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Hyperinflation? No grazie e se occorre la BCE farà il Quantitative Easing.
Il problema oggi è la deflazione e la BCE è pronta ad agire con ogni mezzo. ancora tassi interesse, LTRO e anche quantitative easing. E i tedeschi che ne diranno?
I super timorosi dell’Iperinflazione possono stare tranquilli. Malgrado una politica monetaria iper-espansiva che continua imperterrita (confermato il QE da parte della FED…per il bene della stabilità del sistema…) il tasso inflazione continua a essere minima, anzi, è quasi deflazione.
Qui trovate i tassi inflazione rilevati da Giappone, paria dell’Abenomics, Unione Europea, patria dell’LTRO e dagli USA, patria del Quantitative Easing.
La BOJ sta continuando on un aggressivo QE per cercare anche di farla crescere questa inflazione ed uscire dalla storica deflazione che accompagna la nazione nipponica da anni. Ma finora, l’aumento delle pressioni sui prezzi è stato percepito solo…da alimentari ed energia. Ed il resto? Politica monetaria da rivedere, che ha certamente dimostrato un certo impatto su talune cose (ovvio, con tutti i soldi che hanno pompato sul mercato!) ma che resta molto deficitaria su altre.
La BCE invece ha tagliato i tassi. Niente LTRO al momento, anche se l’inflazione in Eurozona è la più bassa tra i tre prima citati. Il Monthly Report della BCE stima un tasso inflazione pari all’1.4% nel 2013, 1.5% nel 2014 e 1.6% nel 2015. Sempre al di sotto della “soglia critica” del 2%.
Ma ATTENZIONE, qualcosa si muove all’orizzonte. Se la fase potenzialmente deflattiva la BCE potrebbe anche intervenire con mosse epocali. La prima è portare il tasso sui depositi delle banche presso la stessa in NEGATIVO. In questo modo le banche pagherebbero per detenere in soldi in BCE (così facendo si spera che il denaro rientri in circolo) . La seconda, decisamente RIVOLUZIONARIA per la BCE, sarebbe udite udite… un quantitative easing. Infatti dice Peter Praet, consigliere BCE:
(…) si tratterebbe di una misura che metterebbe a disposizione degli istituti finanziari una ulteriore dose di denaro, come già avvenuto in passato con i prestiti a lungo termine a bassissimo tasso di interesse noti come LTRO, su scala probabilmente ancora maggiore, e soprattutto con una differenza non di poco conto. Un piano di acquisti, e non semplicemente prestiti, metterebbe la BCE sullo stesso piano di altre banche centrali nel mondo, a partire dalla Federal Reserve e dalla Bank of Japan. (Source)
notata la differenza? NON prestiti (LTRO) ma acquisti (Quantitative Easing).
Praet ha sottolineato che questo tipo di interventi non sarebbero una infrazione delle regole della banca centrale, poiché esse non escludono un intervento diretto sui mercati (vietano invece il finanziamento diretto dei governi). Il problema tuttavia resta a livello politico: è noto che la decisione di tagliare i tassi d’interesse è arrivata con una spaccatura nel consiglio dei governatori, in particolare con l’opposizione del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che avrebbe preferito attendere il rilascio del report sull’inflazione previsto per dicembre prima di decidere un taglio dei tassi di interesse. Insomma la solita domanda: la BCE sarà pronta a fare ciò che è giusto al momento giusto? Finora non è andata troppo bene.
Huhuhu…. già mi vedo la stampa tedesca che massacra Draghi, BCE & Co nel caso in cui questi presupposti diventassero realtà.Noi intanto assisteremo teoricamente passivi alle decisioni BCE. Intanto però è chiaro che la BCE prende atto del fatto che ci sono ancora delle armi non convenzionali da utilizzare e se sarà il casò…chissà. Cosa che gli USA per certi versi oggi non possono più dire. E tutti abbiamo davanti agli occhi le conseguenze per il mercato con una politica monetaria iperespansiva.
Se dovessi sintetizzare il tutto, lo farei con un ermine: CONFUSIONE. Confusione da parte di tutti: politici, economisti, burocrati. Volere ma non potere, e con conseguenza il relativo protezionismo che ne deriva. Ed i mercati intanto continuano sulle loro coordinate. Chi più di tutti subisce volatilità è il cross EUR USD. Ma si sa benissimo che il forex per il 70% è influenzato proprio dalla speculazione. Reazione quindi normale.
E sugli USA? Non si sa più che raccontare. Finchè il giochino regge, va tutto bene, ma poi un giorno….
