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FINANZA PASSIVA: i giornali scoprono il cigno nero!
Ci voleva un po’ di tempo e poi finalmente anche i giornali si sono resi conti di quanto la finanza passiva sia diventata determinante e volumetricamente pericolosa per i mercati finanziari.
In passato ho più volte parlato di come ormai il peso di hedge funds, ETF e prodotti guidati da software anche di risparmio gestito tradizionale, abbiano ormai raggiunto dimensioni mastodontiche.
ETF grandi protagonisti: la gestione passiva regna (e mette a rischio i mercati) datato 19/09/17
The Super Big Bubble (dominata ora dalla finanza passiva) datato 05/12/2017
In questi prodotti “passivi” è finito molto di quel denaro che la gente ha tolto dalla “finanza tradizionale” causa rendimenti troppo bassi, oppure soldi che arrivano indirettamente dalle casse delle banche centrali.
Mille miliardi di dollari. Secondo le stime di HFR, è solo questione di tempo (poco, per la verità) e gli asset gestiti dagli hedge funds quantitativi supereranno la barriera del suono del trilione: nell’ottobre scorso si trovavano infatti a quota 940 miliardi, quasi il doppio rispetto al 2010. Un caso emblematico è quello della newyorchese Two Sigma, uno dei leader del settore, passata dai sei miliardi di dollari in gestione del 2011 agli oltre 50 miliardi dell’anno scorso.
Domanda: sapete quanto vale il PIL mondiale? Circa 77.000 miliardi di USD… E non ditemi che viviamo in un’economia di carta…
Attenzione poi perché gli hedge funds sono solo una parte della storia. Se allunghiamo lo sguardo anche su Etf e fondi tradizionali, secondo Morgan Stanley le strategie quantitative “controllano” già circa un trilione e mezzo di dollari, dopo una crescita media del 15% annuo delle masse gestite dal 2012 in poi.
Ebbravi amici de Il Sole 24 Ore. Ci è voluto un attimino ma anche voi lo avete capito.
Ma con il dominio degli algoritmi si moltiplicano anche i rischi, come ha sottolineato un recente e molto interessante studio del Financial Stability Board (“Artificial intelligence and machine learning in financial services: market developments and financial stability implications”), l’organismo internazionale istituito dal G20 per monitorare la stabilità dei mercati mondiali. (…)
Il giornale cita poi diversi tipi di rischi che possono essere tali ma che secondo me non sono sistemici. E poi finalmente prendono in considerazione quello che è il VERO rischio della finanza passiva.
(…) C’è un terzo importante rischio: parte delle strategie di investimento adottate delle intelligenze artificiali sono state sviluppate negli ultimi anni, ossia in un contesto di volatilità ai minimi storici e di solida crescita delle Borse. (…) Quale sarà infatti la reazione degli algoritmi al primo “Cigno Nero”, l’evento negativo completamente inaspettato? Cosa avrebbero fatto le intelligenze artificiali nell’autunno del 2008, quando il sistema finanziario mondiale collassò sfiorando per la prima volta nella storia l’implosione? E’ una domanda assolutamente legittima. (Source)
Diciamo che la conclusione dell’articolo è un po’ vaga, meglio intervenire.
Provo a spiegarvi io la questione. Se il mercato gira, e la volatilità aumenta, la maggior parte di questi prodotti di finanza passiva, a partire dagli Hedge Funds, passando da molti prodotti Absolute Return e Total Return che lavorano a “volatilità controllata”, fino ad arrivare agli ETF di ultima generazione più “certificates” di vario tipo, devono per forza di cose rispettare le regole con cui sono stati creati. E quindi alla violazione di certi livelli di stop loss, al raggiungimenti di determinati picchi di volatilità in modo costante, dovranno liquidare.
Me lo immaginate cosa succederebbe sui mercati se MASSIVAMENTE ci fosse un intervento che sarebbe volumetricamente incontrollabile, senza poi dimenticare che è comandato dalle intelligenze artificiali?
STAY TUNED!
Probabilmente quelli delle banche centrali ci pensano a questa cosa.
Intanto mi pare che le borse siano in impennata: non manca tanto alla parabola, più sale e più sale; però poi io mi aspetto una bella caduta.