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ITALIA: un buco con le banche intorno (che non sono da meno)

Scritto il alle 11:30 da Danilo DT

buco bancheSe guardiamo l’andamento dei titoli bancari a Piazza Affari, non possiamo certo negare che le tendenze, nel corso degli ultimi mesi, sono cambiate e non di poco.
I principali titoli azionari di banche italiane hanno recuperato copiosamente valore in borsa. Complice la rivalutazione dei titoli di stato (di cui sono piene nei rispettivi bilanci) e le garanzie della BCE. Inoltre le mosse di politica monetaria come TLTRO e acquisti di ABS saranno utilissime per alleviare gli stessi bilanci da crediti trasformandoli in denaro liquido che POI dovranno essere convertiti in nuovi crediti ENTRO 24 mesi. Se entro tale data non saranno utilizzati per mutui o fidi, le banche dovranno restituire il tutto in BCE.
Intanto però…per 24 mesi hanno il cash, e poi si vedrà.

Quindi non c’è che dire, la BCE regala altro ossigeno alle banche, italiane in primis. MA basterà tutto questo attivismo della Bce per poter dire che finalmente le nostre banche sono sicure?
A dircelo è la stessa BCE che denuncia per il nostro settore bancario una situazione non certo rosea.

Per farla breve, secondo un analisi di SNL ci sarà bisogno di ulteriori aumenti di capitale.
Questo perché il nostro settore bancario perde soldi dal 2011 ed è carico, anzi stracarico di NPL, non performing loans, crediti inesigibili e sofferenze bancarie. Tali aumento potrebbero esser pari ad una cifra tra i 25 ed i 70 miliardi di Euro. Non proprio bruscolini.
Tra le righe il buon Draghi ha accennato, nei suoi ultimi discorsi, alla difficile situazione di Italia e Francia, e non a caso.

Ma Renzi non è d’accordo e proprio qualche minuto fa, eccolo regalare positivismo alle masse con alcune dichiarazioni proprio sulle banche italiane e gli stress test:

(ANSA) – ROMA, 16 SET – “Sono convinto che negli ‘stress test’ le banche italiane saranno più forti di altre europee: noi abbiamo salvato le banche degli altri Paesi, nessuno ha salvato le nostre”. Così il premier Matteo Renzi alla Camera.

Ma veramente? Quest’anno l’Italia sarà l’unico dei Grandi paesi ancora in recessione. L’Italia deve fare una serie enorme di riforme e la sua situazione è tutt’altro che felice. Basta guardare le news delle ultime ore per rendersene conto…

L’OCSE prevede per il 2014 un calo del Pil italiano dello 0,4% contro il +0,5% indicato nell’Outlook semestrale dello scorso maggio. Anche per il 2015 la revisione è netta: le stime puntano ora a +0,1% contro il +1,1% pronosticato la scorsa primavera. Quelle a carico del Pil italiano sono le revisioni più pesanti del Rapporto (che è un aggiornamento dell’Outlook semestrale) e l’Italia è l’unico Paese in recessione tra i big. (Source)

Anche Standard & Poor’s taglia le stime di crescita del’Eurozona e prevede che l’economia italiana resterà al palo nel 2014, contro il +0,5% previsto a giugno. Al ribasso vengono riviste anche le stime di Francia (a +0,5% da +0,7%) e Olanda (a +0,8% da +1%), mentre restano invariate quelle di Germania (+1,8%), Spagna (+1,3%) e Belgio (+1,1%). «I deludenti risultati del secondo trimestre hanno gettato dubbi sulla sostenibilità della ripresa nella zona dell’euro», avverte S&P, secondo cui «le condizioni economiche» dell’area «restano fragili». (Source)

E state pur certi che con questi numeri è ben difficile centrare tutti gli obiettivi, in primis quelli di bilancio. E poi per il futuro…

… è il misero +0,1 previsto per il 2015 che deve preoccupare. Per due ragioni. La prima: con questi dati, ammesso che quest’anno si riesca a tenere il deficit entro il tetto del 3%, il prossimo anno sarà davvero proibitivo. A meno che non si rinunci a qualche intervento, aggravando però ancora di più la situazione economica, oppure che si riesca ad affondare ancora di più la lama sulla spesa pubblica, con tagli veri, pesanti che vanno ben oltre la semplice revisione della spesa. Seconda: scordiamoci di veder scendere la disoccupazione, che certamente quest’anno toccherà nuovi livelli record e che se va bene riuscirà ad invertire in maniera significativa il trend almeno con un anno di ritardo. Ma l’Italia, e il governo, possono permettersi di aspettare il 2016? (Source)

Non torno a parlarvi di riforme e di soluzioni, riprendetevi questo mio VECCHIO PEZZO se volete. Però è palese che se un paese inizia a scricchiolare dal punto di vista macro, il suo sistema bancario non può certo essere in gran forma, ancor di più se oggi lo scenario è appunto “drogato” dall’assicurazione BCE: E se non ci fosse stato Mario Draghi dove saremmo?

