FOCUS: Eurogeddon e santa BCE

Scritto il alle 12:00 da Danilo DT

La Moneta Unica sopravviverà? Per quale motivo la crisi non è stata arginata subito? Cosa potrebbe fare la Banca Centrale Europea attraverso l’Eurosistema?

Buongiorno a tutti!

Ennesima puntata della “piccola partnership” (non di tipo commerciale, ci tengo a sottolinearlo) con una casa d’investimento (AnimaSgr) con un approfondimento di indubbio interesse.
Tengo inoltre a precisare che questo video è dedicato soprattutto agli investitori magari non super professionisti, ma è anche interessante per coloro che sono più “navigati”. Piccola nota: il video è stato creato qualche giorno fa ma ritengo sia sempre valido.
Ovviamente sarò ben lieto di leggere i Vs feedback su questa iniziativa. Vi lascio al video e alla sua trascrizione. Buona visione!

La Moneta Unica sopravviverà?

Dal punto di vista della psicosi di massa, la crisi dell’Eurozona sembra avere ormai superato tutti i limiti di guardia. Dopo che perfino l’asta dei titoli pubblici tedeschi è andata male, il tema del giorno non è più il possibile default della Grecia o lo spread eccessivo dell’Italia, ma la sopravvivenza stessa della Moneta Unica. Nei circoli della finanza snob si parla con cinica ironia di Eurogeddon, l’Armageddon (cioè l’Apocalisse) dell’Euro, e tutte le grandi banche d’investimento stanno febbrilmente producendo analisi sugli impatti dell’eventuale disastro.Ma non c’è nulla di ineluttabile. Anche perchè, una rete di sicurezza finale ed estrema esiste e si chiama Banca Centrale Europea. L’Europa si dibatte da due anni in una crisi che ha rivelato tutte le fragilità del suo impianto istituzionale e la disperante miopia dei suoi 17 governi. La crisi ha messo in luce che una moneta e una politica monetaria comuni sono inadeguate a gestire gli shocks se non si dispone anche della leva di una politica fiscale ben coordinata; e ha reso anche drammaticamente chiaro che una politica fiscale comune non è possibile senza l’impianto politico di un’Europa federale.Il totale dei debiti pubblici europei ammonta infatti a solo l’88,6% del suo Pil, mentre quello americano veleggia oltre il 100% e quello giapponese è addirittura al 233%. Il debito complessivo dell’Eurozona è quindi enormemente inferiore a quelli americano, ma gli Stati Uniti (nonostante abbiano perso il rating tripla A) non sono stati investiti da una analoga tempesta finanziaria. L’Europa è stata invece messa in ginocchio da un piccolo paese come la Grecia, paese il cui peso sul Pil europeo è inferiore a quello del New Jersey sul Pil americano..

Per quale motivo la crisi non è stata arginata subito?

La crisi poteva facilmente essere tamponata subito, con interventi mirati e assai meno onerosi di quelli che è ora obbligatorio mettere in campo. Ma farlo avrebbe richiesto un livello di solidarietà, di lungimiranza e di comunanza di intenti che l’Europa non ha ancora saputo costruire. Negli Stati Uniti c’è invece un unico governo federale, una banca centrale libera di intervenire sui mercati e vige un’unione fiscale seria in cui, ad esempio, in 20 anni, il solo Stato di New York ha finanziato per 950 mld di dollari tutti gli altri Stati in deficit. Nella stessa Germania convivono laender ricchi (come la Baviera) e laender poveri (come la Sassonia, la Turingia, il Brandeburgo) ed è lo stato federale che trasferisce le risorse. Questa è la via obbligata per una maggiore stabilità anche dell’Eurozona. Ma -oltre alla determinazione e al consenso- un‘Europa compiutamente federale richiede anche tempo per essere realizzata. Invece i mercati chiedono ora risposte immediate e credibili.
Per fortuna, una istituzione pienamente federale l’Europa ce l’ha già: si chiama Eurosistema, che è il nome del sistema coordinato della Banca Centrale Europea e di tutte le banche centrali nazionali dei paesi appartenenti all’Eurozona.

Cosa potrebbe fare la Banca Centrale Europea attraverso l’Eurosistema?

Per capirlo basta guardare a cosa è risuscita a fare negli Stati Uniti la Federal Reserve tra il 2007 ed il 2011, quando l’intero sistema finanziario americano (e mondiale) si sono trovati sull’orlo del collasso.
In meno di un anno (tra il 2007 e il 2008) ha portato i tassi monetari di riferimento (i Federal Funds Rate) dal 5,25% a 0 ed ha attivato (tra il 2007 e il 2011) interventi “non convenzionali” di sostegno al sistema per un ammontare cumulato potenziale dell’ordine di 4500 miliardi di dollari complessivi . Una cifra impressionante, messa in campo senza esitazioni attraverso almeno una decina di diversi strumenti tecnici, mirati a raggiungere molteplici obiettivi: fornire sufficiente liquidità a banche ed altre istituzioni non bancarie in crisi; sostenere i primary dealers sul mercato dei titoli di stato; dare liquidità alle emissioni di titoli privati e rilevare titoli tossici dai bilanci bancari; aumentare il credito alle piccole imprese ed al mercato immobiliare ed infine ridurre i rendimenti acquistando titoli di Stato sul mercato secondario (per quasi 1200 mld di dollari!).
La potenza di fuoco di una banca centrale è illimitata ed anche la BCE, in caso di necessità potrebbe fare lo stesso. Non è infatti vero che i Trattati europei lo impediscano: la BCE non può finanziare direttamente gli Stati, ma rientra pienamente tra i suoi compiti stabilizzare i mercati finanziari e salvare l’euro.
Ed è proprio la santa BCE che alla fine potrà evitare l’Eurogeddon che molti oggi temono.


