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FIDUCIA su RIPRESA e INFLAZIONE: ma qualcosa non quadra
Grande protagonista del mercato, in questi giorni. È stato senza dubbio il petrolio. Ieri in leggero recupero ma protagonista di un crollo non da poco. Ieri mi ha abbastanza impressionato quanto detto dalla Aramco, una società che ha un certo peso specifico nel settore…
Per il colosso del petrolio saudita Aramco le prospettive sono preoccupanti. Il pianeta sta andando incontro a una riduzione della capacità che non potrà essere compensata dallo shale gas americano. A lanciare l’allarme il ceo di Aramco, Amin Nasser, parlando a Instanbul alla World petroleum conference.
La causa è il crollo degli investimenti. Nasser ha sottolineato che la contrazione dei prezzi del petrolio ha mandato in fumo investimenti di circa mille miliardi di dollari destinati all’esplorazione e sviluppo di nuovi progetti.
“Il mondo ha bisogno di almeno 20 milioni di barili al giorno di nuova produzione nei prossimi cinque anni – ha detto Nasser – per soddisfare la crescente domanda”.
Il ceo di Aramco ha poi indicato che l’industria del petrolio sarà il cuore dell’energia a livello globale ancora per molti anni e “la transazione verso l’utilizzo di alternative sarà lunga e complessa”.
Da parte sua Aramco nel prossimo decennio investirà oltre 300 miliardi di dollari per mantenere la capacità produttiva di greggio ed esplorare nuovi progetti nel gas. (Source)
Grafico PETROLIO
Ovvio, i signori di Aramco tirano acqua al loro mulino e in questa sede non mi metto a fare il veggente sul petrolio visto che sono tante le variabili che ne condizionano il prezzo. La mia attenzione va invece al tasso inflazione. Una vecchia logica di mercato. Se il petrolio collassa nelle quotazioni, come farà il tasso inflazione “All items” a tenere la sua corsa al rialzo?
Qualche dubbio mi viene, ma non è dello stesso parere il sondaggio Bankitalia che ha chiesto ai titolari di impresa con oltre 50 dipendenti un parere sulle aspettative del tasso inflazione per il secondo semestre 2017.
Fiducia sulla crescita economica, è evidente, ma forse potrebbe non bastare. Non sarà che le aspettative sul secondo trimestre sono troppo “generose” in tutti gli ambiti, sia di inflazione ma anche di crescita economica?
STAY TUNED!