Eurobond = Stability bond

Scritto il alle 11:50 da lampo

GUEST POST: Eurobond ultima àncora di salvezza?

Già dal titolo avrete capito il contenuto di questo post.

Infatti oggi il Presidente José Manuel Barroso ha presentato il libro verde, messo a punto dalla Commissione europea, per l’introduzione degli “Stability bond“, che non è altro che un’altra definizione (per accontentare la Germania?) degli Eurobond.

Ma quale momento più propizio per tale presentazione, se non quello del flop di collocamento dei Titoli di Stato tedeschi (bund a 10 anni). Una bella coincidenza!

Infatti, secondo la Reuters ([1]), su 6 miliardi di euro di bond decennale da collocare sui mercati, ne è stato piazzato solo il 60%. Il resto li ha dovuti comprare la banca centrale tedesca, che, guarda caso, è proprio quella che si è sempre opposta agli eurobond.

Per la cronaca il Rapporto di copertura dell’asta (bid cover ratio) è stato di appena 1,1, uguale alla precedente asta. L’altra volta però, circa un mese fa, ne erano riusciti a piazzare oltre il 90% (trovate i dettagli delle due aste nel link in nota)!

Ma torniamo ai nostri Stability bond: già il nome riflette sicurezza, senso di stabilità.

Quest’ultima parola la Treccani ([2]) la definisce come:

… situazione di condizioni, grandezze, valori economici caratterizzata non da immobilità ma da continue lievi oscillazioni intorno a un determinato livello“.

Il livello attorno al quale vogliono (sperano?) che si collochi il tasso di interesse offerto come premio agli investitori che li comprano, come egregiamente spiegato da DT nell’ultimo video di Trends.

Guardate in questo video del 28 settembre scorso come Barroso stesso presenta i nuovi Stability bond, oltre a difenderli arditamente:

Infatti le finalità del libro verde ([3]) sono:

“… the political debate in the EU on the rationale, pre-conditions and possible options of financing public debt through Stability Bonds”

ovvero

“… un dibattito politico nell’Unione europea sui requisiti, la logica che sta alla base e le possibili opzioni per il finanziamento del debito pubblico attraverso gli Stability Bonds”

Le opzioni possibili variano in base al tasso di sostituzione delle emissioni nazionali dei bond governativi (totale o parziale) e la tipologia di garanzia sottostante:

1) la completa sostituzione delle emissioni di bond nazionali con i nuovi Stability bonds, garantiti in solido (in comune) da tutti i Paesi della zona euro;

2) la parziale sostituzione delle emissioni di bond nazionali con gli Stability bonds, garantiti anche qui da tutti i Paesi della zona euro;

3) la parziale sostituzione delle emissioni nazionali con gli Stability Bonds, garantiti in maniera parziale con diverse metodologie.

La prima soluzione, la più ambiziosa, anche se più virtuosa dal punto di vista della stabilità finanziaria (fornirebbe un chiaro e forte segnale contro la speculazione finanziaria) e dell’integrazione europea, costituisce un azzardo morale. Richiede infatti la revisione dei trattati europei, con tutti i rischi connessi, (forse anche l’approvazione da parte della Corte costituzionale tedesca). Non meno importante, una politica economica e fiscale unica (governance europea), con evidente spodestamento degli Stati di appartenenza (sarebbero d’accordo?).

Pensate solo al fiasco dei vari referendum condotti in passato… tra l’altro in periodi di marginale crisi. Provate a riflettere quale sarebbe l’esito odierno: siete così sicuri che il “sì” sia scontato?

In sintesi, l’azzardo morale consiste nel fatto che, se tale soluzione fallisce… non ci sarebbe il piano B!

Difficile però che, una volta realizzato, fallisca: infatti avremmo davanti un immenso mercato obbligazionario, in grado di competere con quello USA.

Quindi, alla fine, il problema principale sono i lunghi tempi necessari per la sua realizzazione, tempi che la speculazione attuale… non ci concede. Sarà anche questo uno dei motivi del suo accanimento? Vuole forse orientare la scelta?

La seconda soluzione, anche se simile alla prima, lascerebbe spazio al finanziamento in proprio da parte degli Stati Ue, ricorrendo direttamente al mercato. Sarebbe necessaria anche qui una revisione dei trattati e una disciplina fiscale, anche se meno stringente dal punto di vista della governance. Rimarrebbe però l’incognita della speculazione, dovuta alla diretta concorrenza fra gli Stati che si vogliano autofinanziare sul mercato e gli Stability bond (si spera che siano le Nazioni più virtuose a collocarsi sul mercato… anche se sappiamo bene che ci sono tanti scheletri negli armadi, pronti a uscire al minimo sussulto…). E ovvio che se il costo di finanziamento (premio pagato ai sottoscrittori) rimane elevato… non ci sarebbe scampo!