Parlando di cose concrete, vi lascio tre slides che meglio rappresentano la situazione. Guardate, tanto per capirci, il rapporto tra NPL e riserve, tanto epr cominciare. E poi anche il resto.
Sicuri che le nostre banche siano poi così in forma?

NPL vs riserve ITALIA banche2520587625205877

STAY TUNED!

Danilo DT

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18 commenti Commenta
gilles27
Scritto il 16 Settembre 2014 at 12:03

BANCHE: RENZI, IN STRESS TEST SARANNO PIU’ FORTI DI ISTITUTI ALTRI PAESI -2-

Noi abbiamo salvato istituti stranieri, nessuno le nostre

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 16 set – “Bisogna smetterla
– ha intimato Renzi – con la cultura del piagnisteo per cui
in Italia va tutto male. Noi – ha rivendicato – siamo quelli
che hanno salvato le banche di altri Paesi, nessuno ha
salvato le nostre”

Renzi ha detto anche di aver apprezzato “la disponibilita’
per il momento verbale che le banche hanno espresso” di
prestare alle aziende le risorse in arrivo dalla Bce, “piu’
volte ho incrociato le lame con le banche, a partire dal
decreto sul finanziamento degli 80 euro. Ora dico che se le
banche italiane sono disponibili usando le risorse della Bce
a finanziare le pmi ci sono le condizioni perche’ il percorso
di riforme abbia un’efficacia molto piu’ forte”.

….mi ricordo ancora le parole di Tremonti nel 2007-2008….

paolo41
Scritto il 16 Settembre 2014 at 15:20

noto un certo sarcasmo o comunque poca fiducia nelle iniziative che Renzi sta cercando di portare avanti per rimettere un po’ in piedi il ” sistema Italia”. Partendo dal presupposto che il buon senso dà un voto elevato alle intenzioni del primo ministro che ha finora interpretato correttamente il ” doit faire”, è altrettanto ovvio che la legnosità del sistema stesso e la difesa delle cadreghe ( biasimevoli quelle all’interno del PD) sono ostacoli di antico lignaggio difficili da estirpare.
Dico questo per sottolineare che se non sosteniamo Renzi e l’attuale governo, al di là delle ottuse e ormai pletoriche osservazioni della EU, non esistono alternative se non vederci arrivare i teutonici panzer dell’austerity (vestiti ora da finlandesi) a darci il definitivo colpo in testa.
E’ sintomatico che i vari movimenti anti-euro e secessionisti stanno sempre più prendendo piede in Europa e se gli ottusi burocrati di Bruxelles non riescono a rendersi conto delle ovvie conseguenze affonderanno insieme a noi ( non c’è Sc…..no che tenga).
Suggerisco, quindi, di non continuare ad addossare incapacità a Renzi che ha trovato una situazione di difficilissima soluzione: al di là della fluente retorica, che aiuta comunque a tenere tesa la corda, qualsiasi piccolo o significativo risultato che egli possa raggiunger sarà, con percentuale elevata, nella giusta direzione.

lupolucio70
Scritto il 16 Settembre 2014 at 15:49

Che la solita società americana, o inglese venga ad analizzare i nostri dati, mi fa quantomeno sorridere……
le banche italiane sono anni luce meglio delle banche anglosassoni e lo dimostreranno negli stress test

