in caricamento ...
FOMC, SCADENZE e MARGIN DEBT: il momento è catartico!
Ieri sono usciti dati che di per sé non sorprendono nemmeno troppo, ma che hanno confermato una tendenza che resta indiscutibile. E che soprattutto mette ulteriore pressione ad una FED, la quale non può negare l’evidenza.
Il dato era sul PPI, ovvero il CPI alla produzione, alias l’incremento dei costi alla produzione. I numeri visti nel pomeriggio sono quantomeno…importanti…
Se la slide vi dice poco, forse la chiarezza di questo grafico farà fugare ogni dubbio.
E tenete conto che proprio domani avremo il FOMC forse più importante dell’anno proprio perché dovrà tracciare (così si aspetta il mercato) le linee guida per il 2022. E come negare l’evidenza? Il termine “transitorio” è già scomparso ma non basta giocare con le parole, ora bisogna passare ai fatti. E questo non può che intimorire la borsa, far salire i rendimenti e per le logiche di carry trade, rafforzare l’USD.
Powell dovrà di certo usare tutta l’attenzione dovuta con una forward guidance che sia rassicurante e credibile. Due termini che in questo contesto storico sono difficili da accostare anche perché il problema è riuscire a continuare a convincere tutti che “the show can go on” senza intoppi. Infatti vorrei ricordarvi questo.
Margin debt e Wall Street
Ovviamente la correlazione resta ferrea e un aumento (o una percezione tale) dei rendimenti prospettici potrebbe far scendere il margin debt (denaro preso in prestito a fini speculativi) con evidenti effetti sui mercati. Senza poi dimenticare un altro interessante tassello.
Le quattro streghe di fine anno
Il terzo venerdi di Dicembre è una delle quattro scadenze chiave a livello di opzioni e future perché chiudono il trimestre. Per assurdo quest’anno le attese delle scadenze sono inferiori ai soliti dicembre. Però c’è una cosa da dire.
Parliamo di un sottostante pari a 4,3 trillioni di USD di nozionale che scadono proprio in un contesto storico molto delicato, ovvero in concomitanza del FOMC più importante del 2021. Il rischio si chiama ovviamente volatilità. E la FED deve tenere il mostro ben ancorato alle briglie, se perde il controllo potrebbero essere dolori.
STAY TUNED!
–