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Italia nella bufera. Terra di conquista per lo straniero

Scritto il alle 09:32 da Danilo DT

Piazza Affari, in un modo o nell’altro, regge bene e chiude in positivo. Complice come sempre una Wall Street in terreno positivo. Però se provo a guardarmi indietro, quasi mi vengono le lacrime, e mi rendo conto che i mercati finanziari saranno anche drogati dalla politica monetaria, ma permettetemi, molto più grave è lo scoprire che è tutto drammaticamente corrotto.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.

Il primo esempio è ovviamente Monte dei Paschi di Siena. La politica ha distrutto la più antica banca d’Italia e chi era in cabina di regia ha fatto tutto quello che poteva inventarsi per polverizzare la dignità di una banca che era un’istituzione, oltre che un pezzo di storia. Si parla di tangenti per l’Acquisto di Antonveneta. Ma questa non è che uno degli aspetti della vicenda.

A leggere l’informativa del Nucleo Valutario della Finanza, la sensazione è quella di trovarsi nel Monte dei Paschi di fronte a una associazione a delinquere. Una banda che era riuscita a pianificare la truffa, l’imbroglio, il gioco delle tre carte. Per ognuno dei soggetti di riferimento, come emerge dall’analisi dello scambio di mail tra il management Mps, cambiavano le comunicazioni sull’acquisto di Antonveneta. Rassicuranti a loro modo per il mercato, per gli azionisti, e per Bankitalia e Consob. Un passo indietro. All’inizio di questa storia, quando cioè muove i suoi primi passi la trattativa per la cessione di Antonveneta. E’ l’8 novembre del 2007 e – ricostruiscono gli 007 del generale Bottillo – «Mps comunica al mercato di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per complessivi 9 miliardi di euro, per l’acquisizione del gruppo Banca Antonveneta al netto della partecipata Interbanca». (Source)

E poi ovviamente, Saipem… e poi ancora le tangenti di Eni e di Scaroni…

L’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, al centro di un inchiesta della procura di Milano e della guardia di finanza per una maxi tangente pagata ad esponenti del governo algerino. Scaroni avrebbe partecipato ad almeno un incontro per far aggiudicare all’Eni e a Saipem le commesse miliardarie. Secondo le ricostruzioni dell’Ansa, l’ad avrebbe incontrato a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari pubblici algerini per gli appalti Saipem. (Source)

E poi Finmeccanica

Secondo l’accusa, Orsi e Spagnolini hanno prima corrisposto ai due intermediari Haschke e Gerosa, «attraverso un contratto di consulenza tra Agusta e GOrdian Service (società riconducibile agli stessi), 400mila euro di cui 100mila venivano consegnati in contanti ai fratelli Tyagi». Successivamente hanno «stipulato contratti di ingegneria, con le società Ids India e Ids Tunisia, per fornire copertura al pagamento (tutt’ora in corso) di somme di denaro per remunerare i pubblici ufficiali indiani e gli intermediari Haschke e Gerosa, in un’operazione economica (l’acquisto di elicotteri da parte del governo indiano, ndr) che vietava la stessa previsione di compensi per la mediazione». Secondo il Gip, inoltre, «Orsi e Spagnolini corrispondevano al consulente Cristian Michel la somme complessiva di circa 30 milioni in parte destinati a sostenere l’attività corruttiva finalizzata all’acquisizione della commessa ed all’esecuzione del contratto». (Source)

Insomma, qui parliamo non solo di pezzi di storia, ma di alcune delle poche aziende veramente internazionali che l’Italia possiede, aziende che rischiano di diventare carna da cannibalizzare proprio dall’estero, che non vede l’ora di addentarsi i gioielli del Bel Paese a prezzi di saldo. E questo NON deve succedere, perché una volta persa la proprietà, ne perderemo anche l’italianità, diventando un paese sempre più scarno e più povero.
E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.

