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IL BASTIAN CONTRARIO
Ormai è un dato di fatto. Bisogna adeguarsi e non “sfidare” il mercato in questa fase, altrimenti ci si ritrova con una bella batosta nelle costole. Mercati che lateralizzano, nell’indecisione e dell’incertezza. Tutti con l’attenzione puntata su Wall Street, dove i tre listini chiave, S&P 500, Nasdaq e Dow Jones, si giocano un importante partita “triangolare” (vedi qui) che dovrebbe dare la nuova tendenza per il medio periodo.
Però c’è un listino sbruffone che, invece, fa di testa sua. Certo, è inutile chiedersi il perché. La cosa però soprende per diversi motivi.
Questo listino è Made in Cina ed è il Shanghai Composite Index.
La cosa risulta ancor più strana se si vanno a vedere le ultime news ricevute nei più recenti reports.
Urbanizzazione fallita?
Diverse case danno come imminente un rischio bolla proprio sul continente asiatico, in particolar modo sulla Cina. Un’area geografica che è esplosa grazie alle esportazioni per poi patire all’ennesima potenza il crollo dell’economia e la recessione (la semplifico molto in questa sede…). Risulta quindi normale vedere una sottoperformance di questi paesi rispetto ai paesi definiti “core”.
Se poi andaimo ad aggiungerci le ultime news, vengono i brividi.
Ricordate il grande fenomeno di urbanizzazione cinese? Si parlava di una nuova rivoluzione industriale, di una fase di costruzione di nuove città, praticamente la Cina aveva a che fare con la rivoluzione industriale.
La gente abbandonava le campagne e andava a vivere in città. Si lasciava il lavoro agricolo per passare al settore secondario e terziario. Le conseguenza dal punto di vista umano, socio culturale ed economiche erano chiare. La cina stava vivendo una fase pseudo capitalistica che si poteva definire rivoluzionaria.
Frenata ed incentivi
Poi però…arriva la crisi. E la Cina non frena, inchioda.
Ma questo rallentamento genera un clamoroso dietro front dei cinesi.Infatti il 15 % degli emigrati dalle campagna, se ne torna a casa. E le città si svuotano. Si parla si 25 milioni di persone che tornano alla vita contadina. Le conseguenze, anche in questo caso, possono essere molto forti. Il crollo dell’industria manifatturiera, la recessione globale, il timore per un’inversione di tendenza traumatica, hanno fatto muovere il governo cinese con una valanga di incentivi che sono arrivati e che arriveranno. E forse questa può essere la giustificazione di questo grafico.
La rottura del canale ribassista è evidente. Addirittura siamo sopra alle MM 21 + 55. I volumi sono incoraggianti. IL MACD è positivo.
Che sia un indice “anticipatore” delle tendenza mondiali che al momento non ci forniscono delle risposte? Lo vedremo presto. Intanto però, Shanghai naviga in un mare meno agitato che altrove…
STAY TUNED!