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La cosa più pericolosa del BAIL-IN? La disinformazione.
Cosa viene colpito e quali sono gli strumenti finanziari che subiscono la normativa sul bail-in? Quali sono le logiche ed i criteri di calcolo di partecipazione alle perdite? Come mettere i soldi al sicuro nelle banche italiane?
Eccoci arrivati al 2016, eccoci arrivati all’entrata in vigore della famosa legge europea (derivante da BRRD) sul bail-in, il grande spauracchio che negli ultimi mesi ha creato vero e proprio panico. Per carità, il caso delle quattro banche è stato ampiamente discusso anche su queste pagine ed è certamente molto invasivo per i possessori dei bond subordinati (azzeramento dell’investimento) oltre che per gli azionisti che hanno perso tutto.
Ma per chi ha i soldi in altre banche? Può dirsi al sicuro?
Ormai sembra diventato un luogo comune che TUTTE le banche siano ad un passo dal fallimento. Certo, e come no! La verità è che spesso si tende a generalizzare, senza magari conoscere a fondo la materia. Si perché la normativa sul bail-in è complessa e non così generica come molti credono. Ripassino?
Già in questi giorni abbiamo avuto modo di leggere su molti giornali schemi ed articoli che vanno a “sintetizzare” in qualche modo la normativa del bail-in ma sempre in modo abbastanza lacunoso. Per esempio ecco il Sole 24 Ore cosa pubblica come sintesi alla normativa del bail-in.
Corretta ma incompleta. Innanzitutto riprendiamo quel documento che vi ho già pubblicato nei giorni scorsi e che rappresenta, secondo me, il VERO punto di riferimento, in quanto a chiarezza e completezza. CLICCATE QUI per poterlo visualizzare.
In pratica, il bail-in consiste nella necessità di ricostituire il capitale di una banca diventata incapiente, convertendo parte delle sue passività in capitale di rischio, ovvero in azioni, che come sapete è lo strumento che più subisce le conseguenze in caso di fallimento.
A questo punto passiamo alla prima grande domanda.
COSA VIENE ESCLUSO DAL BAIL-IN?
a) I depositi bancari fino a 100.000 euro;
b) Le passività garantite, inclusi i covered bonds;
c) Cassette di sicurezza e conti fiduciari di deposito, compreso quanto contenuto, NOTA BENE, nel dossier titoli
d) Tutto quanto fa parte dell’Interbancario con durata originaria inferiore a 7 giorni;
e) Idem per quanto riguarda i sistemi di pagamento;
f) Infine tutto quanto è privilegiato dalla normale normativa fallimentare, ovvero debiti verso i dipendenti, i debiti commerciali e fiscali.
Ma veniamo alla cosa più importante ed interessante che tutto sottovalutano, che voglio invece spiegarvi (ed è il vero motivo di questo post). Lo spauracchio di tutti è cosa viene colpito in caso di default ed in che misura. La scaletta è abbastanza chiara. In ordine di “aggressione” vengono colpiti:
1) Azionisti;
2) Detentori di altri titoli di capitale;
3) Altri creditori subordinati;
4) Creditori chirografari;
5) Persone fisiche e le piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro;
6) Fondo di garanzia dei depositi, che contribuisce al bail-in al posto dei depositanti protetti
Quindi, dopo aver “piumato” azionisti, subordinati e similari, si passa anche ai possessori di titoli senior “unsecured” (gli altri sono protetti, quelli “secured”). Ma…qui viene il bello. In che misura? Lo dice la circolare di Bankitalia:
«Le perdite non assorbite dai creditori esclusi in via discrezionale possono essere trasferite al fondo di risoluzione che può intervenire nella misura massima del 5 per cento del totale del passivo, a condizione che sia stato applicato un bail-in minimo pari all’8 per cento delle passività totali»
Quindi ecco la chiave: il bail-in si applica infatti almeno all’8% del totale del “lato destro” del bilancio bancario, cioè della somma delle passività della banca in dissesto. Il primo passo dopo il dissesto è quindi quello di agire su questo minimo 8% di passività. Quindi, in parole povere, se si è in possesso di bond bancari, basterebbe calcolare a quanto ammonta l’importo dei bond subordinati emessi dalla banca stessa. Se tale importo è pari o addirittura maggiore all’8% delle passività, allora…per il possessore di bond senior diventa difficile subire delle conseguenze anche dal bail-in. Tranne che si tratti di dissesti talmente enormi che mettano a rischio la stabilità finanziaria e quindi obblighino ad intervenire superando la soglia dell’8%. Questo ce lo dice proprio Bankitalia.
