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La ricchezza delle famiglie: quelle italiane al top, ma grazie al debito pubblico

Scritto il alle 09:30 da Danilo DT

Tempo fa, quando eravamo all’origine della crisi, già parlavo del cosiddetto “rischio conflitto sociale”. Una crisi che col tempo avrebbe portato pian pianino a grossi cambiamenti proprio nel tessuto sociale e nella distribuzione dei redditi.
Già allora si parlava di Sperequazione Economica.
Ed è quello che purtroppo sta accadendo. I ricchi sempre più ricchi. I poveri sempre più poveri. La classe media muore. Le tasse distruggono quel poco di valore che le classi meno prospere disponevano. Invece i miliardari vengono si colpiti dalla crisi, ma solo “sfiorati”.
In cinque anni la ricchezza delle famiglie italiane è calata del 5,8%. E nello stesso tempo, alla fine del 2010 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 9,4% della ricchezza complessiva, mentre il 10% più ricco aveva da solo ben il 45,9%. (dati Bankit)

Questa ricchezza nel 2011 è stata pari a 8619 miliardi di euro, alias a 140 mila euro pro capite e e 350 mila euro a famiglia. Di questi quasi novemila miliardi, le attività reali rappresentano il 62,8% del totale, le attività finanziarie il 37,2%. Le passività finanziarie, pari a 900 miliardi di euro, rappresentano il 9,5%.
Guardate questo grafico sulla ricchezza delle famiglie a livello internazionale

La ricchezza delle famiglie

Credo sia evidente il miglioramento della ricchezza media anche delle famiglie italiane. Cosa fa da contrappeso in questa bilancia. L’elevata crescita del debito pubblico, che compensa questo incremento. Fatevi due conti, e anche se non ci riuscirete, potrete immaginare che alla fine, l’incremento di ricchezza è a saldo zero….

 

Incremento del debito pubblico negli ultimi 6 anni: dati a settembre 2012

 

Nel confronto internazionale, sottolinea Bankitalia, le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza netta, pari, nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1 della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati Uniti.
Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un ammontare dei debiti pari al 71% del reddito disponibile (in Francia e in Germania e’ di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone e’ del 125%, nel Canada del 150% e nel Regno Unito del 165%).
Tra la fine del 2010 e la fine del 2011 la ricchezza pro capite e’ diminuita dell’1% a prezzi correnti e del 3,7% a prezzi costanti. Sempre a prezzi costanti, la ricchezza netta pro capite nel 2011 e’ comparabile con i livelli che si registravano nella prima meta’ del decennio scorso.
La ricchezza media per famiglia ha presentato una dinamica meno favorevole, essendo diminuita nel corso del 2011 dell’1,6% a prezzi correnti e del 4,3% a prezzi costanti.
Il livello di ricchezza per famiglia del 2011 a prezzi costanti e’ simile a quello della fine degli anni novanta. Deve essere tuttavia tenuto presente che fra il 1995 e il 2011 il numero di famiglie italiane e’ cresciuto di quasi 5 milioni di unita’, soprattutto a causa della riduzione della dimensione media delle famiglie, passata da 2,9 a 2,5 individui.
Alla fine del 2011 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane ammontava a oltre 5.000 miliardi di euro, corrispondenti in media a oltre 200.000 euro per famiglia. La ricchezza in abitazioni, a prezzi correnti, e’ cresciuta tra la fine del 2010 e la fine del 2011 dell’1,3% (65 miliardi di euro).
La crescita e’ stata molto inferiore al tasso medio annuo del periodo 1995-2010 (5,6%), a causa del rallentamento delle quotazioni sul mercato immobiliare. In termini reali, la diminuzione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2010 e’ risultata pari all’1,4%. Secondo i dati dell’Istat, durante la prima meta’ del 2012 i prezzi degli immobili sono diminuiti dell’1% rispetto alla fine del 2011.
Sulla base di queste e di altre informazioni, Bankitalia ipotizza una contrazione del valore della ricchezza in abitazioni per il primo semestre del 2012 dello 0,7%. Sempre a fine 2011 le passivita’ finanziarie delle famiglie italiane, pari a 900 miliardi di euro, erano costituite per circa il 42% da mutui per l’acquisto dell’abitazione. La quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6%, le rimanenti forme di prestiti al 20% cosi’ come i debiti commerciali e gli altri conti passivi.
Negli ultimi due anni, segnala ancora via Nazionale, e’ fortemente rallentato il valore dei mutui per l’acquisto dell’abitazione: il loro incremento si e’ stabilizzato sul 2% annuo contro un valore di circa il 15% annuo del periodo 1995-2009. Anche il credito al consumo ha fatto registrare una forte decelerazione, dal 20,5% in media annua nel periodo 1995-2009 al 2,1 fra il 2009 e il 2011. La restante categoria degli altri prestiti ha ristagnato dopo aver registrato una variazione media annua del periodo 1995-2009 del 3%. La crescita dei debiti commerciali fra il 2009 e il 2011 e’ inferiore a quella del periodo 1995-2009 (rispettivamente 1,1 e 3,4% annui). (Rainews)

STAY TUNED!

DT

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5 commenti Commenta
piematac@borse.it
Scritto il 14 Dicembre 2012 at 10:19

Italiani: prima bambini viziati, poi adulti narcotizzati. Benessere = assegni familiari, posti di lavoro inutili, sprechi, etc = debito pubblico
Qualche superficialotto cerca di confrontare le problematiche nostre con la capacità a superarle tipiche dei nipponici o, peggio, dei tedeschi. Ma non abbiamo la stessa tempra e voglia di fare…

Scritto il 14 Dicembre 2012 at 11:05

Intanto news fresche fresche da bankitalia.

Nuovo record del debito pubblico italiano nello scorso ottobre, ha sfondato per la prima volta il tetto dei duemila miliardi di euro. Il grafico quindi qui sopra è obsoleto…

paolo41
Scritto il 14 Dicembre 2012 at 13:00

…se seguissi la logica del tuo post, per converso dovrebbe essere aumentata la ricchezza degli italiani…..o no????

Lukas
Scritto il 14 Dicembre 2012 at 13:21

paolo41,

perchè chi credi che abbia in mano le somme spese in deficit dallo Stato anno per anno?…..Ovvio gli italiani stessi……anzi soprattutto quel 10% che deiene il 45,9 % della ricchezza complessiva !!!

paolo41
Scritto il 14 Dicembre 2012 at 16:51

Lukas,

la mia domanda non era molto seriosa…. se posso dare la mia interpretazione la caduta più grossa della ricchezza italiana viene dalla riduzione del valore degli immobili.
In secondo luogo metterei la parte di interessi pagata sul debito detenuto da investitori esteri e, anche se in minima parte dai trasferimenti degli immigrati.
Ammettiamo in amiera molto approssimativa, che, come sembra, la bilancia commerciale rimanga positiva.
Passando, invece, alla parte illegale, non considero quanto la malavita organizzata trasferisce in altri lidi a cui aggiungerei l’esportazione illegale di capitali generati al nero….
In sintesi, secondo me, la ricchezza complessiva è diminuita.

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