vito_t
Scritto il 16 Settembre 2014 at 17:31

Questi uffici studi pieni di fenomeni che si divertono a scrivere ca..te , probabilmente non si erano accorti di 3.000 o 4000 miliardi di sub-prime di cui la maggior parte era nella pancia di banche americane ovviamente , … ora sono diventate bravissimi a fare analisi e vedi che non sbagliano più un colpo … o no ? Noi italiani manchiamo di autostima, siamo sempre pronti a sottolineare ciò che parla in una sola direzione di noi e in questo la maggior parte dei blogger per non dire la totalità contribuiscono non poco Ma cosa sono le sofferenze ? esiste un modo univoco per interpretare la parola sofferenza oppure ognuno fa un pò i cavoli suoi ? In italia esistono criteri ben più rigidi che altrove e quindi un confronto fra mele e pere fa ridere ….
All’inizio dell’articolo viene scritto che ..I principali titoli azionari di banche italiane hanno recuperato copiosamente valore in borsa. … ma di che parliamo ? Banco Popolare era a 16,4 ad aprile e quota 4 euro meno , Mps i cui bilanci sono stati rivoltati come un calzino dalla magistratura, poi qualche blogger ne sa sempre una di più … era a 1.60 in occasione dell’aumento di capitale a giugno e oggi è sotto 1,10 … Unicredit era quasi a 7 e oggi è a 6,20 ma nel 2009 in piena crisi era a 17 !!! ma di che parliamo !! e potrei andare avanti con i prezzi. In tre mesi le banche quotate raccolgono 10 miliardi di adc senza un solo euro tirato fuori dai consorzi di garanzia mentre banche di altri paesi non ci hanno nemmeno provato a ricapitalizzarsi …. ma da quei prezzi sono sotto dei 20 – 25% e noi parliamo di copiosi recuperi ? … io penso che l’idea che tanti si sono fatti del nostro paese è super negativa, manonostante si prevedano default ogni minuto continuano a passare gli anni e di default non se ne fanno e i blogger che li avevano previsti rimangono con la bocca asciutta … E di mister Guglielmi superanalista di Mediobanca che nel suo report segreto che prevedeva il fallimento dell’Italia l’anno scorso cosa vogliamo dire ? … qualche calcio dove non batte il sole se lo merita, nel frattempo è lì che guadagna paccate di denaro .. ma al nostro paese ha fatto solo del male !

stanziale
Scritto il 16 Settembre 2014 at 22:22

Mia impressione: conta solo quello che vuole la germania. Per cui do’ ragione a Renzi, le banche italiane passeranno il turno, forse qualcosa mps, ma solo perche’ c’e’ ancora la fondazione a rompere , ha stipulato un patto con fondi alternativi (non americani) . Quindi devono eliminare questo patto. Hanno ragione Padoan e Renzi, lo sanno gia’: le banche italiane non devono essere ricapitalizzate, cosi’ continueranno a non essere in grado di sostenere l’economia. Quindi la bad bank, i fondi salva banche tedesche, saranno utilizzati questa volta direttamente(senza superflue triangolazioni, tanto in grecia spagna portogallo sono rientrati abbastanza) a loro favore con i soldi italiani, cosi’ resteranno di proprieta’ tedesca. Anche qualche banca francese, ovviamente. Quindi lo schema e’: le italiane sul mercato, le altre con i fondi salva banche…scemi siamo scemi, quindi continueranno alla grande.

dfumagalli
Scritto il 17 Settembre 2014 at 07:42

lupolucio70@finanzaonline:
Che la solita società americana, o inglese venga ad analizzare i nostri dati, mi fa quantomeno sorridere……
le banche italiane sono anni luce meglio delle banche anglosassoni e lo dimostreranno negli stress test

1) Ti farà sorridere ma gli investitori internazionali leggono quei report per decidere cosa fare. Loro ridono meno.

2) Che siano meglio o peggio non conta nulla. La GB in questo momento è piazzata in modo furbo (ossia “a bordo Europa” e quindi ha più libertà di manovra) e la sua credibilità è abbastanza superiore complessivamente da compensare ampiamente per eventuali problematiche. Mentre noi siamo talmente sputt**nati di fronte al mondo che ogni granello di sabbia viene vagliato e ri-controllato 1000 volte con sospetto.

dfumagalli
Scritto il 17 Settembre 2014 at 07:51

paolo41:
noto un certo sarcasmo o comunque poca fiducia nelle iniziative che Renzi sta cercando di portare avanti per rimettere un po’ in piedi il ” sistema Italia”. Partendo dal presupposto che il buon senso dà un voto elevato alle intenzioni del primo ministro che ha finora interpretato correttamente il ” doit faire”, è altrettanto ovvio che la legnosità del sistema stesso e la difesa delle cadreghe ( biasimevoli quelle all’interno del PD) sono ostacoli di antico lignaggio difficili da estirpare.
Dico questo per sottolineare che se non sosteniamo Renzi e l’attuale governo, al di là delle ottuse e ormai pletoriche osservazioni della EU, non esistono alternative se non vederci arrivare i teutonici panzer dell’austerity (vestiti ora da finlandesi) a darci il definitivo colpo in testa.