MILANO – Finisce con la scelta dell’amministrazione straordinaria l’ispezione della Banca d’Italia presso la Popolare di Spoleto. L’istituto umbro, le cui azioni erano sospese da stamane in attesa di una comunicazione ufficiale, ha confermato quanto molti temevano: il ministero dell’Economia, con un decreto datato 8 febbraio disposto su proposta di Via Nazionale, ha stabilito lo scioglimento degli organi di governo della banca. Con un provvedimento della Banca d’Italia sono stati invece nominati i commissari straordinari: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile, che si sono insediati oggi. I componenti del comitato di sorveglianza sono Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio. (Source)

Sono senza parole, sconcertato e deluso. Ed anche incuriosito dalla straordinaria tempistica della praticamente contemporanea uscita di una serie di news che hanno distrutto aziende, CdA, progetti industriali. Già viviamo in un paese in profonda crisi, ora ci troviamo a fare i conti con una serie di vicende che mettono in dubbio la credibilità di tutta un’economia. Lo scrivevo oggi su twitter. Il nostro listino, per 1/3 della sua capitalizzazione, ha grane con la legge. Ma siamo in Italia o nel Far West? Ah, è vero, nel far West c’era qualche regola che si rispettava e l’etica poteva ancora essere considerata un valore.

STAY TUNED!

DT

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16 commenti Commenta
alessandroecristina
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 09:46

Ma perchè gli altri paesi(USA _UK_FRANCE_GERMANY) sono puliti?Il migliore ha la rogna!Questa è la fase 2 di mani pulite(giustizia?,ma per favore sappiamo bene che è strumentale!) con conseguenze ancora più nefaste per l’italia!Ma non uno straccio di politico o giornalista che denunci la cosa!TRADITORI DELL’ITALIA!IN ALTRI TEMPI SAREBBERO STATI FUCILATI COME TRADITORI!!!!

ferrariferrari
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 10:02

mps, saipem, finmeccanica, banca popolare di spoleto, mi sembra un pò poco in paese di corrotti e corruttori, cosa stanno facendo le altre procure, stanno dormendo?

paolo41
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 10:05

personalmente separerei le malversazioni bancarie dalle tangenti Saipem, Eni e Finmeccanica.
Per quanto riguarda le aziende che operano con clienti internazionali, occorre specificare che ci troviamo di fronte ad un mondo ancora più corrotto del nostro e, state tranquilli che le commesse che le nostre aziende non sono state in grado di aggiudicarsi è dovuto al fatto che qualche azienda concorrente è…arrivata prima delle nostre….con appropriati “quintali di olio”.
E’ purtroppo un mondo fatto male ed è difficile evitare di adattarsi. E’ invece da recriminare in maniera assoluta, se, in questo giro di tangenti, ne approfittano anche i managers italiani per farsi il gruzzoletto in Svizzera o HongKong.
Totalmente diverso il caso delle banche, perchè sta venendo fuori una vera associazione a delinquere…
Mi meraviglio, però, di due cose: quando è stata acquistata Antonveneta, tutto il mondo bancario e finanziario sentiva profumo di tangenti…Come mai con tutte le intercettazioni, spesso anche inutili, che vengono fatte non ci siano intercettazioni della magistratura e della finanza risalenti a tale acquisizione???
Seconda domanda: perchè tutti questi scandali saltano fuori sotto le elezioni con l’obiettivo mirato di dequalificare ulteriormente il sistema industriale italiano???? Cui prodest????
Che ci sia voglia di fare un’altra tornata di vendite come avvenne negli anni ’90????
A pensar male, spesso, ci si indovina…

