FINANZA contro ECONOMIA REALE: si allarga ancora di più il divario

Scritto il alle 09:34 da Danilo DT

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Quando si cerca di distinguere economia reale e finanza, si scatenano sempre un sacco di polemiche proprio perché negli ultimi anni le banche centrali hanno avuto un’influenza decisiva su quello che è stato l’andamento dei mercati. Ricchezza artificiale che si è venuta a generare e che ha condizionato non poco le tendenze di azioni ed obbligazioni, accomunate da un trend unidirezionale.
Specialmente negli USA, il QE ha avuto comunque degli effetti positivi sull’economia, cosa diversa in Europa e non voglio ripetermi su questi discorsi più volte discussi su questo blog. Poi sul mondo della finanza, il QE ha avuto effetti distorsivi. Basta guardare la volatilità…. Buttate un occhio a questo schema e benvenuti nel mondo dell’investimento senza rischio…

il QE e la volatilità

qe volatility
Recentemente però qualcosa sta accadendo. Il divario tra economia reale e finanza si sta allargando. Prendiamo il solito nostro indice CESI (Citigroup Economic Surprise Index) e l’indice SP500. IL divario tra i due si amplia sempre di più : che sia un problema solo del CESI? E allora agganciamoci anche il Bloomberg Economic Surprise Index. Il risultato che ne deriva è persin peggiore…

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E’ evidentissimo un violento peggioramento della macroeconomia USA, ma la situazione dello SP500 non è cambiata e resta sempre solidissima.
Per molti questo grafico è l’anticamera del grande capitombolo. Peccato che in molti dimenticano come sia costituito l’indice SP500. La maggior parte di esso è dato da multinazionali che operano non solo negli States ma su scala globale. Tanto per cominciare è evidente un forte miglioramento dello stesso indice CESI in Europa, il che va a compensare la “debacle” USA, miglioramento che nelle ultime settimane si è limato e non di poco. In Europa come in Giappone ed Asia. Quindi il miglioramento delle altre aree non basta a giustificare il divario. Infatti se proprio vogliamo dirla tutta il CESI delle economie sviluppate è comunque peggiorato e non di poco, finendo anche sotto lo zero.

CESI CITIGROUP SURPRISE INDEX 2017 ECONOMIC
Quindi, non sarà l’anticamera di una debacle, ma di certo uno scostamento così forte non è giustificabile per un lungo periodo. E adesso si avvicina l’estate.

STAY TUNED!

Danilo DT

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Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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3 commenti Commenta
atomictonto
Scritto il 20 Giugno 2017 at 11:39

Una bomba atomica in cucina….sopratutto considerando il fronte “eventi esterni” che è vasto è di tremendo potenziale (impeachment Trump, missili Nord Korea, attentati a profusione, Jet Siriano abbattuto con Russia che ora considera quelli USA bersagli, crisi CMBS, default ontinui degli Automotive Loans e dei College Loans in USA…).

Scritto il 20 Giugno 2017 at 11:54

#tuttobene

nimbro
Scritto il 20 Giugno 2017 at 15:57

Non c’è limite al peggio o al meglio, dipende dai punti di vista, chiaramente!!
A chi può interessare l’andamento dell’economia reale: al 95% della gente che, normalmente lavora e produce, o al 5% della popolazione che detiene il 95% della ricchezza mondiale.
Se i mercati dovessero starnutire e i dati economici dovessero peggiorare questo 5% sa perfettamente che le banche centrali sarebbero pronte a innondare con ulteriore ed abbondante liquidità i mercati per cui, che problema c’è.
Mi ricordo quando ero bambino, un pupazzo di gomma gonfiabile che si chiamava Ercolino sempre in piedi.
LA base del pupazzo era piena di acqua per cui lo stesso, nonostante i colpi ricevuti, non cadeva mai.
Oggi i mercati sono i nuovi Ercolini e sappiamo che ci sarà sempre mamma Yellen o Babbo Draghi pronti a riempire la base del gioco di liquidità
Caro Danilo ho letto un tuo post del 25 maggio 2011 dal titolo “Economia reale contro finanza: basta frottole”. Il succo del discorso era praticamente identico a quello attuale.
Come vedi, PURTROPPO, nel mondo tutto cambia e nulla cambia.
Dobbiamo adeguarci ad un mercato azionario in crescita senza fine oppure il risveglio sarà molto ma molto peggio del 2008.

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