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l’UE diverrà la patria del QE…la cosa piu’ comica avverrà quando i paesi del nord europa supplicheranno quelli del sud di stampare moneta per salvare le loro banche….già sto ridendo come un pazzo…magari i portoghesi e i greci gli risponderanno: ok metà qe per comprare i derivati delle banche francesi e tedesche e metà per comprare il nostro debito…e a quel punto Merkel e Co risponderanno: come no amici? anzi facciamo un bilancio unico europeo e usiamo gli eurobond per finanziarci…sono le difficoltà che uniscono ricordatevelo sempre…
E vai e le borse saliranno alla grande, e la gente al posto di lavorare investirà tutto in equity e compenserà l’assenza di futuri redditi o pensioni con i guadagni di borsa.
Allora domani apro un bel conto presso la Suzuki bank del sol levante mi indebito in yen, con i soldi ottenuti apro un conto presso un broker usa gli do 10 è poi investo per 100, tanto tutto sale e non lavoro più, che bello.
Si perché questa volta sarà diverso dal 1929, dal 2000 e dal 2007 questo è il nuovo mondo, chi non compra equity E’ NU FESSO.
A dire il vero…senza pretenziosità alcuna….e CON IL SENNO DEL POI……risulta essere ” NU FESSO ” chi non ha comprato equity…. in particolare negli ultimi 12 mesi
Quanto al poi…..si vedrà 🙄
in quanto all’economia reale non capisco tutti i discorsi degli economisti, ma una cosa semplice la capisce chiunque anche senza lauree e master in economia, perchè è un’osservazione empirica. se in un paese si distrugge la classe medio bassa, non può che essere un paese in contrazione, non essendoci la massa critica a sostenere i consumi, esattamente l’inverso che succede in un paese in via di sviluppo, quando la classe media nasce ex novo. tutto quello che si fa in questo paese è finalizzato a distruggerla, non c’è via di scampo. e non è un caso. anche il carico fiscale si è spostato lì, elevando le aliquote sul ceto operaio impiegatizio, e alleviando le aliquote sui soggetti con redditi più elevati. (8 punti in meno dal 94 ad ora, i dati precedenti non sono disponibili sul sito dell’agenzia entrate, perchè le istruzioni delle dichiarazioni più datate sono quelle del 94 ) . non c’è via di scampo se non si inverte la rotta. poi le borse saliranno comunque?chi sosterrà i ricavi delle imprese se la gente non ha soldi da spendere?
purtroppo in macroeconomia discorsi come classe media, classe alta, borghesia, proletariato, non contano nulla…quello che conta è che in questo momento c’è una marea di liquidità nel sistema in diciamo così “stand by”, e che nel futuro prossimo la quantità di liquidità con ogni probabilità aumentera’…prima o poi questa liquidità si riverserà da qualche parte…dove?quindi o su acquisti di beni e servizi o su investimenti vari…questa è la “dritta”, e ti assicuro che è un bel colpo averla gratis questa dritta, non capita tutti i giorni avere buoni consigli a gratis, poi sta a te trarre le dovute conclusioni…pace e bene
la deflazione soccorre chi chiedeva un intervento più deciso della Bce adeguandosi alle politiche americane e giapponesi. Se il target è l’inflazione al 2%, un inflazione troppo bassa e il rischio di deflazione, agevolerebbe Draghi ad intervenire direttamente sui mercati restandoall’interno del mandato. Tuttavia resta il problema che la politica monetaria, così come accade in parte negli States, può poco, sopratutto se veicolata dalle banche attuali che per motivi normativi e di convenienza economico finanziario sono restie a fornirla all’economia reale. L’inflazione probabilmente non partirà finché il denaro facile non giunge all’economia produttiva e dei consumi, per ora funge solo per fare carry trade (dei cui profitti beneficiano in pochi o i soliti noti) e finanziare i debiti degli stati o delle grosse società quotate.
Occorre dare impulso ai consumi interni e adottare una politica di investimenti. Queste due cose potrebbero calmierare la necessità di riforme in un momento difficile. Ovviamente le risorse vanno trovate in Europa e trovate dai fondi europei o dai paesi in Surplus commerciale. Il problema è che l’europa non è unita ma ognuno, finche non ci sarà un unione polititica pensa agli affari suoi. Ormai il mondo va troppo veloce per inseguire la storia in processi di consolidamento politico che sono lunghi…
Come due coniugi i paesi debitori e i paesi creditori dovrebbero parlarsi e affrontere i propri problemi in maniera franca, in questo senso intendo che anche i paesi debitori hanno le loro colpe da espiare, e non credere che la colpa sia sempre del vicino.