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Fuori dalla crisi
E’ quanto si legge sui giornali usciti nel week end. Sono diversi gli articoli che “gettano benzina sul fuoco”, ad alimentare un rialzo che, ribadisco, secondo il sottoscritto è legato più che altro a motivi tecnici (ricoperture, window dressing, stagionali) più che ad un consistente miglioramento dei fondamentali macroeconomici.
Ma, si sa, i giornali devono vendere, e per vendere non possono uscire con un titoli del tipo “la borsa sale un pochino, ma poi forse andremo male”. La storia si ripete e probabilmente si ripeterà per l’ennesima volta. Resta il fatto che si sta cercando di alimentare un sentiment positivo che era venuto meno, a seguito delle news negative in arrivo soprattutto da Oltreoceano.
FED: test per sentire il polso degli USA
E già da domani capiremo meglio come stanno veramente le cose. L’appuntamento del FOMC, dove è scontato un taglio di 25 bp, darà la possibilità all’ormai poco credibile Bernanke di dire come stanno le cose, sempre se ci racconterà come stanno veramente le cose.
Effettivamente qualche raggio di sole è arrivato, in queste ultime ore. Tanto per cominciare i consumi: si temeva un crollo verticale in un momento topico come quello Natalizio. Ed invece, sono salite del 3.5%. L’attività manifatturiera e non manifatturiera ha retto, come anche le vendite auto. In compenso la fiducia dei consumatori è calata. Anche perché negli USA giornali e TV parlano sempre più spesso di recessione. E questo a Mr. Smith non fa piacere, anche se forse anche stavolta pensa che se la caverà.
Come scrive uno dei più autorevoli giornalisti economici italiani, Walter Riolfi, è veramente curiosa la differenza tra cosa percepisce l’americano medio (il nostro Mr. Smith), e cosa invece prevedono case d’affari, merchant bank, classe politica. I primi mantengono una positività di fondo, mentre i secondi non nascondono una preoccupazione sempre più elevata.
Mr. Smith: The Dreamer
Ma come potrebbe essere diversamente? Da sempre Mr. Smith è un sognatore. Si mangia i soldi che ancora non ha guadagnato. Ha fiducia sulla sua capacità di cadere ma di rimettersi in piedi a tempo di record. Questa crisi non è la prima e tanto meno sarà l’ultima. E lui sente che anche stavolta ce la farà. Sì, ce la farà perché i politici (propaganda?) gli daranno una mano, con un piano salva mutui. Ancora non ha capito bene se questo piano andrà anche a suo favore, ma poco importa. Gli verranno incontro e quindi tutto si sistemerà.
Ma è veramente così?
I mercati sono di parere opposto. Ma c’è anche chi dice che già stanno scontando tutto il negativo possibile ed immaginabile.
La verità, secondo me è un’altra. Come ho già detto in passato, a causa di derivati e subprime, non si riesce a quantificare concretamente i numeri di questa crisi. E quindi è tutto tremendamente relativo e aleatorio. E io personalmente continuo a vedere grigio scuro per il 2008.
Crisi immobiliare fino al 2009
A confermare questo scenario, ci ha pensato Moody’s: secondo l’agenzia di rating, la crisi immobiliare durerà fino al 2010. Quindi, miei cari signori, c’è il rischio concreto che siamo all’incirca alla metà della crisi. Ora fatevi due conti e traetene le conseguenze. Se le cose stanno veramente così, escludo che la crisi immobiliare non vada ad intaccare concretamente PIL, sentiment, consumi ecc, nella speranza che non arrivi la recessione, altrimenti la crisi si protrarrà anche per tutto il 2010.