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INFLAZIONE: MOTORE FUORI GIRI

Scritto il alle 12:10 da Danilo DT

inflazione.jpgI nodi vengono al pettine. Molti mesi fa, discutevamo su questo post in merito al più grande rischio a cui andavamo incontro. Un rischio che il mercato stava sottovalutando e che, in passato, ha ciclicamente sempre fatto dei gran bei danni.
Il rischio, come avrete già ben capito, è niente poco di meno che l’inflazione.
La mia paura non era solamente legata al fenomeno inflattivo preso singolarmente. Non dimentichiamo mai, infatti, che oltre all’inflazione di cui si parla sempre (che definiamo “cattiva” in quanto pericolosa sia per il potere di acquisto del consumatore e sia per la crescita economica), c’è anche un ‘inflazione che invece definiamo “buona”. Quest’ultimo tipo di inflazione deve esserci per poter garantire una stabilità, una crescita e un’economia che gira.

Immaginate di avere un’automobile (economia) che ha un motore (inflazione) che serve per farla andare avanti.
Se il motore va fuori giri (Inflazione alta) allora succede che si potrebbero avere dei grossi problemi. Se invece il motore va regolarmente, allora la macchina proseguirà in modo corretto il suo tragitto.
Ovviamente ho banalizzato all’ennesima potenza, ma volevo spiegare a chi magari non conosceva il concetto qual’era l’”inflazione buona”.
Il problema, oggi, è ovviamente il seguente: il motore sta andando fuori giri. E il pilota (Banche Centrali) hanno difficoltà per portare alla normalità la situazione.

Inflazione dovuta alle materie prime

Qualche dato per farvi rendere l’idea. Un chilo di pasta, solo un anno fa, costava 25 centesimi in meno. Pochi spiccioli, che però sommati ai rincari su gasolio, pane, latte e mille altri prodotti rischiano di pesare sulle finanze degli italiani ben 1.500 euro in un anno. Un salasso pari a un mese di stipendio medio. I numeri che preoccupano consumatori ed istituzioni arrivano dalle rilevazioni sui beni al consumo dell’Istat. Si analizzano i prezzi, si paragonano a quelli precedenti, si fa la media e si scopre che in solo un mese, quello di giugno 2008, l’inflazione è arrivata a quota 3,8% rispetto al 3,6% di maggio, portandosi ai massimi storici dal luglio 1996. Un aumento mensile dello 0,4% su prezzi che erano già considerati alti.
Sul trono dei rincari alimentari mettiamo quindi la pasta (+22%), il pane (+13%), il latte (+11%). E poi tutto il resto. Non sarà che qualcuno ne ha anche approfittato un po’? Ovviamente si. Ma questa è un’altra storia.
E poi… E poi c’è l’energia. Petrolio a quota 144 $/bar (target del blog raggiunto), con benzina che fa un +%% in un solo mese. Il gasolio? +5.5% al mese e ad un anno … ben +31.2% !
L’impatto di questi dati è sufficiente per garantire mesi di rallentamento e difficoltà. La storia ce lo insegna.
Sul da farsi, beh, ci sono tante teorie, alcune anche illustrate dal sottoscritto. Leggete questo articolo sull’argomento. Però come si è detto mille volte, la situazione si presenta molto difficile, in quanto, a causa della richiesta dei paesi Emergenti, la domanda di commodities non tende a scendere. E quindi l’”effetto regolatore naturale” viene meno.
Vedrete, lo scenario non è bello, e il peggio lo avremo l’anno prossimo.
Rimbalzi sporadici esclusi.

STAY TUNED!

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Grazie e buona lettura!
DT

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