Scritto il 13 Febbraio 2013 at 10:09

Tutto vero quello che dite…
ma come ci si può ancora fidare di questi mercati? Insomma dai, è palese che tutto sia montato ad arte per creare sistemi corrotti e mafiosi, atti solo a polverizzare il denaro dei risparmiatori!
O quanto meno il denaro dei cittadini magari meno preparati che si lascia trascinare dalle tendenze, dalle euforie e dai giornali…
Nel nostro piccolo (anche tramite i ns servizi) cerchiamo rpoprio di difendere il risparmio: ormai il mercato è un campo minato. Saltare in aria è un attimo

atomictonto
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 10:25

Stanno giocando una partita politica sulla pelle del Paese.
Lo sanno anche i pivelli che in certi settori, petrolifero e militare in testa, e con certi clienti, Arabi Indiani e cinesi in prima fila, la tangente è organica all’offerta.
Solo che la grana MPS ha colpito la sinistra in campagna elettorale, certa magistratura ha pensato di “pareggiare i conti” ed ora è partita una gtara al massacro a chi ingalera più dirigenti delle due parti in gioco.
Rischiamo seriamente di finire a balle all’aria stavolta visto che il petrolchimico (ENI), le esplorazioni marittime (Saipem) e il settore militare (Selex, Galileo, Oto Melara, Agusta-Westland, Aermacchi…tutte controllate Finmeccanica) erano gli unici settori rimasti in cui siamo agganciati al treno dei primi della classe.
Oltre a questi c’è l’agroalimentare e l’elettromeccanico in cui siamo ancora qualcuno.
Se andiamo avanti per questa strada tra un decennio o due l’Italia sarà un paese che produce macchine agricole e melanzane/pummaroli etc… praticamente un nuovo Perù in mezzo al Mediterraneo.

dfumagalli
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 10:46

“Terra di conquista per lo straniero”

Non siamo né abbastanza onesti né abbastanza scaltri per meritarci di tenere industrie e capitali. Non siamo nemmeno abbastanza onesti ed intelligenti per meritarci una sovranità nazionale, infatti ce la stanno togliendo.

Tutto, ma proprio TUTTO quello che sta capitando ce lo siamo non solo meritato, ma anche “tirato”.

Quando andrete a votare, vedrete votata gente che fa schifo e che rappresenterà fedelmente coloro che li votano. Non c’é congiura, non c’é il cattivone straniero, siamo perfettamente in grado di affondarci da soli.

Non si vuole affossare l’industria? Beh, si eviti di mettere dei ladri al potere. Non accusare gli altri per aver scoperto i ladri, comportamento che fa molto Italiano ma fa anche molto schifo.

kry
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 11:00

alessandroecristina@finanza,

ferrariferrari@finanza,

paolo41,

Dream Theater,

dfumagalli@finanza,

Come è probabile che andrà a finire.——————–
In una fase di acuta restrizione del lavoro, riusciranno a continuare ad avere una qualche forma di occupazione, e quindi di reddito, solo coloro che avranno investito nella propria istruzione e che si saranno messi in grado svolgere un lavoro indispensabile alla Collettività. Non solo, queste caratteristiche sono necessarie ma non ancora sufficienti. Ad esse si dovrà associare una elevata duttilità mentale di adattamento alle future esigenze, cosa che richiederà un netto cambiamento di modo di concepire vita e lavoro. IL RESTO http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/il-nostro-futuro-chi-e-quanto-guadagnera-a-depressione-finita.html

sturmer
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 11:24

alessandroecristina@finanza,

atomictonto@finanza,

Condivido e sottoscrivo!

