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FOMC conferma exit strategy programmata: mercati in evoluzione

Scritto il alle 11:01 da Danilo DT

La politica monetaria domina sui mercati finanziari e le mosse della FED condizionano e condizioneranno le tendenze futuro. Come da copione.

Come atteso dal mercato, come detto ieri in questo post, la Fed ha annunciato al termine della sua riunione di politica monetaria la riduzione dei suoi acquisti mensili di titoli di stato per altri 10 miliardi di dollari. L’istituto centrale Usa procederà dunque nella via del ‘tapering’, una mossa secondo me abbastanza aggressiva e coraggiosa che conferma la volotà di proseguire spediti con la “exit strategy”, malgrado le recenti turbolenze nei mercati emergenti e ridurrà il ritmo del suo acquisto di asset a 65 miliardi di dollari mensili, tagliando a 35 miliardi di dollari al mese dai precedenti 40 miliardi gli acquisti mensili di titoli del Tesoro e a 30 miliardi da 35 gli Mbs.

(…) Information received since the Federal Open Market Committee met in December indicates that growth in economic activity picked up in recent quarters. (…) Labor market indicators were mixed but on balance showed further improvement. (…)The Committee sees the risks to the outlook for the economy and the labor market as having become more nearly balanced. (…) Beginning in February, the Committee will add to its holdings of agency mortgage-backed securities at a pace of $30 billion per month rather than $35 billion per month, and will add to its holdings of longer-term Treasury securities at a pace of $35 billion per month rather than $40 billion per month.(…) The Committee continues to anticipate, based on its assessment of these factors, that it likely will be appropriate to maintain the current target range for the federal funds rate well past the time that the unemployment rate declines below 6-1/2 percent, especially if projected inflation continues to run below the Committee’s 2 percent longer-run goal. (Source : FOMC Statement)

La reazione stamani dei mercati non si è fatta attendere. L’indice Nikkei, dopo una perdita durante gli scambi che è arrivata a toccare oltre i 500 punti, ha poi recuperato terreno fino a chiudere a quota 15.007,06, in calo di 376,85 punti.
Ma attenzione, occorre ribadire per l’ennesima volta l’importanza del fenomeno “tapering”.

La FED ieri sera ha confermato la sua volontà di uscire dalla politica espansiva del QE, con un ritmo serrato, pari a -10 mld al mese. In questo modo in tarda estate, la FED avrà terminato con gli acquisti e con il suo sostegno al mercato tramite il QE.
Le ripercussioni su questa politica non sono limitate SOLO ai paesi emergenti.tenendo conto che è la finanza che comanda i mercati e che la reazione che ne deriva sarà globalizzata, In ambito intermarket si evidenzia subito l’importanza di una serie di correlazioni che vengono pienamente confermate.
La prima è ovviamente nel mondo valutario.

Cross USDJPY: il carry trade frena di brutto

In passato vi ho fatto vedere la totale correlazione tra il Nikkei e il cross Dollaro USA vs. Yen. Questa correlazione è ovviamente confermata. Ma attenzione, se andiamo a vedere il legame tra USDJPY e SP500, notiamo che il legame è altrettanto forte.
Che succede? Semplice. Si chiudono, per via del tapering, del rallentamento degli emergenti, della crisi della Cina, dell’uscita dei flussi di capitali dai BRICS ecc ecc (notate, tutto coincidente), tutte quelle operazioni speculative e di carry trade che hanno caratterizzato il mercato e che hanno gonfiato gli utili delle banche d’affari che ormai fanno da anni gli utili non con la gestione caratteristica ma con la FINANZA.

Le valute emergenti subiscono da inizio anno forti correzioni a causa di una uscita di flussi finanziari e di debolezze strutturali.

Performance Valute emergenti vs. Euro da inizio anno

… gli stessi flussi, pian pianino tornano verso le economie “core”. Uno scenario che sarà progressivo e non temporaneo, quindi continuerà nei prossimi mesi. A certificarlo, appunto, la volontà della FED nel continuare con la sua exit strategy programmata.

Le banche centrali tentano la difesa aumentando i tassi, ma sono sforzi che al momento non pagano, il problema, come spiegato, è molto più complesso.

Banche centrali e tassi interesse da inizio 2014

E se i paesi emergenti frenano, le economie “core” non potranno essere indifferenti alla frenata. Guardate questo grafico: rappresenta i volumi di trade commerciali a livello mondiale. In alto trovate la Cina, l’India, la Corea, insomma l’Asia , di fianco il Medio oriente (Oil oriented): Guardate poi sotto il peso anche del Messico. Ormai i paesi emergenti hanno un peso ed un’importanza siderale per le dinamiche economiche. La globalizzazione dominerà e quindi tutto il mondo frenerà.

Morale: aspettiamoci un mercato che “cambia pelle”. Però, siamo sinceri, era quello che già ci aspettavamo.

STAY TUNED!