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DT

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12 commenti Commenta
gonzalo
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 12:06

Domanda, ma la colpa del crack è della BCE che non stampa carta o del sistema finanziario?
Secondo me si sta confondendo causa ed effetto.

atomictonto
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 12:23

Grazie dell’interessante contributo.
Tra l’altro mi fa piacere che in Anima SGR ci siano persone capaci visto che ne sono cliente.

Scritto il 6 Dicembre 2011 at 13:13

atomictonto@finanza,

I signori di Anima li conosco da tempo, il loro contributo su questo blog è sempre interessante in quanto ha un taglio molto “easy” anceh su problematiche complesse.

gonzalo@finanza,
Se la BCE avesse un maggiore autonomia le cose sarebbero BEN diverse… nel senso che la crisi dell’Euro non avrebbe avuto questi effetti

pepper87
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 13:20

La crisi europea mi ricorda tanto la teoria dei giochi di Nash e gli equilbri non cooperativi. perchè non li invitano al vertice del 9 dicembre?!

ob1KnoB
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 13:47

pepper87@finanzaonline,

Gaio. Mi sembra più il dilemma del prigioniero però.

Scritto il 6 Dicembre 2011 at 14:35

ob1KnoB@finanzaonline,

Che ci crediate o no, sul “dilemma dle prigioniero” stavo per scriver eun post… Ora che mi avete anticipato magari lascio perdere. Vediamo va! 🙂

pepper87
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 14:39

ob1KnoB@finanzaonline,

…beh, sempre parlando in termini di pareto efficienza e teoria dei giochi… speriamo che qualcuno confessi…. 😳

stef569
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 18:48

ma a forza di allargare la massa monetaria (non più pubblicata da 2006 la M3 dalla Fed) qualche potenziale acquirente del debito Usa si porrà la domanda di quale sia il reale valore del dollaro?
produrre illimitatamente denaro è una soluzione o è solo un modo di spostare i problemi nel tempo ma aumentando le proporzioni?

ottofranz
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 21:28

ottimo video.Grazie

silverstone
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 22:50

@Gonzalo
La colpa dei cicli fatti di Boom e poi di Crack è sempre del sistema monetario-finanziario che prima espande il credito e successivamente , a causa dell’eccessiva leva e di crediti incagliati si trova nella condizione di illiquidità.
La BCE , complice i bassi tassi di interesse, favorisce l’espansione. Ma non può intervenire come la FED in qualità di prestatore di ultima istanza. Da cui il possibile Credit-Crunch. Anche se sul mercato secondario ha fatto shopping di BTP alla grande….
Da questa considerazione, molti vengono indotti a pensare che l’interventismo delle banche centrali sia il modo per “salvare” il sistema. Si sbagliano .
L’interventismo della banca centrale sposta solo il problema nel futuro, offrendo una boccata di ossigeno che può durare anche qualche anno, ma lo ingigantisce ogni volta sempre di più, fino al collasso definitivo.
La domanda è :
Meglio soccombere subito ( depressione stile ’29) , o rimandare di qualche tempo anche se sarà peggio ?
Io penso che tutti preferiamo rimandare. In fondo …che furia c’è di morire ?

idleproc
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 23:24

silverstone@finanza,

Io son un pò all’antica. Secondo me il problema parte ed è precedente nell’economia reale.
Le crisi di sovrapproduzione le hanno ammortizzate pompando il consumo e i profitti col debito pubblico e privato e amplificando il credito. Sono decenni… Caduto, vale anche oggi, il livello dei profitti di ritorno dall’investimento nella produzione di beni reali, è cominciata l’orgia finanziaria che di per sè non produce valori reali. La baracca è diventata autoreferenziale. Capitali che sperano di crescere guardandosi allo specchio. Non tornano in impianti, produzione, ricerca, innovazione, qualità di vita sociale. La finanza e la speculazione che ha sicuramente una funzione positiva trovano il loro senso solo nello sviluppo dell’economia reale riflettendone i valori reali, rischio compreso. Con la gestione monetaria e del credito hanno pensato di eliminare il ciclo e coi CDS si sono illusi di eliminare il rischio… ci sono aspetti comici nella vicenda. Hanno sincronizzato a livello globale i cicli e sono sepolti sotto un mare di spazzatura che ci sta cascando tra capo e collo.

idleproc
Scritto il 6 Dicembre 2011 at 23:35

PS. Sulla questione dei 7 anni di… magre, mio cugino ha detto che se fossero “asciutte” ci farebbe la firma.

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