FOMC: Yellen attendista. Prima di alzare, si aspettano gli effetti del ciclone Trump
La riunione del FOMC (che non era seguita dalla conferenza stampa e quindi non c’è stato il “botta e risposta” coi giornalisti) è andata all’incirca come si pensava.
Nulla di fatto e non poteva essere diversamente.
Come sempre però è interessante leggere il report del FOMC, che ribadisce tra le righe la totale indipendenza della FED da tutto quanto gli gira intorno (sopratutto se quel “tutto quanto” si chiama Trump) e che si adeguerà come sempre agli eventi anceh se teoricamente il progetto è quello di mantenere un atteggiamento molto “dovish”. Ecco alcuni passaggi di tale report, tradotto in italiano.
(…)L’inflazione è aumentata nel corso degli ultimi trimestri, ma è ancora al di sotto del target della Commissione al 2 per cento a più lungo termine. Le misure basate sul mercato per la compensazione dell’inflazione rimangono bassi; la maggior parte di dati di indagine basati sulle aspettative di inflazione a più lungo termine sono poco cambiati, a conti fatti. (…)
Quindi per il momento poco cambia per la FED, e questo atteggiamento mi trova d’accordo. Proprio come il sottoscritto, la Yellen vuole vedere, vuole capire e vuole toccare con mano. La teoria espansiva fiscale di Trump potrebbe essere molto invasiva. Ma farà tutto quanto dice? Glielo permetteranno? La chiave è il budget di bilancio che verrà presentato a fine febbraio. Lì si capirà molto di più. E la FED si muoverà di conseguenza e dopo aver visto gli effetti di tale politica.
(…)I rischi a breve termine per le prospettive economiche appaiono più o meno equilibrati. La Commissione continua a seguire da vicino gli indicatori di inflazione e gli sviluppi economici e finanziari globali.(…) Alla luce del deficit corrente di inflazione rispetto al 2 per cento, la Commissione seguirà attentamente i progressi effettivi e attesi verso il suo obiettivo di inflazione.(…)
Ed ecco la frase clou…
(…)La Commissione si aspetta che le condizioni economiche si evolveranno in modo da garantire solo dei graduali aumenti dei tassi di interesse; il tasso dei fondi federali è destinato a rimanere, per qualche tempo, al di sotto dei livelli che dovrebbero prevalere nel lungo periodo. Tuttavia, il percorso effettivo del tasso dei fondi federali dipenderà dalle prospettive economiche, come riferito dai dati in arrivo.” (…) (Source)
In molti vedono questa frase come un monito dove la FED dice chiaramente che NON alzerà i tassi di interesse. Non è vero. La FED dice che, come sempre, si adeguerà al mercato MA si muoverà SE sarà necessario, seguendo l’evolversi della situazione. In altri termini, la FED vuole vedere cosa porterà la politica di Trump, come si muoverà inflazione, salari, disoccupazione e poi si comporterà di conseguenza. Errato mettere dei pregiudizi. Tutto è possibile ed è quello che ci vuole dire la FED.
Cosa sconta il mercato per il meeting FED di Marzo
Se il quadro è potenzialmente inflazionistico, questo sarà tutto da dimostrare visto che ci sono delle dinamiche incongruenti che potrebbero anche compensarsi. Dunque al FED naviga, oggi più che mai, a vista. La strada, ovviamente, è quella del rialzo progressivo. Ma la FED NON alzerà solo perchè glielo ha ordinato il dottore, ma sempre e solo se necessario. E sarà l’economia stessa a dirlo alla FED.
Reazione del mercato
A rigor di logica la reazione del mercato sarebbe dovuta essere neutra ed invece no. Dollaro USA debole (come se la FED avesse già deciso per limitare i rialzi), bond in rafforzamento e Wall Street più debole con petrolio e commodity toniche. Ma è una reazione di breve. Non sarà certo questo comunicato a cambiare le carte in tavola.
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