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INFLAZIONE GERMANIA: scoperto l’uovo di Colombo!
Quanto volte ho spiegato che l’inflazione era dannatamente condizionata dall’andamento del prezzo del petrolio e che la recente correzione dell’oro nero avrebbe comportato una matematica correzione del tasso inflattivo e che, allo stesso tempo, ci sarebbe stato un ricalcolo di tutti gli scenari di inflazione attesa futura?
Beh, chi mi segue ne è ben al corrente (non più tardi nel video TRENDS l’ho spiegato settimana scorsa).
E quindi la notizia che oggi ha tanto sorpreso il mercato, in realtà è una NON notizia ma una ovvietà. Evidentemente non per tutti. Parliamo di tasso inflazione in Germania, il paese che effettivamente ha la crescita economica tra le più forti e che più di ogni altro può parlare di reflazione. Malgrado tutto a comandare non è, appunto, la crescita economica.
Piazza Affari è più debole (-0,21% a 20.234 punti l’indice Ftse Mib) dopo che a marzo l’indice dei prezzi al consumo preliminare tedesco è aumentato dello 0,2% mese su mese e dell’1,6% anno su anno. Il dato ha deluso le aspettative del consenso sia su base mensile (+0,4%) che annuale (+1,8%). L’indice dei prezzi al consumo armonizzato preliminare è cresciuto dello 0,1% mese su mese e dell’1,5% anno su anno (+0,5% e +1,9%, rispettivamente, il consenso).(…) Lo stesso capo economista della Bce, Peter Praet, oggi ha ribadito che la ripresa e le prospettive dell’inflazione nell’area euro restano legate a doppio filo con il mantenimento dei poderosi stimoli monetari della Bce. Per questo, assieme al fatto che la risalita dell’indice generale non è accompagnata da rafforzamenti della dinamica di fondo dell’inflazione, l’istituzione ha deciso di confermare la sua linea espansionistica, inclusa la “forward guidance”, le indicazioni previsionali sui tassi di interesse della Bce stessa, al fine di garantire una convergenza duratura dell’inflazione verso il target del 2%. (MF)
Ma certo, il QE europeo e la sua capacità di influenzare in modo determinante il tasso inflazione dell’Eurozona. Forse poi ci sono elementi che hanno ben altra rilevanza ed influenza. Proprio come il prezzo del petrolio. E non era un caso che vi ho proposte questo grafico qualche giorno fa.
Quella che conta è l’inflazione core e non quella onnicomprensiva, anche se per la politica monetaria quest’ultima è la più importante.
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