Poi, aspetto non meno importante, si dovrebbero decidere le modalità con cui stabilire il volume o la quota di debito nazionale da coprire con i nuovi eurobond (già adesso, in sede europea, si litiga per decisioni molto meno importanti), ecc.

Anche questa soluzione necessita di tempo per la sua realizzazione, minore però della precedente.

Infine la terza soluzione, non avrebbe l’incognita della modifica dei trattati europei, quindi sarebbe più facile e rapida da attuare. In pratica, il collocamento sul mercato sarebbe garantito dai singoli Stati sovrani, senza condivisione del debito, in maniera simile all’attuale Fondo di stabilità (EFSF). Non ci sarebbe la commistione fra debito tedesco e spagnolo o italiano per intenderci (visto che è l’aspetto che interessa di più alla Germania).

Secondo me però, la speculazione… non cesserebbe… visto il risultato delle prime emissioni tramite EFSF, pagate a caro prezzo (notate che se ne parla sempre meno in questi giorni. Vi siete domandati il perché?).

Come vedete… siamo arrivati ad un livello di speculazione tale, che l’adozione degli eurobond, la soluzione fino a poco tempo fa più semplice da attuare, sta di fatto diventando sempre più onerosa in termini di realizzazione ed implicazioni politiche ed economiche (pensate solo al problema della governance europea), soprattutto per il potenziale e probabile rischio di insuccesso (a meno che, finalmente, decidano di attuare una vera leadership a livello europeo. Avete già indovinato quale Paese sia il candidato primario?).

Certamente… non possiamo neanche continuare così, alla mercé dei giochi speculativi, praticamente con ogni singolo Stato letteralmente indifeso dall’umore momentaneo del mercato dei bond sovrani, dei giudizi delle agenzie di rating, dei problemi di finanziamento e liquidità delle banche, della disoccupazione locale, della differente politica energetica di lungo termine e del suo riflesso sulla competitività (ricordatevi che la Germania… ha già attuato la sua strategia di lungo termine con il North Stream, come spiegavo nel post Unione Europea, Gas Naturale e la questione russa).

Ma siamo sicuri che sia effettivamente principalmente speculazione… e non una esplosiva mancanza di fiducia nell’attuale sistema finanziario?

Quale via di uscita allora?

Io un’idea me la sono fatta… ma preferisco per il momento non esternarla, visto che attendo la conferma di alcuni dati sui CDS, che forse spiegherebbero molte cose e, soprattutto, la pericolosa situazione in cui ci siamo/hanno infilati/o.

P.S.

Dimenticavo… se volete dire la vostra, sul libro verde, lo potete fare a questo link dell’Unione Europea, fino al 8 gennaio 2012: la consultazione è rivolta anche ai cittadini europei.

Sempre che, per quella data, l’UE ci sia ancora… 🙄

Lampo

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[1] Reuters – Germania, asta bond a 10 anni,tasso 1,98%, bid-to-cover 1,1 (23 novembre 2011).
[2] Treccani.it – Definizione di “stabilità” – Punto 2e.
[3] Commissione Europea – European Commission Green Paper on the feasibility of introducing Stability Bonds.

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36 commenti Commenta
Scritto il 24 Novembre 2011 at 11:55

Ottimo ome sempre il contributo di Lampo che è stato promosso, come altri amici del blog, a collaboratore. E se va avanti così…
grande Lampo!

paolo41
Scritto il 24 Novembre 2011 at 11:55

il problema è di chi fornisce le garanzie e, dato che la Germania ha detto ormai, a chiare lettere, che non intende aiutare gli altri paesi (ultimamente sta rimettendo in discussione anche la nuova rata alla Grecia!!), come avevo già postato in un precedente commento, gli eurobonds perdono significato. A questo punto non ci sono alternative: o cambia il ruolo della Bce o…salta l’EU….. dopodichè si ride….

bergasim
Scritto il 24 Novembre 2011 at 12:46

Io un’idea me la sono fatta… ma preferisco per il momento non esternarla, visto che attendo la conferma di alcuni dati sui CDS, che forse spiegherebbero molte cose e, soprattutto, la pericolosa situazione in cui ci siamo/hanno infilati/o.

