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ITALIA e CUNEO FISCALE: la base per la ripartenza
Era attesa, e anche temuta. Ma purtroppo quando è arrivata, è stata invasiva oltremodo ed ha sorpreso tutti per la sua intensità. E il sistema sanitario? Impreparato, malgrado tutti sapessero che sarebbe tornato il Covid-19. Dalla Spagna, alla Francia, dal Regno Unito al nostro Paese nuove restrizioni si susseguono di giorno in giorno minando così alla base una ripresa che in estate sembrava possibile. Nuovi aiuti per le imprese e le famiglie sono dunque necessari per fronteggiare il lockdown.
Secondo gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale, più pessimistici rispetto alle stime del governo, il Pil dell’Italia quest’anno si contrarrà del 10,6%. Il nostro Paese farà dunque peggio della media dell’Eurozona (-8,3%), confermandosi tra i Paesi economicamente più colpiti dalla crisi insieme alla Spagna (-12,8%) e alla Francia (-9,8%), e facendo decisamente peggio rispetto alla Germania che dovrebbe contrarsi “solo” del 6%. (Source)
A rendere il quadro ancora più negativo sono le previsioni per il 2021. Fino ad alcuni mesi fa ci si aspettava che almeno alcuni Paesi Ue avrebbero recuperato il terreno perso quest’anno, ma ormai appare chiaro che questo non accadrà. Ad agosto si registravano in Italia e in altri Stati Ue (ma non in Spagna già alla presa con l’aumento dei contagi) alcuni timidi segnali di ripresa, con una crescita dell’export (che comunque non riusciva a portare la contrazione delle nostre esportazioni sotto il 7% rispetto allo scorso anno). Ma queste previsioni sono fatte escludendo un nuovo lockdown come quello della scorsa primavera. Se questo invece si verificasse, le stime dovrebbero inevitabilmente essere riviste ancora al ribasso: per il 2020 (o per il 2021 a seconda di quando il nuovo lockdown possa aver luogo) il Pil arretrerebbe di un ulteriore 1,5-2% almeno. Con la desolante impennata dei contagi nelle ultime settimane, si tratta purtroppo di una ipotesi sempre più plausibile.
Secondo alcuni calcoli, le nuove restrizioni introdotte dal governo dovrebbero costarci circa 700 milioni di euro al mese. Restrizioni che pesano particolarmente in Lombardia, una regione che produce circa il 22% del Pil italiano e che ha già visto crollare il proprio Pil di oltre il 9% e ha subito un tonfo nelle esportazioni soprattutto nel settore automotive (-28,4%) e in quello della moda (-24%), registrando un segno positivo solo in pochissimi settori come quello farmaceutico (+20%) e degli alimentari (+2%). Insomma in Italia e in Europa la situazione si fa sempre più cupa, mentre i governi si affrettano a varare nuove inevitabili misure di sostegno alle imprese e alle famiglie.
Anziché buttare nuovamente fondi a pioggia per un tempo indeterminato, se vogliamo dare veramente un forte segnale, sarebbe giunta l’ora di agire sul cuneo fiscale, non pensate?
Insomma signori, il grafico qui sotto parla chiaro. Se oggi un dipendente incassa 100 Euro di stipendio, a quanto ammonta mediamente il costo per l’imprenditore? In Italia registriamo il cuneo fiscale più alto. Il costo è pari a 207 Euro.
107 Euro sono una serie di imposta a carico del lavoratore e del datore di lavoro. Una follia. Volete far ripartire i consumi? Bene, tagliamo queste imposte, sia lato impresa che lato dipendente. Incasseremo meno imposte? Vero, ma è altrettanto vero che alimenteremo i consumi e quindi altre imposte. In parole semplici, la ruota torna a girare. E’ la cosa FONDAMENTALE. Parere personale, ovvio.
Tutto facile? Ma neanche per sogno! Perchè ormai è arcinoto, la coperta è corta e il nostro rapporto debito PIL è drammatico. Ma se dobbiamo abbattere questo “ratio”, occorre agire anche sul denominatore (PIL) e non solo sul numeratore, non vi pare? Il che comporterebbe un effetto moltiplicatore sulla crescita economica, sul benessere degli italiani e sulla fiducia degli stessi. Insomma, ci sarebbe la possibilità di vedere quella che è chiamata RIPARTENZA. Almeno secondo me.
STAY TUNED!
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ma come, e la decrescita felice ?
ma lo sai che con i bonus monopattino …
politica brutta, ladri, un paio di fanc##, taglio ai parlamentari e tutto va a posto
li ha votati il 35% degli italiani
siamo il paese delle opportunità, un ex venditore di bibite allo stadio può diventare ministro degli esteri, a cosa serve studiare ?
gli altri due partiti pur di non far governare l’altro si sono messi con questi mentecatti scappati da casa perdendo quel poco di credibilità che avevano (ne avevano ?)
torneremo alle città stato, ad alcuni il doge ad altri i Borbone, avanti Savoia !
