia con quelli di sinistra, è riuscita a ridurlo fino al 105%, nonostante gli interessi sul debito.
Se guardiamo com’era la situazione durante la prima repubblica, potremmo solo “gioire” delle amministrazioni della seconda repubblica. 🙁

Ovviamente, la politica di tagli e tasse con obiettivo la riduzione del debito/pil ha portato l’Italia a avere una crescita economica minore degli altri Paesi. La dimostrazine di questa mia affermazione la trovo nel fatto che nello stesso periodo la Germania, la cui classe politica a volte viene definita lungimirante e certamente migliore di quella italiana, ha portato il suo rapporto debito/pil dal 40% del 1992 a circa l’80% di oggi. In altri termini, mentre l’Italia, pur crescendo poco, è cresciuta più o meno quanto ha speso (rapporto debito/pil invariato nonostante la crisi), la Germania è cresciuta molto meno di quanto ha speso. Allora, meglio la politica economica italiana o quella tedesca? La risposta per me non è così scontata…
Secondo me è “grazie” soprattutto alla prima repubblica se oggi l’Italia non cresce.

Tutto questo non vuol dire che la classe politica italiana abbia lavorato bene, vuol dire semplicemente che è stata costretta dagli accordi europei a seguire una certa linea, e lo ha fatto. Avrebbe lavorato bene se, riducendo gli sprechi e non gli investimenti produttivi, avesse consentito una maggiore crescita economica nonostante la riduzione del debito pubblico. Le sue responsabilità le ha anche la seconda repubblica, ma il solo fatto che in 17 anni ha mantenuto stabile il debito/pil la reputa migliore della prima.

Voglio dire anche che spesso si dà troppa importanza alla politica nazionale, senza considerare che l’economia nazionale dipende soprattutto dall’andamento globale dell’economia, e che chi comanda veramente non sono i governi ma le banche.
Accusare i politici è la via semplice, ma cosa risolve? Anche se prendesse il potere un “dittatore onesto”, cosa potrebbe fare? Sicuramente andrebbe a vedere i tanti sprechi che ci sono, dai finanziamenti ai partiti alle pensioni d’oro agli enti veramente inutili, e recupererebbe svariati miliardi. Poi ci sarebbero l’evasione fiscale (stando però attenti a non far “saltare” troppe aziende, mettiamogli un po’ di paura e veniamogli incontro riducendo un pochino certe tasse), e la criminalità organizzata (contro la quale qualcosa si sta facendo).
A questo punto un po’ di debito pubblico sarà stato ripagato, ma l’Italia sarà al riparo da altre crisi? e l’economia italiana potrà riprendere a crescere? ci sarà una migliore redistribuzione della ricchezza? Secondo me no, perchè anche i Paesi “virtuosi” lo sono o perchè hanno il petrolio (Norvegia) o perchè si indebitano (Germania). E’ tutto il sistema che ha qualcosa che non funziona, non è SOLO la politica italiana che non va.

Il rischio a prendersela SOLO con la politica è di perdere di vista gli altri problemi, quelli che incidono di più sulla nostra vita. Pensiamoci bene, incidono di più le manovre dei governi o una crisi immobiliare e finanziaria che viene dagli USA? E se in Europa esiste un sistema di comando di un certo tipo, i governi nazionali sono veramente liberi di svincolarsi e di agire liberamente o sono condizionati dalla politica europea?

Con questo non voglio dire che questa classe politica va bene, ma che anche cambiandola (supponendo di trovarne una alternativa), se prima non si cambia l’Europa, non servirà a molto. Alla fine la politica rischia di essere il capro espiatorio (“piove? governo ladro”), e i veri potenti se la ridono…

Scritto il 2 Giugno 2011 at 15:56

Ragazzi, ottimi commenti però, se possibile, evitiamo esposizioni politiche. Cerchiamo di essere neutrali e oggettivi. Anche se a volte resta decisamente difficile. 😉

Scritto il 2 Giugno 2011 at 16:19

Straordinaria questa sequenza grafica…. 😀

Cliccateci sopra!

gainhunter
Scritto il 2 Giugno 2011 at 18:19

Dream Theater,

Fantastica per la chiarezza, deprimente per i dati che mostra 😉

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