Si perchè oggi il moral hazard è a livelli mai visti, considerando che gli emittenti dei cds sono le banche usa, le quali grazie alla complicità del governo usa ( diretto interessato, che così si finanzia a 0 ) in combutta con i media e la stampa angloamericana ci stanno mazzuolando alla grande, per ottenere che la bce diventi come la fed, e nel frattempo passare alla cassa in caso di vincite, peccato però che se qualcosa dovesse andare storto, le grandi banche usa ( quelle che dovranno essere sottoposte agli stree test ), dove troveranno il cash per rimborsare i cds?
Faranno orecchie da mercanti come nel caso della grecia, dove il comitato( guardacaso composto dalle stesse banche emittenti dei cds, strano no? ) che si doveva pronunciare per dire o meno se la grecia avesse fatto o meno default, ha risposto picche.
Ma in caso di tagli di capelli di spagna e italia, le ricadute sarebbero enormi trascinando al fallimento le stesse abnche usa che oggi ci stanno martellando.
Tutto questo è assurdo è stato permesso agli usa ed ad un branco di banche hedge usa do poter metter in DISCUSSIONE L’ESISTENZA DI STATI SOVRANI, e tutto questo grazie ai politicanti che ci rappresentano in europa.
Mekel in una altra vita sari il mio WC personale

Scritto il 24 Novembre 2011 at 12:55

Forse non e’ ben chiaro…. Non si possono pagare debiti con altri debiti, Non si puo’ spendere piu’ di quanto si guadagna, almeno a lungo termine..
Il totale dei debiti bancari e’ superiore al PIL dei vari paesi, non esiste alternativa al default, vuoi tramite inflazione, tramite bancarotta o guerra.
Tutto questo bailamme servira solo a prendere tempo, se sono bravi continueranno ancora per alcuni anni se non lo sono il mondo fallira…..
Altroche Maya…..

hironibiki
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:28

mariothegreat@finanza,

Concordo, mi sembra tutta solo fuffa. Aggiungere altra carta a quella già esistente, a che serve?
Ormai “siamo fuori dal tunnell del divertimento” e ci attende al varco il saldo del conto (in rosso 😐 )

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:29

tutto finisce appena viene sul mercato una soluzione energetica UNICA E SOSTENIBILE DALLE TASCHE DELLE PERSONE ! BASTA PETROLIO , è VEDRAI COME FINISCE LO SPERPERO !

bergasim
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:30

7voice@finanza,

Quale sarebbe la soluzione energetica unica?

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:31

mariothegreat@finanza, GUERRE ? è SAI LA NOVITà ? ma x cortesia con questo disfattismo inutile! la soluzione non è la guerra, anche xchè con una decina di atomiche ? SI FINISCE TUTTI ! MANCO A LI CANI .

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:32

bergasim, FUSIONE FREDDA TI RISULTA , OPPURE NON NE SEI A CONOSCENZA ?!

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:34

le guerre sono state fatte sempre x il petrolio e l’egemonia del dollaro ! adesso che il dollaro è carta x il cesso ? si viene ad attaccare l euro , la vera minaccia al dollaro ! APRITE GLI OCCHI , SOPRATUTTO X CHI DICE DI VIVERE A LONDRA ! VERA BASE DELLE PIù GRANDI PORCHERIE DELLA STORIA !

bergasim
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:41

7voice@finanza,

si solo nei film, e chi l’avrebbe messa a punto, sarebbe utile fornire dati concreti non ipotesi o speranze

atomictonto
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:42

PROVOCAZIONE: scusate ma perchè la BCE invece di fare “stability bond” e prestiti alle banche non mette in campo un buyout aggressivo di Moody’s, Fitch e S&P per poi chiuderle il giorno dopo?
Si comprano, si chiudono e si silenziano per sempre.
Sono in fondo piccole società con meno di 10.000 dipendenti, ci costerebbe mooooolto meno.

atomictonto
Scritto il 24 Novembre 2011 at 13:50

@7VOICE
una piccola notazione per te: lo spauracchio nucleare è in larga parte troppo enfatizzato.
Non è affatto vero che “con 10 atomiche si finisce tutti” come dici tu.
Sai quante esplosioni nucleari ci sono state sul nostro pianeta negli ultimi 60 anni?
2084 (duemila e ottantaquattro): http://it.wikipedia.org/wiki/Test_nucleare
Hanno fatto scoppiare bombe atomiche ovunque, sotto terra, sotto al mare, nell’atmosfera, in orbita…hanno persino fatto scoppiare una mega-bomba Russa, chiamata Tzar Bomba, della potenza totale di 8 Megatoni (900 volte piu potente della bomba di Hiroshima).
In termini di Megatoni complessivi fatti detonare tramite ordigni nucleari sulla terra sono stati superati i 438 Megatoni, pari a 35.000 bombe di Hiroshima.
Contrariamente a quanto pensano in molti la Terra è già stata super-bombardata con ordigni atomici e non siamo “finiti tutti”, come puoi vedere anche dal mio stesso post 🙂
Saluti.

estx
Scritto il 24 Novembre 2011 at 14:30

Scusate ma i soldi che si perdono operando sui futures esattamente dove vanno a finire? Chi se li mette in tasca (lo aspetto sotto casa :mrgreen: )?
Perchè si sente dire” milioni bruciati” ?