«Ad esempio, in caso di bail-in, chi possiede un’obbligazione bancaria potrebbe veder convertito in azioni e/o ridotto (in tutto o in parte) il proprio credito, ma solo se le risorse degli azionisti e di coloro che hanno titoli di debito subordinati (cioè più rischiosi) si sono rivelate insufficienti a coprire le perdite e ricapitalizzare la banca, e sempre che l’autorità non decida di escludere tali crediti in via discrezionale, al fine di evitare il rischio di contagio e preservare la stabilità finanziaria»
Stesso discorso vale poi anche per i depositi bancari superiori ai 100.000 euro che possono essere aggrediti ma alle condizioni sopra esposte. Quindi NON è assolutamente vero che in caso di BAIL-IN si perde TUTTO. Ci sono dei meccanismi di calcolo e delle logiche ben precise. Dite che resta ancora tutto troppo complicato? Beh, le cose semplici stanno altrove, è vero, come è vero che ci sia sempre la scure pronta all’uso. E questa scure di chiama DEROGA che può cambiare le carte in tavola in corso d’opera. E allora?
Torniamo al discorso che vi faccio sempre. Prevenire è meglio che curare. Conoscete (in linea di massima) il problema. E allora evitate di finirne vittime.
Diversificazione, buon senso, oculatezza.
E’ la soluzione che sicuramente vi mette più in tranquillità e in garanzia. Tutto il resto diventa (teoricamente) discutibile.
Infine riprendetevi questo POST (CLICCATE QUI) e date un voto alla vostra banca. Sicuramente ne gioverà la vostra serenità.
Novo “Bail in” Bank
PS: molti sono rimasti giustamente colpiti da quanto successo in Portogallo con la vicenda Novo Banco. Ecco, episodi di questo genere dal 2016 non potranno più accadere.
La Banca centrale del Portogallo ha dato il via libera a un’iniezione di capitale di 1,99 miliardi per Novo Banco SA: e’ la prima volta che obbligazionisti senior di una banca sono costretti a finanziarne il salvataggio.La Banca centrale ha assicurato che sara’ l’ultima iniezione di capitale per Novo Banco (la ‘good bank’ nata dal fallimento di Banco Espirito Santo SA lo scorso anno), aggiungendo che un nuovo tentativo di cessione sara’ fatto a gennaio. Novo Banco ha gia’ ricevuto 4,9 miliardi dal Governo. Ciascun obbligazionista deve ora contribuire per almeno centomila euro, secondo la Banca centrale in base alle nuove regole europee.
“Questa decisione consentira’ a Novo Banco di concentrarsi sul suo business plan”, ha detto la Banca del Portogallo. (Source)
In pratica con un decreto governativo, gli obbligazionisti “senior” del Novo Banco (la good bank derivante dal Banco Espirito Santo) hanno dovuto contribuire attivamente a tappare i buchi della vecchia bad bank. Storia che appartiene al “passato” e noi dobbiamo guardare avanti. Anche se poi, come sempre, tutto diventa relativo visto che l’Europa è decisamente perfettibile.
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Beh, un buon consulente potrebbe di certo aiutarti… 😉
Bravo Danilo , importante ciò che hai detto , e come si fa a verificare i prodotti che ti hanno fatto investire ?