ITALIA: Banche nuovamente in difficoltà. E occhio a Unicredit

Scritto il alle 13:32 da Danilo DT

unicredit-profumoBanche italiane sempre nel mirino degli operatori. Oggi parte anche l’aumento di capitale del Banco Popolare. E poi c’è l’aumento di Veneto Banca, e poi tante altre incertezze in un settore, quello bancario, che continua ad essere molto traballante.
I NPL e la gestione degli stessi, più una redditività del settore che mette in difficoltà la maggior parte dei bilanci. Ecco perché Visco tuona a favore delle fusioni tra istituti.
Ma siamo onesti. Non deve preoccuparci quanto ormai è noto. Quanto è successo, possiamo dire che è circoscritto e praticamente curato. Ciò che più preoccupa è quello che ancora NON sappiamo.

Non voglio creare allarmismi ma gira voce di qualche grosso bubbone in procinto di esplodere, di cui il mercato non è ancora a conoscenza, che potrebbe condizionare fortemente il settore bancario.
Ripeto, voci di corridoio e quindi rumors che potrebbero essere infondati.
Diamogli il peso che meritano, quindi ZERO.

Intanto però questo grafico, lo ammetto, mi inquieta. E chi conosce l’analisi tecnica sa perché. La protagonista è una delle banche principali in Italia, ovvero Unicredit.
Sia ben chiaro, con questo non voglio dire che è proprio Unicredit la banca incriminata, ma una rottura tecnica così netta su una banca così importante potrebbe avere conseguenze su tutto il settore che, quindi, continua a manifestare tutta la sua debolezza.

Grafico Unicredit

UNICREDIT-CHARTSempre su Unicredit, occorre ammettere, qualcuno non ha avuto proprio la mano leggera ultimamente…

“Non si è mai visto che in una banca a significato sistemico un amministratore delegato venga mandato via e non ci sia nessuno pronto a entrare. Andrebbero licenziati gli azionisti”.

A parlare è l’economista Alessandro Penati. Questa non potrebbe essere “turbativa di mercato”? O forse solo un giudizio troppo critico? O magari una mezza verità?

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3 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 6 Giugno 2016 at 14:33

…Deutsche Bank docet…..

atomictonto
Scritto il 6 Giugno 2016 at 14:38

La cacciata di Ghizzoni con queste modalità non ha senso e giustamente non è piaciuta al mercato.
Quando si fa un cambio strategico di queste proporzioni si devono avere dei MOTIVI e quindi aver individuato delle SOLUZIONI…poi si provvede ad eliminare il motivo e ad attivare le soluzioni. Tantopiù che la “selezione” dell’AD di una banca di quelle dimensioni si fa reciprocamente in base ad una Visione, Poteri e Strategie ampiamente discusse e valutate PRIMA della firma…non è una posizione da “6 mesi di prova poi vediamo, al massimo ne cerchiamo un’altro”.
Inoltre Ghizzoni, alla fine, la banca l’ha ristrutturata bene o male e l’ha riportata al profitto (1,8 MLD nel 2015, 400 MIL nel Q1 2016…in flessione ma comunque profitto).
E temo anche che, purtroppo molto all’Italiana, Ghizzoni abbia pagato anche un certo atteggiamente mite e compassato e forse persino (sarebbe il colmo) l’assenza di un Physique du Role (alla Jamie Dimon per capirci, l’americanone alto, piazzato e pieno di capelli…).

draziz
Scritto il 6 Giugno 2016 at 14:52

…e se fosse…una fusione…con un altro Big Player…e dovesse avvenire a prezzi più bassi di quelli attuali, in modo che qualcuno possa inserirsi e controllare meglio…?

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