La mia perdita è il guadagno di un altro e allora perchè “bruciati”?

Qualcuno mi fa capire? 🙄

lampo
Scritto il 24 Novembre 2011 at 15:01

bergasim,

Bravo… ci sei molto vicino! 😉
Aggiungiamo che devono sgonfiare certe valutazioni e nel frattempo trasferirle (da certe banche d’affari che non sono in grado di pagare) a chi, apparentemente, ha chiesto tali assicurazioni… e la creazione di un’altra bolla su un nuovo strumento finanziario (CDZ?) che assicurerà chi vorrà comprare gli eurobond… ed il gioco è fatto.
Peccato che non è facile dimostrarlo con i dati…bisognerebbe sapere cosa ha in pancia ciascuna banca d’affari che fa parte del comitato ISDA… in diversi momenti (per capire i trasferimenti) e come socializzeranno le perdite (sgonfiamento a seguito… di disgregazione oppure “naturale” a seguito di creazione di nuovi strumenti che ne prendano il posto?.
Sarò più preciso in un post se mai riuscirò a trovare tali dati.

vichingo
Scritto il 24 Novembre 2011 at 15:03

Gli eurobond sono l’unica soluzione per arginare il cataclisma finanziario. Il tasso medio del 5% mettendo insieme titoli greci , bonos, btp ecc sono ampiamente sostenibili dall’area euro, ultimo ostacolo: la Germania. Se si pensa ai costi che ha dovuto sostenere con l’accorpamento dell DDR potrebbe tentare anche la carta degli eurobond, (ma gli altri non sono tedeschi) . O si fa fallire tutto il sistema o si va avanti in questo modo. Al di là delle considerazioni egoistiche e scommesse varie su come andrà a finire non so se è meglio una bella tabula rasa o se sperare che a livello politico le cose possano cambiare per l’Italia e per gli altri paesi dell’eurozona.

kry
Scritto il 24 Novembre 2011 at 15:54

7voice@finanza,

bergasim,

Già visto che ci siamo perchè non puntare anche sul moto perpetuo (visto che la maggir parte dei brevetti è dedicato a questo),in fin dei conti i politici con il debito pubblico ci stanno riuscendo con risultati veramente strabilianti.

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 16:03

la fusione fredda è già tra noi ! solol che come al solito il popolo aspetta che i soliti canali gestiti dai petrolieri pubblicizzano ?MA LA MATTINA SE LA LAVA LA FACCIA IL POPOLO ???? SE QUALCUNO VUOLE IMPARARE QUALCOSA VADA QUI: http://e-catalyzer.it/ SVEGLIATEVI :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

lampo
Scritto il 24 Novembre 2011 at 17:22

La Merkel non molla: il mandato della BCE non cambierà… e la proposta degli eurobond è “particolarmente inappropriata”!

http://www.reuters.com/article/2011/11/24/us-eurozone-germany-merkel-idUSTRE7AN0ZK20111124

Per certi versi la capisco… perché se fallissero anche gli eurobond…

Non la condivido, almeno finché non tentano qualcosa di alternativo a livello politico, possibilmente lontano dalle stanze dove si prendono le decisioni economiche…

7voice
Scritto il 24 Novembre 2011 at 17:36

lampo, costei è collusa con le grandi banche affaristiche! sapete con chi si è riunita prima del G20 ? goldman e jp m ,il resto son chiacchiere! tutti pensano che l’anticristo sia quello che stà a new york ? x me errano, L ANTICRISTO è LEI QUESTA KARTOFEL CHE SPARLA DELLE MISURE DEGLI ALTRI PAESI ! MA SI DIMENTICA DI DIRE IL DEBITO GERMANICO A QUANTO AMMONTA ! LA CACCIASSERO FUORI A PEDATE !

gainhunter
Scritto il 24 Novembre 2011 at 18:50

Io ho il sospetto che ormai sia troppo tardi per gli eurobond: come ha detto il tipo di Anima, oggi il mercato ha bisogno di qualcosa che stupisca, gli eurobond ormai sono “inflazionati”…

schwefelwolf
Scritto il 24 Novembre 2011 at 19:05

vichingo,

La differenza – per i tedeschi – non è fra “gli altri tedeschi” (dell’ex-DDR) e gli “europei”, ma fra Paesi/sistemi considerabili seri e Paesi/sistemi che non soddisfano (almeno ai loro occhi) questi criteri. Per intenderci: non c’è (né c’è mai stato – che io sappia) un “Land” tedesco che non abbia presentato un bilancio assolutamente regolare. Se in Germania vuoi sapere cosa spende un “Land” in sanità, pubblica istruzione etc. non hai problemi: i dati sono pubblici e conformi alle regole di bilancio. E questi dati sono presupposto vincolante per il sistema di conguaglio (concordato) fra Länder piú ricchi e Länder meno ricchi. In questa logica si danno/ricevono stanziamenti a fronte di dati, impegni e budget certi, verificabili, comparabili.