La Troika doveva venire. Doveva venire anni fa. Certo, avremmo avuto anni di lacrime e sangue ma ora ci saremmo liberati d’un intero tumore (classe politica attuale: non sono solo da rottamare, sono da eradicare ed esiliare in Antartide in modo che possano solo corrompere i pinguini).

Invece ci siamo fatti gli anni di lacrime e sangue per niente, siamo ancora a meno del punto di partenza.
Senza Draghi avremmo gli spread a 800 ed un prelievo forzoso da 10000 euro per cittadino in arrivo.

Renzi? Purtroppo bisogna capire la verità.

Lui è SOLO.
Tutti, ma proprio tutti i papaveri in grado di cambiare le sorti dell’Italia (a partire dai suoi, che vergogna!) sono felicissimi dello status quo, a loro non gliene può fregar di meno di andare contro i loro miopi interessi immediati. Sì sono tanto miopi da non vedere l’iceberg immenso davanti alla bagnarola Italia. E non vedranno, perché hanno avuto decenni per vedere e ravvedere e MAI lo hanno fatto.

Io già me ce li vedo Baffetto e Benzinaio Fallito a godere come dei bradipi in calore al vedere Renzi che va giù. Che importa se l’Italia va a picco, loro si vedranno restituiti i loro 3 metri quadri di potere da galletto nel piccolo pollaio Italia!

gilles27
Scritto il 17 Settembre 2014 at 08:44

vito_t@finanzaonline,

VISTO CHE QUESTO è UN BLOG SERIO, PRIMA DI SCRIVERE NUMERI ACCERTARSI CHE NON SIAMO NUMERI A CASO.

UNICREDIT NEL 2007 QUOTAVA CIRCA 43 EURO ( VALORE RETTIFICATO DOPO RAGGRUPPAMENTO AZIONI E AUMENTO CAPITALE, OGGI QUOTA CIRCA 7 EURO, VALE A DIRE MENO 82% DAI MASSIMI.

MPS NEL 2007 QUOTAVA CIRCA 22 EURO ( VALORE RETTIFICATO DOPO RAGGRUPPAMENTO AZIONI E AUMENTO CAPITALE, OGGI QUOTA CIRCA 1,13 EURO, VALE A DIRE MENO 95% DAI MASSIMI.

vito_t
Scritto il 17 Settembre 2014 at 10:36

gilles27@finanza,

mi fai capire gentilmente quali sono i numeri a caso ? i miei non credo perchè è proprio vero UNicredit quotava 43 nel 2007, ma per non fare riferimento a prezzi che potevano avere valore … affettivo, mi sono limitato al breve ovvero nel 2009 prezzo rettificato era oltre 17 euro di Mps non occorre andare così indietro perchè ha raccolto tre mesi fa 5 miliardi freschi contro una capitalizzazione di allora di 2,5 !!! ed allora era a 1,56 per la precisione oggi è a 1,07 ….
Se vuoi continuare con gli esempi il Banco popolare era arrivato nel 2007 a 130 e a ottobre 2009 sempre prezzo rettificato quotava 38 !!! e oggi visto che ha copiosamente recuperato è addirittura salito fino a … 12 e 40 quando ad aprile era oltre 16 … Poi ognuno può scrivere ciò che vuole ma Apple da sola vale l’intera borsa italiana , compresa Enil Enel Lottomatica Fiat Genberali ed ovviamente tutti i bancari ripeto ma di che parliamo …
Ecco se ora questi titoli hanno copiosamente recuperato per l’autore del blog cosa devo pensare ? …

vito_t
Scritto il 17 Settembre 2014 at 10:38

gilles27@finanza,

leggi i prezzi per bene .. Unicredit oggi ore 10 e 38 quota 6,26 e non 7 Mps quoata 1,07 e non 1,13 ….

