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FOMC: cambio di strategia?
Nell’ultimo incontro del FOMC di gennaio, la Banca Centrale americana aveva deciso di lasciare il tasso sui fed funds ai minimi storici, con un range tra lo 0 e lo 0,25 per cento.
La decisione non è stata presa con parere unanime: 9 i voti favorevoli e uno quello contrario. Nel comunicato del Fomc si legge che il costo del denaro resterà “eccezionalmente basso per un periodo prolungato”, una dichiarazione che la Fed ribadisce dall’aprile 2009. Il Fomc ha messo in luce che “l’attività economica continua a rafforzarsi”, ma resterà “moderata per un certo periodo”, una dichiarazione leggermente migliore rispetto a quella rilasciata al termine della riunione dello scorso dicembre. Inoltre, il deterioramento del mercato del lavoro “si sta attenuando” e l’inflazione dovrebbe rimanere “sotto controllo per un certo periodo” e “stabile nel lungo termine”.
Questo è quanto è successo all’ultimo FOMC. Oggi ennesima puntata, ennesima trafila ed ennesima votazione.
In linea di massima è dato per scontato il “nulla di fatto”. Ma quello che più conta è sicuramente quanto ci racconterà Bernanke subito dopo, nella consueta riunione coi giornalisti di tutto il mondo. Infatti non è messa in discussione la conferma del punto “economia che continua a rafforzarsi”, come è certa (secondo me) l’affermazione che tale crescita sarà”moderata per un certo periodo”, però sul resto ci potrebbero essere delle sorprese.
Capitolo inflazione: abbiamo avuto modo di vedere un effettivo aumento dell’inflazione negli USA. Ma questo aumento giustifica una prossima manovra sui tassi?
Secondo me no, anche perché questa inflazione potrebbe tranquillamente rientrare. Però nel resto del mondo le cose vanno anche diversamente. Basta pensare a Cina ed India dove l’inflazione sta iniziando a diventare un pericolo e quindi un problema.
Certo, si tratta di Asia e non di Usa ma in ambito di globalizzazione, l’inflazione potrebbe essere generata indirettamente da questi paesi e quindi sono elementi che non devono essere sottovalutati.
Curva tassi forward USD
Diamo un’occhiata alla curva dei tassi forward, ovvero ai tassi che effettivamente oggi il mercato sta scontando e verificabile dai rendimenti di governativi, con le relative proiezioni per il futuro.
Possiamo notare che sono previsti dei marginale aumenti dei tassi a breve, in maniera più concreta nel prossimo semestre, mentre nella parte lunga della curva le variazioni attese restano minime.
Quindi il fatto che “i tassi rimarranno bassi per un periodo eccezionalmente lungo” è assolutamente scontata dal mercato. Marginali aumenti che però non vanno a cambiare concretamente il quadro di fondo. Si andrebbe quindi ad assistere ad un appiattimento della curva ma di inflazione vera, al momento….non se ne parla.
Poi, come dico sempre ultimamente, non escludo che Bernanke ci illumini la via con un discorso inaspettato. Ma il mercato, in questo momento, non si aspetta grosse novità.
STAY TUNED!
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