Quando un tedesco legge che la Merkel ha accettato di stanziare decine e decine di miliardi di euro (e di impegnare potenzialmente qualche altro centinaio di miliardi di euro) di contributi tedeschi per aiutare Paesi che non sanno neanche quante guardie forestali hanno, né quanto costano gli ospedali, né quanto spenda la “politica” per mantenere il suo carozzone – bé, è naturale che si senta vagamente irritato. Se poi legge che la Merkel accetta tutta una serie di infrazioni/violazioni di trattati che erano stati presentati come “assolutamente vincolanti”, per far digerire ai tedeschi la rinuncia al marco, la cosa gli piace ancora meno. E comincia a preoccuparsi . Se poi vede che la Merkel si trova costretta (da Sarkozy, cioè da Parigi ) a tollerare l’acquisto di titoli di stato “semi-marci” da parte della BCE, by-passando le regole ed aumentando ulteriormente (indirettamente) l’esposizione tedesca, la preoccupazione si trasforma paura. E il tedesco comincia a fare due conti.

Sarei contento, se in una fase di questo genere, si decidesse finalmente (e sostanzialmente anche per la prima volta) di affidare ai singoli popoli la decisione finale su questa “Europa” – con un bel referendum. Scommetterei il mio ultimo marco, pardo: euro, sulla fine (democratica) dell’Europa.

Per capirsi, dirò di piú: immaginiamo si facesse (su base regionale) un referendum in Italia, sulla possibilità o meno di uscire dallo Stato “nazionale”, riaggruppandosi in “Cantoni” separati e sostanzialmente autonomi (con un 95% di sovranità tributaria – stile Svizzera: cioè, ad esempio “Vuoi tu che la Lombardia resti in Italia o che entri a far parte del “Cantone” Nord-Italia con Veneto, Piemonte etc.). Penso che l’esito sarebbe (giustamente) abbastanza scontato, come quello europeo.

La differenza è che mentre i lombardi, veneti, piemontesi etc. sono ingabbiati in questa macchina mangiasoldi chiamata Italia, e per uscirne dovrebbero affrontare una guerra civile (stile Jugoslavia), i tedeschi pensano di essere ormai ad un pelo da un disastro di questo genere, ma di avere ancora la possibilità di sottrarsi all’idrovora. Sanno che costerà tantissimo, ma cominciano a pensare che sia un prezzo accettabile, a confronto di quello che dovrebbero pagare nei prossimi decenni mantenendo ad libitum tutte le Grecie europee. Non so, però, se non si illudano: se non si toveranno costretti (“democraticamente”) da poteri forti veri (USA). Nessuno sa, in realtà, cosa ci sia scritto nel trattato “Quattro+due”, quello cioè che ha definito le condizioni della riunficazione tedesca – e soprattutto in eventuali protocolli complementari. Penso, fra le altre cose, che una delle condizioni dell’approvazione francese sia proprio stata la rinuncia della Germania “riunita” a mantenere una sua moneta sovrana (il famigerato “DM”, da sacrificare a favore dell’Euro). A guardare queste cose – i trattati veri – si comprende come non sia la Germania ad avere ambizioni di potenza: sono altri (in particolare Parigi) a voler difendere a tutti i costi ruoli di predominio politico che risalgono all’immediato dopoguerra (de Gaulle) e ai primi anni ’50. Sicuro è che non sono i tedeschi a volere qualcosa dagli altri: anche questa volta (come nel ’14) sono gli altri a volere qualcosa dai tedeschi – che, se rifiutano, tornano subito ad essere gli “Unni” che tagliano le mani ai bambini. Che amaro destino…

lampo
Scritto il 24 Novembre 2011 at 19:57

schwefelwolf@finanza,

Interessante il tuo punto di vista… soprattutto per l’aspetto fra Francia e Germania.

Secondo me hanno già deciso molti aspetti e vie d’uscita: si sta solo prendendo tempo e cercando di vedere se, commissariando, gli Stati più “scellerati” finanziariamente (e dal punto di vista delle regole) si riescono a riportare in carreggiata… per giustificare, come dici tu, al cittadino tedesco (o francese, ecc.) l’uso dei suoi soldi a sostegno dei Paesi “cicala” e con poco senso civico.

Nel frattempo abbiamo USA e GB che, con i loro mass-media finanziari e le agenzie di rating… pressano sull’Europa, affinché l’attenzione mondiale rimanga su questi mercati finanziari. Così hanno tempo per cercare di sistemare i loro squilibri finanziari… e nel frattempo permettere alle loro banche d’affari di avere ancora utili fantasmagorici (con i dovuti premi ai bravi manager e soprattutto ai programmatori dei vari sistemi di trading avanzati e ad alta frequenza).