swinger
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 12:08

atomictonto@finanza:
Stanno giocando una partita politica sulla pelle del Paese.
Lo sanno anche i pivelli che in certi settori, petrolifero e militare in testa, e con certi clienti, Arabi Indiani e cinesi in prima fila, la tangente è organica all’offerta.
Solo che la grana MPS ha colpito la sinistra in campagna elettorale, certa magistratura ha pensato di “pareggiare i conti” ed ora è partita una gtara al massacro a chi ingalera più dirigenti delle due parti in gioco.
Rischiamo seriamente di finire a balle all’aria stavolta visto che il petrolchimico (ENI), le esplorazioni marittime (Saipem) e il settore militare (Selex, Galileo, Oto Melara, Agusta-Westland, Aermacchi…tutte controllate Finmeccanica) erano gli unici settori rimasti in cui siamo agganciati al treno dei primi della classe.
Oltre a questi c’è l’agroalimentare e l’elettromeccanico in cui siamo ancora qualcuno.
Se andiamo avanti per questa strada tra un decennio o due l’Italia sarà un paese che produce macchine agricole e melanzane/pummaroli etc… praticamente un nuovo Perù in mezzo al Mediterraneo.

Quoto in pieno il tuo pensiero! Non si possono assimilare le tangenti incassate da certi dirigenti del MPS con quelle pagate per acquisire commesse da dirigenti di ENI SAIPEM e FINMECCANICA !
Alcuni magistrati ricordano tanto Tafazi ! E se non è italico masochismo il loro, è evidentemente, come tu dici, la voglia di pareggiare i conti ! Ma avete notato che quando si è riparlato della fusione MPS/BANCA121 si è parlato genericamente di coinvolgimenti politici ma nessuno ha osato fare il nome del politico coinvolto cioè D’Alema? Non sono un berlusconiano, ma bisogna riconoscere che se dietro questa storia ci fosse stato lui, sarebbe stato subito sbattuto in prima pagina!

Gigi
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 12:16

Finalmente arriva, triste e malinconico, anche DT a “…scoprire che è tutto drammaticamente corrotto…”…..!!!
Non bastavano gli avvisi di garanzia ‘ad orologeria’ emessi in passato per far sospettare che qualcosa nella magistratura era corrotto? Non bastavano i numerosi magistrati scesi in politica fondando partiti, oppure diventati sindaci di importanti città a far sospettare che la magistratura forse faceva politica? Non era sufficiente il sostanziale immobilismo della magistratura sulla vicenda MPS e la sua straordinaria tempestività sulle vicende Finmeccanica o Saipem per far sospettare che forse faceva favoritismi per ragioni politiche?
E che dire dell’informazione (la Grande Disinformazione Organizzata) prontissima a mostrarci in tutti i modi le battutine sexy di un politico e a non raccontarci dei processi cui é sottoposto un altro?
Oggi sappiamo che persino le canzonette di Sanremo sono cantate solo da chi é iscritto ad un partito, mentre gli altri al festival non entrano neppure.
E così vai in tv a presentare se appartieni ad una corrente politica, non se sei bravo.
E fai il comico in tv solo se fai battute a senso unico, non più quelle a ……doppio senso.
E diventi presidente di una banca se sei amico di un politico; se poi il politico é quello giusto puoi diventare persino presidente dell’ABI.
E se non sei un politico ma vuoi diventarlo, basta che un tuo amico ti nomini senatore a vita e poi capo del governo, che la stampa racconti che stai lavorando ad un provvedimento ‘Salva-Italia’ e che – se i risultati ancora non si vedono – basterà aspettare la fase 2, ma che se ancora i risultati non si vedono allora é perché il disastro lo ha creato chi ti ha preceduto.
I dati ufficiali parlano di un Paese che si sta rapidamente spegnendo, mentre intanto per le prossime elezioni si stanno preparando le solite accozzaglie di partitini che cercano solo di far numero per poter salvare le poltrone.
Non ci resta più molto tempo, ma forse é meglio così.
Forse ripartendo da zero si potrà ricostruire.

ilcuculo
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 12:26

atomictonto@finanza,

Se è strumentale tra due settimane si insabbia tutto …

paolo41
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 13:01

ilcuculo@finanza,

non è, a mio avviso, strumentale per le elezioni, bensi per dequalificare le aziende e metterle in vendita a elezioni concluse, con lo scopo di ridurre il debito dello stato.
Guarda caso, pur con diverso ranking, ci ritroviamo con gli stessi personaggi e partiti che promossero la svendita degli anni ’90….

