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FUGA di capitali dai paesi emergenti: il 2015 è da record!
Questo blog è da sempre focalizzato sulle correlazioni intermarket e anche se non esco sempre allo scoperto con ragionamenti sui collegamenti tra le varie asset class, è chiarissimo il fatto che ci si muove sempre su mercati unidirezionali, quantomeno per il momento.
Morale: se fino a qualche settimana tutto andava su, ed il mercato era RISK ON, ora tutto quello che ha una volatilità storicamente maggiore, viene venduto. E quindi si passa RISK OFF.
Impossibile non trovare dei collegamenti tra el varie asset class. In questa sede vorrei buttare un occhio alle Commodity, un mercato che ormai ha raggiunto dei livelli veramente risibili, ma non per questo insuperabili al ribasso.
Guardate al petrolio. Un collasso assoluto. E proprio ieri sera l’oro nero ha subito un altro colpo duro. Si pensava in una inversione ed invece…pluff, un clamoroso -7,61% che rimanda il WTI ed il Brent all’inferno.
Grafico WTI
E con il petrolio, qualcun altro se ne va all’inferno: tutti quei paesi produttori che continuano a faticare il giusto, dovendo confrontarsi con un mercato che non soddisfa di certo i bilanci pubblici. Quindi petrolio da mesi in crollo verticale e quadro economico per i paesi emergenti sempre più problematico. E gli investitori che possono fare? Beh, di certo non corrono ad investire, o quantomeno non adesso. Anzi…gli investitori fanno carte false per riportare i soldi in patria. Guardate questo grafico veramente impressionante.
Fund Flow Emerging Markets
Credo non sia necessario alcun tipo di commento. E’ inoltre palese che fino a quanto non si placherà il crollo delle materie prime, difficilmente torneranno i capitali nei paesi emergenti. E se manca la fiducia della ripresa nei paesi emergenti, se non torna il sereno in Cina, se … se… se…. Intanto però si stima che nel 2015 dalla Cina se ne siano andati la bellezza di 1 trilione di USD. Se non è un numero d’impatto questo…
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