Per certi versi, a noi italiani, specie a chi non può evadere, perché obbligato dalla pensione o dal solo lavoro dipendente (sempre se ha la fortuna di averlo e mantenerlo nei prossimi anni)… è un vantaggio essere “commissariati”! Di sicuro il Paese non riuscirà a sperperare come prima… e quindi, forse, con il lungo termine, riusciranno finalmente ad ottenere il tanto desiderato ritorno in servizi, dell’enorme percentuale di tasse che pagano.

Rimane sempre il problema dei debiti pubblici… anche perché ricordatevi che gli eurobond o stability bond o come preferiti chiamarli… servono principalmente a pagare gli interessi delle emissioni passate (cioè a rifinanziarle)… spostando alle future generazioni il debito attuale (che tra l’altro… tale debito, rispetto al passato, sta pure crescendo). Sinteticamente… il mega-progetto degli eurobond serve solo a rifinanziare le scadenze: ci rendiamo conto di quanto ci siamo/hanno indebitati in onore di sua maestà, il PIL, la crescita infinita (con relativi consumi) ma soprattutto, continua speculazione a leva delle banche… e creazione di denaro dal nulla (trasformandolo in debiti che però rimangono e bisogna socializzare)?

idleproc
Scritto il 24 Novembre 2011 at 20:12

schwefelwolf@finanza,

No non siete Unni. Ci sarebbe anche molto da discutere su chi ha fatto cascare la repubblica di Weimar e ha creato le condizioni di quello che è successo dopo. Ci farei la firma su di una gestione burocratico-amministrativa Teutonica. Certamente l’euro vi ha dato alcuni vantaggi… ma è un problema risolvibile. La difficoltà sta tutta nei punti che sottolinei, inutile nasconderselo. L’altra difficoltà è che inglesi e US non vogliono un’Europa continentale Stato Federale ed un euro alternativo al dollaro. I francesi non hanno nessuna intenzione di rinunciare alla Grandeur e allo stato nazionale. E’ il passato che ritorna come spazzatura nel presente…
Dovremmo invece costruire un’Europa che possa muoversi economicamente e socialmente come forza continentale altrimenti… ciascuno per i fatti suoi… non la vedo molto bene… Allo stato attuale il cuore dell’europa dovrebbe aver la capacità politica di creare le condizioni di ricostruirla da zero.

paolo41
Scritto il 24 Novembre 2011 at 20:13

schwefelwolf@finanza,

La tua analisi non fa una piega e anche storicamente è del tutto condivisibile; sono altrettanto d’accordo che il federalismo della Lega (preciso che non sono un leghista), in teoria, tenderebbe (chissà quando) a impostare una gestione regionale a imitazione dei land tedeschi o dei cantoni svizzeri (hai detto bene, siamo ingabbiati dalla macchina mangiasoldi).
Resta il fatto che l’introduzione dell’euro ( a prescindere dalle considerazioni politiche legate all’unificazione delle due germanie) è stato fatto sottovalutando che si andavano a “unire” paesi con culture “storiche” e industriali completamente diverse.
I fatti e la cruda realtà di oggi, ci schiaffano in faccia che è stato commesso un errore che pesa, purtroppo, sulle spalle di quei paesi che per taratura storica e culturale mai si sapranno adattare alla disciplina e all’ordine dei paesi europei più virtuosi.
Credo che pretendere di risalire la china sia impossibile, anzi l’ampliarsi dei disequilibri economici non hanno fatto che aggravare la situazione e paesi come il nostro si stanno avvitando su se stessi.
Ritengo anche che gli interventi di Monti, purtroppo necessari, contribuiranno a ridurre il deficit e/o a ridurre in una qualche misura il debito, ma non potranno essere determinanti a risolvere il problema di fondo che è quello della crescita.
Dal punto di vista industriale, tecnologico e scientifico siamo molto decaduti nell’ultimo ventennio e, solo i casi rarissimi e per settori di nicchia, possiamo presentare aziende competitive.
Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo un tessuto industriale ( ma vale anche per l’agricoltura, per il turismo e per i servizi) a basso valore aggiunto e senza barriere tecnologiche, quindi facilmente attaccabile, nella situazione attuale di appartenenza all’euro, da parte di aziende estere che hanno fattori di costo più competitivi dei nostri.
Penso che stante così le cose, i tedeschi tergiverseranno, ma non saranno loro a prendere l’iniziativa di uscire dall’euro (anche se, ogni tanto, me lo auguro). Toccherebbe a noi trovare il coraggio di buttare tutto all’aria…. tanto peggio di così,…… anzi sarà sempre peggio…..

gainhunter
Scritto il 24 Novembre 2011 at 22:24

schwefelwolf@finanza,

Anch’io se fossi tedesco direi “ma cosa vogliono questi spendaccioni da noi”, così come da lombardo penso la stessa cosa nei confronti delle amministrazioni pubbliche sprecone del Sud…
E fanno bene i tedeschi a non fidarsi di certi stati (basti pensare ai fondi stanziati dall’UE per l’Italia e nemmeno utilizzati).