pinco14
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 13:09

Gigi,

Sintesi perfetta
Condivido totalmente
Applausi
😐

lampo
Scritto il 13 Febbraio 2013 at 20:56

paolo41:
ilcuculo@finanza,

Paolo temo che tu abbia ragione: visti i risultati della “riduzione” della spesa pubblica in Grecia… sanno già che non funzionerà neanche qui. Per cui considerato che oramai un ulteriore aumento delle tasse e’ quanto mai inutile (visto che le entrate rimarrebbero uguali a causa della conseguente riduzione dei consumo), ecco che hanno trovato il sistema per coniugare il fiscale compact con il futuro italiano: la svendita. Mi chiedo se i viaggi per affari svolti da certi personaggi importanti della politica negli anni precedenti… erano per prendere accordi con i futuri compratori…
In ogni caso lo scopriremo molto presto, visto che il risultato elettorale temo che renderà ingovernabile il paese: forse proprio quello che il liquidatore voleva…

giandino
Scritto il 14 Febbraio 2013 at 16:55

Dopo l’ILVA, ALCOA, ENI, MPS i magistrati italiani si lanciano in altre crociate (più o meno giustificate) contro altre grandi aziende italiane. Piazza affari in svendita. Washington e Wall street “ridono”.
Cadono come birilli sotto la scure giudiziaria le teste dei dirigenti delle maggiori aziende statali italiane a cominciare da ENI e FINMECCANICA e siccome si tratta di comparti strategici (petrolio, gas e armamenti) è difficile credere che dietro alla decapitazione dei vertici ci sia solo una improvvisa voglia di combattere la corruzione internazionale e la consolidata pratica di “agevolare” le vendite in paesi difficili aiutandosi con le bustarelle.
Forse la chiave di lettura più interessante ce la dà la prima pagina della sinistrorsa “ La Repubblica” che martedì, in merito alla prossime elezioni, titolava in prima pagina: “l’America ha scelto il centrosinistra”. Nel pezzo si spiegava che in un recente meeting oltreoceano, cui erano invitati i più fidati uomini di Monti, l’ambasciatore USA a Roma, David Thorne, ha detto: “Occorre che un esecutivo di centro-sinistra sia abbastanza forte per governare. L’Italia ha bisogno di una forte maggioranza. La cosa peggiore sarebbe un governo che non riesca a durare”.
Repubblica spiega che quello fatto dall’ambasciatore è “l’identikit di un governo Monti-Bersani” e che si trattava di uno “stop a Berlusconi” e alle forze euroscettiche in vista anche del nuovo ruolo che l’Italia dovrà giocare nel nord Africa delle primavere arabe.
Frasi forti, quasi incredibili per un ambasciatore, tanto che a destra molti hanno pensato che Repubblica avesse un po’ esagerato il racconto, ma quel che è successo nelle ultime ore fa molto pensare.
L’arresto (per sospetta corruzione di militari indiani), di Giuseppe Orsi, presidente di un gruppo che riunisce Aermacchi e Agusta Westland, elimina dal mercato mondiale uno dei maggiori competitor dell’industria bellica USA e la cosa fa il paio con il “cartellino rosso” che i giudici hanno appioppato pochi giorni fa ai manager di ENI che, guarda caso, infastidiva le grandi compagnie petrolifere angloamericane e francesi in Libia, Algeria e Mali, l’area citata da Repubblica.
Il tutto sulla base di intercettazioni che non dicono nulla, di interpretazioni assai discutibili di spezzoni di frasi catturate qua e là, di vere e proprie invenzioni giornalistiche e di testimoni che persino la stampa di sinistra definisce inaffidabili. Il nulla insomma che però sta stravolgendo la campagna elettorale in favore della sinistra e rischia di far chiudere i battenti alle poche grandi industrie funzionanti rimaste in nord Italia.

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