PORTELLO
Scritto il 17 Settembre 2014 at 11:35

ma MPS che fine fara’?
non credo brutta con tutti i soldi che ci han messo dentro…
mi pare ci fosse un progetto di unirla alle poste ma credo che adesso lo stato sia praticamente quasi uscito no dato che manca da ripagare una piccola parte di tremonti bond

gilles27
Scritto il 17 Settembre 2014 at 12:02

vito_t@finanzaonline,

vito_t@finanzaonline,

SENZA FARE TROPPI SOFISMI, E’ LA MATEMATICA CHE E’ UNA BRUTTA BESTIA.
SE UN’AZIONE QUOTA 100 EURO E PERDE IL 90% VA A 10 EURO, GIUSTO?
PER TORNARE A 100 IL TITOLO DEVA FARE UNA SALITA PARI AL 900% ( UN PO’ MENO PER L’EFFETTTO COUMPANDIG). DANILO HA RAGIONE A DIRE UN NOTEVOLE RECUPERO, INFATTI UNICREDIT DAI MINIMI HA FATTO “CIRCA” UN RECUPERO/GUADAGNO/PERFORMANCE DEL 250%..!! E SCUSA SE è POCO!!

vito_t
Scritto il 17 Settembre 2014 at 12:36

gilles27@finanza,

Ma secondo te un titolo che perde circa 43 euro dai suoi massimi e ne recupera ben 4 ha messo a segno un corposo recupero ? ma questa è roba da psichiatria ….!
Nell’articolo all’inizio si fa riferimento a ” … ultimi mesi …” mentre il recupero a cui ti riferisci è stato effettuato in anni ovvero da metà 2012 … Negli ultimi mesi invece i titoli bancari hanno lasciato sul campo molti punti percentuali vedi B.co Popolare da 16,4 a 12,5 Mps da 1,60 a 1,08 Unicredit da quasi 7 a 6,26 e basta che guardi i grafici …
Ma poi Unicredit è quello che probabilmente è risalito di più ma ce ne sono alcuni che sono ancora sdraiati sui minimi storici vedi Carige , Mps Credito valtellinese , oppure che qualcosa hanno ripreso come Bnaco Popolare da 6 a oltre 12 ma che era a 130 nel 2007 e a 38 nel 2009 !!! io credo che DT si sia espresso in modo un pò superficiale e chiaramente come il titolo del post fa pensare in chiave catastrofica , utilizzando solo una parte del percorso borsistico dei titoli bancari ….

gilles27
Scritto il 17 Settembre 2014 at 14:04

vito_t@finanzaonline,
…RIBADISCO:
SENZA FARE TROPPI SOFISMI, E’ LA MATEMATICA CHE E’ UNA BRUTTA BESTIA.
SE UN’AZIONE QUOTA 100 EURO E PERDE IL 90% VA A 10 EURO, GIUSTO?
PER TORNARE A 100 IL TITOLO DEVA FARE UNA SALITA PARI AL 900% ( UN PO’ MENO PER L’EFFETTTO COUMPANDIG). DANILO HA RAGIONE A DIRE UN NOTEVOLE RECUPERO, INFATTI UNICREDIT DAI MINIMI HA FATTO “CIRCA” UN RECUPERO/GUADAGNO/PERFORMANCE DEL 250%..!! E SCUSA SE è POCO!!
…Non è roba da “psichiatra” ma è solamente matematica.
ciao Vito_T e buona giornata.

lupolucio70
Scritto il 17 Settembre 2014 at 14:46

gilles27@finanza,

vito_t@finanzaonline:
gilles27@finanza,

Masecondoteun titolocheperdecirca43 eurodaisuoimassimienerecuperaben4 hamessoasegnouncorposorecupero? maquestaèrobadapsichiatria ….!
Nell’articolo all’iniziosifariferimentoa ” …ultimi mesi …”mentreilrecuperoacuitiriferiscièstatoeffettuatoin anniovverodametà2012 … NegliultimimesiinveceititolibancarihannolasciatosulcampomoltipuntipercentualivediB.co Popolareda16,4a12,5Mpsda 1,60 a 1,08Unicreditdaquasi7a6,26ebastacheguardiigrafici…
Mapoi Unicredit èquellocheprobabilmenteèrisalitodipiù macenesonoalcunichesonoancorasdraiatisuiminimistoricivediCarige, Mps Credito valtellinese ,oppurechequalcosahannoripresocomeBnaco Popolareda6aoltre12 macheeraa130 nel2007e a38nel2009 !!! iocredo che DT sisiaespressoinmodounpòsuperficialeechiaramentecomeiltitolodelpostfapensareinchiavecatastrofica ,utilizzandosolo unapartedelpercorso borsisticodeititolibancari ….

concordo pienamente e RIBADISCO che le banche italiane hanno pagato molto di più rispetto a chi realmente a creato la crisi, con i suoi derivati spazzatura (derivati che adesso vengono considerati anche dall’Eba più solidi dei titoli di stato italiani…..) ma di cosa stiamo parlando????? l’analisi di SNL
è solo carta straccia

Scritto il 26 Settembre 2014 at 03:21

[*] Italy: the evolution of the bank business model [*]

… “The accounting for accrued interest under International Financial Reporting Standards (IFRS) permits interest on all loans, including non-performing loans (NPLs), to be accrued.