C’è però una differenza non proprio minuscola: il flusso di denaro/ricchezza/lavoro.
Schematizzo:
1. per l’effetto corruzione/mafia, il denaro segue questo flusso:
regioni del Nord Italia —> stato —> regioni del Sud —> politici e mafiosi
2. per l’effetto euro (eliminato il fattore svalutazione = concorrenza), le quote di mercato delle imprese si sono spostate dai paesi periferici (soprattutto Italia) alle imprese tedesche
3. per l’effetto tassi (troppo bassi per i periferici), i soldi di cittadini spagnoli e greci (debiti) sono finiti alle banche francesi, tedesche, inglesi
4. per l’effetto globalizzazione e dumping valutario, il lavoro si è spostato dall’Europa all’Asia
5. per l’effetto speculazione/credibilità/sfiducia, i soldi degli italiani (risparmiatori e contribuenti) stanno finendo in tasca allo stato tedesco

Insomma, non si può dire che la Germania non abbia guadagnato niente dall’euro e dall’UE.

perplessa
Scritto il 24 Novembre 2011 at 22:38

1)non ho capito esattamente cosa s’intende per unione fiscale, come si esplichi dal punto di vista pratico
2) in merito allo spodestamento degli stati di appartenenza, a prescindere dai contenuti, di cui al punto1)sarebbe corretto che i cittadini europei fossero interpellati, con le informazioni necessarie per valutare i pro e i contro
Personalmente sarei favorevole a un’Europa Federale, tipo Stati Uniti di Europa,alla stregua degli USA. Non mi piace l’idea di essere cittadina di un paese nano di fronte agli Stati Uniti, e altri giganti potenzialmente emergenti o già emersi come la Cina, il Brasile ecc., però temo che in questo braccio di ferro, non è che si facciano gli Stati Uniti di Europa, ma nell’onda dell’emergenza, si insedi qualcuno non eletto da nessuno, che accampa dei poteri sovrani su altri paesi europei. E’ una paranoia?
Fine dell’euro: non so se esistano simulazioni in merito alle conseguenze economiche per i cittadini italiani,suppongo catastrofiche sui ns conti correnti, potere d’acquisto, ecc.
Cosa possiamo fare di concreto per far risalire a monte l’istanza di difenderci dalle conseguenze della mancanza di regolazione dei mercati finanziari ?

gainhunter
Scritto il 24 Novembre 2011 at 22:50

lampo: Sinteticamente… il mega-progetto degli eurobond serve solo a rifinanziare le scadenze

Il problema penso stia proprio qui: secondo me gli eurobond dovevano essere fatti mesi fa, prima dell’inizio del casino estivo, e con lo scopo non di sostituirsi al debito pubblico, ma di finanziare la crescita economica europea. Ormai le economie degli stati europei sono talmente interconnesse che, credo, sia possibile attuare una politica economica comune finanziata tramite debito comune. Le tasse e i servizi devono essere invece gestiti a livello nazionale in relazione al debito esistente, quindi il pareggio/rientro del debito italiano peserà sugli italiani e non sui tedeschi.

vale77
Scritto il 24 Novembre 2011 at 23:53

cosa pensi di questo rumors..DT?

UNCONFIRMED: Two of the world’s largest financial institutions are on the brink of collapse – one of them facing bankruptcy by end of January 2012. Both of these firms are heavily exposed to JUNK EUROPEAN DEBT and they are classed as TBTF. Inside sources say that a THIRD bank is also involved – and the third bank is NOT based in Greece, Spain or Italy – but in the UK. The systemic risk posed by this UK firm is estimated as MF Global x 10 – placing many hedge funds at huge risk. <—– (I have no idea whether the information is true, I cannot confirm it, but I can say it comes from reliable and trusted inside City sources. I cannot disclose any names of firms for legal reasons). My feeling is this information may be priced in since Monday's decline

Scritto il 25 Novembre 2011 at 00:32

vale77@finanzaonline,

Che posso dirti se non che è molto probabile?
😕
Oppss… non vorrei passare per catastrofista, ma se non lo avete capito, la situazione è difficilina…

schwefelwolf
Scritto il 25 Novembre 2011 at 00:57

lampo,

Perdonami, ma non credo che il “commissariamento” (soprattutto nella versione “Monti”) possa portare ad una riduzione degli sprechi.