… e ricercherei un tantino di sobrietà nella sbornia di covid che occupa il 120% dell’informazione, tra tutti morti e andiamo tutti in discoteca a rimini a marzo almeno una via di mezzo la consiglierei, le aspettative deluse possono creare molti danni
IL GOVERNO DEI CITRULLI E DEI CAZZARI…AVANTI COSI’ CHE MI VIENE DA RIDERE (O DA PIANGERE??)
john_ludd@finanza:
draziz@finanza,ma come, e la decrescita felice ?
ma lo sai che con i bonus monopattino …
politica brutta, ladri, un paio di fanc##, taglio ai parlamentari e tutto va a posto
li ha votati il 35% degli italiani
siamo il paese delle opportunità, un ex venditore di bibite allo stadio può diventare ministro degli esteri, a cosa serve studiare ?
gli altri due partiti pur di non far governare l’altro si sono messi con questi mentecatti scappati da casa perdendo quel poco di credibilità che avevano (ne avevano ?)
torneremo alle città stato, ad alcuni il doge ad altri i Borbone, avanti Savoia !
come si dice dalle mie parti fanno le cose a “cazzo di cane” !!!!!! (ho notato che invecchiando si diventa più triviali ). In Calabria la Finanza ha scoperto che su 92 percettori del BONUS 77 non ne avevano diritto …..
cosa vuoi che sia, basta stampare. Poi un giorno i pochi che lavorano e producono, quei soldi freschi di stampa smettono di accettarli … poi ?
paolo41,
ma quanti bonus BEBE’ QUA-QUA- PEREPEE’ ,NONNI,BADANTI, ZII, PRONIPOTI, per MONOPATTINI, CICLOPATTINI, con ROTELLE E ZITELLE e redditi di cittadinanza, inclusione, emergenza ,assistenza INUTILI SE NON DANNOSI , ma quanti soldi hanno buttato???? in tanti rivoli incontrollabili ,tutte mancette pre-elettorali (ricordo che c’erano le regionali in settembre): tutto debito pubblico in crescita esponenziale.. e per chi lavora veramente nada de nada…cuneo fiscale questo sconosciuto lo dovevano ridurre il luglio 2020 e invece quei soldi sono andati in sussidi diretti al 70% a chi non ne ha i TITOLI.
piuttosto dovevano, per chi veramente ha problemi di reddito e non arriva a fine mese, dare buoni pasto e buoni affitto….quelli si diretti a chi ha veramente bisogno e FACILMENTE CONTROLLABILI
adesso abbiamo un debito pubblico TALMENTE FUORI CONTROLLO CHE NEMMENO TROVANDO
UN GIACIMENTO DI PLATINO GRANDE QUANTO L’ITALIA INTERA RIUSCIREMO MAI PIU’ A RIMETTERLO SOTTO CONTROLLO.
Caro DT,
complimenti per i conteggi, mi permetto di dire che sono giusti, anche se non ne hai bisogno.
Da imprenditore il calcolo che ho fatto io non è 207, ma 210 !!
Ma sono bruscolini rispetto all’enormità della percentuale che comunque hai sottolineato.
Nessuna meraviglia che il PIL non cresca da tempo, viene di fatto drenata liquidità dallo Stato, ma non solo, e si disincentiva l’intenzione di produrre di più.
Infatti, più produci e più paghi e vieni anche più tassato e sottoposto a prelievo contributivo.
Io stesso, da tempo, ho detto stop.
Perchè lavorare per 80 h. alla settimana (questo facevo…) se il risultato economico è addirittura inferiore alle 48 h. ?
Questo significa che ho scelto di assumere di meno, di cercare meno clienti (e ti garantisco che per la mia azienda i mercati esteri sono una ghiotta e continua opportunità, che non sfrutto per scelta) e di investire di meno.
In sintesi: questa bestia (io) ha detto basta alla mungitura selvaggia da parte dello Stato.
Contattato da un paio di investitori, sto seriamente pensando di trasferire all’estero know-how e competenze varie.
Qui non meritano di avere di più.
Sono dotati della miopìa tipica dello sfruttatore del bordello di Macao, siamo carne da cannone, expendables.
E ora stanno finendo di distruggere il tessuto economico costituito da microimprese.
Loro pensano di far ripartire il tutto con lo smart working e le vendite online, con l’ingresso delle multinazionali.
Peccato che il grosso della forza lavoro non sarà mai riassorbita, il pubblico pagante dei consumatori sempre più risicato e, soprattutto, molti dei prodotti venduti sul territorio nazionale proverrà dall’estero (e ci sono da tempo già casi eclatanti in merito).
Non andrà tutto bene così, sapevatelo.