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Un inizio anno con il botto!
Credo sia davanti agli occhi di tutti quello che è catalogabile come uno dei peggiori inizi anno della storia.
Le motivazioni di questa violenta correzione sono le stesse che già ci facevano preoccupare a fine 2015: Cina, geopolitica e normalizzazione dei tassi USA. A questo proposito, il dato sul mercato del lavoro di venerdì scorso (8 gennaio), forte ma con un’inflazione da salari molto limitata, ci porta a propendere verso un paio di rialzi quest’anno (appena prezzati dal mercato). Questo fatto depone teoricamente a favore di una nuova rivalutazione del Dollaro USA.
E poi i mercati azionari. I forti ribassi degli indici nella prima settimana (MSCI World -5%) e ulteriore discesa dei prezzi delle materie prime (petrolio WTI a 32$/barile) sono ascrivibili a vari fattori tra cui tensioni in Medio Oriente (relazioni diplomatiche interrotte tra Iran e Arabia Saudita) e rinnovati timori sulle prospettive di crescita nei paesi emergenti (soprattutto della solita indecifrabile Cina).
Il fattore che più preoccupa i gestori nelle sale operative è lo scivolamento della parità della valuta cinese contro dollaro USA (CNY/USD). La debolezza degli indicatori macro però (indici PMI manifatturieri al di sotto delle attese) non è da ritenersi così preoccupante: certamente l’economia non brilla ma si è sostanzialmente stabilizzata e si devono ancora vedere gli effetti delle manovre espansive fiscali di novembre e monetarie (passate e future). Il che quindi depone a favore di possibili riprese del listino di
Shanghai, ultimamente molto penalizzato.
Certo è che quanto si è visto non ha fatto altro che confermare le poche capacità gestionali della PboC, e delle autorità cinesi in genere. Vedasi anche le clamorose operazioni di blocco del mercato azionario (temporanea e definitiva) in caso di ribassi eccessivi delle quotazioni (5% e 7% rispettivamente), meccanismo entrato in vigore a inizio anno ed abbandonato senza tante spiegazioni una settimana fa dopo essere scattato in due giornate. Ovviamente queste indecisioni sono pura benzina da buttare sul fuoco della speculazione, che ha alimentato violentemente la volatilità dei listini, e non solo quelli cinesi.
Tornando al mercato dei cambi, secondo noi, i margini di un ulteriore crollo del cross USD/CNY sono limitati. Quindi ci aspettiamo per le prossime settimane una certa stabilizzazione delle quotazioni, il che favorirà sicuramente il RISK ON e la ripresa degli investimenti sui mercati più rischiosi, Shanghai in primis (che tra le altre cose, inizia a viaggiare a quotazioni interessanti). (…)
(tratto dal report “SpecialFocus”, dietro gentile concessione di InvestimentoMigliore.net)
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