Danilo DT

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9 commenti Commenta
bergasim
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 12:33

E quindi? operativamente cosa succede le borse collassano?

john_ludd
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 12:45

capisco che “exit strategy” è il termine che usa la stampa ma potresti fare lo sforzo di non adeguarti al mainstream altrimenti il tuo blog perde qualsiasi senso, tante vale leggere repubblica o il sole. La FED ha ridotto del 40% il round addizionale di nuovi stimoli introdotto 15 mesi fa, da 45 a 90. Exit stragety sarebbe 1) portare tutto a zero 2) vendere i 4 trilioni che ha in pancia sul mercato oppure forzare operazioni di segno opposto come reverse repo etc… Quindi non c’è nessuna exit stragety solo una modesta riduzione di acquisti incautamente portati a livello stratosferico che qualora continuassero finirebbero di destabilizzare un già precario quadro. Se li portano a 45 miliardi otterrebero comunque di coprire il 100% del deficit usa. Gran bella cosa disporre della moneta di riserva che è responsabile del 75% di tutti i dissesti finanziari del globo. Cosa non faranno x difenderlo ! Sarebbe poi carino vedere in prospettiva gli effetti su peones come noi altri beneficiati da acquisti di denaro caldo da usa e giappone e appesi alla grande ripresa dell’export verso… i paesi EM che stanno svalutando. Poi c’è il giappone, forse Abe non può più tornare indietro o forse no. Tutto talmente precario che c’è il rischio che salti ancor prima del global peak oil/gas.

Scritto il 30 Gennaio 2014 at 14:34

bergasim,

Non l’ho detto questo … 😉

john_ludd@finanza,

Allora…rispondiamo a John, che come sempre è critico e stimolante. E a me fa anche piacere perchè scatena il confronto.

john_ludd@finanza:
capisco che “exit strategy” è il termine che usa la stampa ma potresti fare lo sforzo di non adeguarti al mainstream altrimenti il tuo blog perde qualsiasi senso, tante vale leggere repubblica o il sole.

Per carità, leggeteli repubblica e sole e ci mancherebbe. Non è perchè sono giornali, allora scrivano solo balle. Io cerco di dare la mia visione che è quella di “smacchiatore” come leggete cliccando qui http://about.me/intermarketblog.
L’exit strategy da qualche parte dovrà pur ben partire! E io vedo quanto sta accadendo come la volontà (e necessità) di tornare progressivamente alla cosiddetta “normalità”. Ci riusciremo mai? E questa è la vera grande questione a cui nessuno oggi può rispondere. SOlo il tempo ce lo dirà.

john_ludd@finanza:
(…) . Poi c’è il giappone, forse Abe non può più tornare indietro o forse no. Tutto talmente precario che c’è il rischio che salti ancor prima del global peak oil/gas.

Lo sai bene, considero l’Abenomics come il più azzardato e disperato evento di politica monetaria del XXI secolo (fino ad oggi). No che non può aver ragione lui. Però OCCHIO che il 2014 potrebbe invece avere successo. Distinguere il breve dal lungo.
Si, lo so, a te non te ne frega un piffero di fare gain nei prossimi mesi, preferisci puntare tutto sui macromovimenti di lungo periodo. La gente però, quando gli parli di lungo periodo, di solito ti dice OK e poi…dopo 15 giorni il lungo periodo è diventato brevissimo.
Ti preoccupi del peak oil/gas e sul fatto che possa saltare? Forse si. Intanto io mi preoccupo moltissimo degli allevamenti di bestiame. Quelli si che stanno iniziando a saltare!!

http://www.today.it/rassegna/gas-metano-flatulenze-bovini-ovini-germania.html

Friendly…

pecunia
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 15:26

bellina la storia delle mucche….. altro che lo s. gas degli USA 💡 💡 💡

john_ludd
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 16:03

Danilo DT,

la storia delle mucche ha fatto il giro del mondo… d’altra parte quanti sono quelli che quando erano ragazzini non hanno provato a dar fuoco alle proprie o altrui scorregge ? :mrgreen:

PORTELLO
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 16:16

john_ludd@finanza,

Sembra che in America quelli a preoccuparsi di piu’ per il peak oil siano i militari…

http://www.theguardian.com/environment/earth-insight/2014/jan/17/peak-oil-oilandgascompanies

john_ludd
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 17:08

PORTELLO,

non lo avevo letto ma afferma cose note, anche se il 99,999% continua a non saperne nulla. Il giornalista ha scritto altri articoli sul tema, anche di recente. La possibilità di evitare una crisi energetica è zero assoluto, l’incertezza è sul “quando” (ma ci sono indicazioni che avverrà entro i prossimi 5 – 10 anni al massimo), e soprattutto sul “quanto” e sul “dopo”.

kry
Scritto il 30 Gennaio 2014 at 23:10

Danilo DT,

Dai su ma non ve lo ricordate un film di Mel Gibon che iniziava con i cattivi che producevano energia con il metano ricavato dagli escrementi dei suini. Allora parliamo di un altro film lo sapevate che i lettori più particolari di questo blog sono la cia e il kgb che a forza di leggere del peck-oil si sono ricreduti e allora hanno deciso di fare leva con una crisi finanziaria così che con il futuro di merda che avanza poi si può andare a tutto gas …… visto che non tutto il male viene per nuocere. 😈

PORTELLO
Scritto il 31 Gennaio 2014 at 16:14

riprendendo l art delle mucche tedesce mi viene da pensare che per andare da milano a roma un giorno le ferrovie inventeranno un vagone chiuso ermeticamente con 10 euro doppio piatto di pasta e fagioli e dopo mezz ora bang…milano roma in 10 minuti…abremagique inclusi

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