As a result, Italian banks continue to recognize interest income on NPLs even though the borrower is likely not to repay either the principal or the interest or both, resulting in the NIM being overstated.

This accounting treatment also encourages weak banks to keep old NPLs that have accrued large amounts of uncollected interest.

The interest earned on the large volumes of government bonds financed by cheap central bank funding (LTRO) has also temporarily boosted interest margins.

Since 2011, exposures on Italian government securities have almost doubled, from €200 bn in January 2011 to €382 billion in May 2014.

Like in other EU countries, the protracted recession and the high levels of corporate leverage have significantly deteriorated the asset quality of Italian banks.

About half of the corporate debt is from highly leveraged corporates, with interest expenses accounting for over half of the gross operating profit (IMF, FSSA, 2013).

This high leverage, interacting with weak profitability, has created debt-servicing difficulties for corporates and led to an increase in NPLs on bank balance sheets (“corporate-bank” nexus).

Corporate NPLs reached 29%, as of December 2013. As a result, Italian banks have increased loan loss provisions, absorbing more than their entire profits over 2012-2013.” …

… “The Return on Equity (ROE) is defined as net profit (or loss) divided by equity.

The ROE of Italian banks has been NEGATIVE for three years, as banks booked more than €42 billion in losses.

In contrast, the ROE has remained POSITIVE in France and Germany, and rebounded in Spain.

Italian banks are still trading at a discount compared to peers.

Their price-to-book value stood at 0.6 in May 2014, against 0.8 for European banks and 1 for US banks.” …

… “The Italian banking system faces a number of challenges to restore profitability and support the economy.

Low net interest margins, rising regulatory costs, weak loan demand and high cost of credit have undermined banks’ profitability.

While large banks have cut costs through staff reductions, branch closures, and cost savings, mid-size banks have not pursued a similar path.

The weak economy, affecting indebted SMEs in particular, and persistent financial fragmentation have contributed to pressure on banks to deleverage and reduce risk exposures.” …

… “Boosting lending margins, diversifying lending activities, and incorporating new technology will support profitability.

A combination of measures will be necessary to improve bank profitability.

Italian banks will have to rethink their business models, further cut costs, and move to less capital intensive activities.

Bank disintermediation is already advanced in the United States, but less so in Europe and in Italy.” …

… “On the revenue side, banks will have to resume lending on sounder grounds, and price risk based on creditworthiness rather than on guarantees.

Banks will also find it beneficial from a capital and liquidity perspective to diversify towards market issuances and asset management, which generate more stable revenues in a low growth environment.” …

… “Foundations, which are non-profit organizations with political representatives on their boards, remain major shareholders in Italian banks.

As of March 2013, they controlled nearly one-fourth of banking system assets through large participations (above 20% of bank equity).

In the large banks, they often exert de facto control, despite a lower capital share.

(…)

Governance reforms should continue by requiring published audited accounts by foundations participating in banks, limits on their leverage, and proper governance rules.

The ban on foundations controlling banks should be applied in practice, and over time, foundations should reduce their stake in banks to within proper concentration limits.

The largest cooperative banks should also be encouraged to convert to joint stock companies and consolidate as a way to achieve synergies.

Mergers based on solid economic foundations and market logic can facilitate increased efficiency, absorb higher compliance costs, and achieve better diversification.” …

… “The underlying challenges facing Italian banks have abated rather than disappeared.

Their business models and asset and liability management would benefit from substantial changes.

Efforts should prioritize measures targeted towards cost-cutting and NPL disposals in the weakest banks to break the vicious circle between weak financial metrics and lower credit growth.

In turn, these measures would help restore confidence in the wider banking sector and restore credit growth.

The ECB’s forthcoming BSA could provide valuable assistance in restoring banks back to health.

More broadly, it is also a possible catalyst for banks to restructure, and may put pressure on banks to merge, improve their corporate governance, and sell distressed assets to the market.” …

– – –

[*] N. Jassaud (MCM), S. Segal (SPR) [IMF, Selected Issues], “Future challenges facing Italy’s financial sector” – IMF Country Report No. 14/284: September 18, 2014

see to pages 17-23 (or 18-24 / 75)

[also to 24-32 (or 25-33 / 75)]

in the link:

http://www.imf.org/external/pubs/ft/scr/2014/cr14284.pdf

– – –

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