Permettimi di tentare una diversificazione da non-economista: a mio avviso, in Italia ci sono sostanzialmente due (principali) tipi di “sprechi” molto diversi (peraltro ambedue impossibili da quantificare):
1) Spreco Tipo A: i soldi malversati, che amministratori pubblici, funzionari ministeriali etc. distribuiscono a (o percepiscono da) faccendieri vari, per rubare in prima persona e per “foraggiare” amici, parenti, colleghi di partito e cosí via. Questi sprechi – endemici – potrebbero essere azzerati senza veri problemi strutturali – ammesso di averne la reale (nonché intransigente) volontà e di riuscire ad individuarne i flussi (cosa – questa – che ribalta automaticamente il problema della “lotta alla corruzione esistente” sugli organi investigativi e sulla magistratura). Questo spreco – comunque – è quello che viene spesso “confezionato” in termini come “costo della corruzione”, “costi della politica” e cosí via. Eliminarlo non significherebbe creare “discoccupati”, bensí reclusi (ammesso di avere le carceri e giudici disposti a farne uso). L’esperienza ci insegna peraltro che organi inquirenti e magistratura sono solo molto parzialmente in grado di affrontare questo tipo di reati.
2) Spreco Tipo B: è quello legato ad esigenze esistenziali di aree del Paese assolutamente improduttive, regioni incapaci – per vari motivi (storici, sociali, antropologici) – di sostenere i costi della propria vita. Parliamo delle regioni nelle quali il “PIL” è al 80% in nero, al 70% generato da attività criminose. In queste regioni, coloro che non vivono di criminalità o di piccole attività commerciali, dipendono totalmente dallo Stato. Sono le decine di miglliaia di guardie forestali, le centinaia di migliaia di falsi invalidi, le centinaia di migliaia di dipendenti pubblici nullafacenti. “Tagliare” in questo settore significa mettere sulla strada – e far scendere in piazza – molte centinaia di migliaia di persone, con i forconi – e con davanti donne e bambini. Per “tagliare” questo problema (che deriva da quello tragicamente tratteggiato dal principe di Salina nel “Gattopardo”) ci vorrebbe una bacchetta magica antropologica – o almeno 2-3 (o piú?) generazioni di riqualificazione etico-formativa coatta. Sono situazioni senza via d’uscita – la cui analisi ci porterebbero molto lontano, in settori che riguardano problematiche politiche che nessuno, da 60 anni a questa parte, ha voluto seriamente affrontare (esplosione demografica, evoluzione del 3° mondo e via di seguito).

Non so se Monti abbia intenzione di affrontare almeno il “Tipo A” – che sarebbe ancora gestibile – e certamente sostanzioso. Ne dubito. Sicuramente non vorrà (né potrà) affrontare il “Tipo B”, che significhrebbe la guerra civile di cui parlavo a monte.

Non vedo, quindi, molta luce all’orizzonte. Anzi…

schwefelwolf
Scritto il 25 Novembre 2011 at 01:49

idleproc@finanza,

Il tema “Europa” richiederebbe, purtroppo, una lunghissima (noisossima e complessissima) analisi. Nella sostanza: l'”Europa” (Ceca, MEC, CEE etc.) è stata storicamente voluta dagli americani, come “base” (economica, politica, e militare) per contrastare il blocco sovietico (“guerra fredda”). A parte (forse) il periodo iniziale – e a partire (al piú tardi) dal 1970 quell'”Europa” si è “grippata”: ogni grande giro di consultazioni/negoziazioni si è concluso senza che si raggiungengessero accordi concreti e vincolanti. Tutte le volte si diceva: “Adesso facciamo il passo decisivo, si fa l’Europa” – poi si discuteva, si continuava a discutere e si finiva con la solita dichiarazione: si è deciso di continuare il processo di integrazione, si creano altre due-tre-quattro commissioni e fra due-tre-quattro anni faremo il passo definitivo. E’ sempre stato come al pocker: si è continuato a rilanciare. Condizione “sine qua non” era che nessuno andasse mai a “vedere”. E cosí si è rilanciato, di puntata in puntata, da Lussemburgo a Maastrich. Realtà è che l'”Europa” di cui si parla oggi non è mai esistita: di autentico c’è un’unione doganale, un’area di libero scambio e di libera circolazione di persone, merci e capitali. Il resto è fantasia – e burocorazia, anzi, mega-burocrazia. La “fantasia” europeista era comunque solo il prodotto della necessità di “riassestare” a misura americana un’Europa disastrata dalla guerra: con una Francia umiliata, assetata di riaffermazione; un’Inghilterra attonita, che cominciava a rendersi conto di essersi bruciata l’Impero nel vano tentativo di impedire un’egemonia tedesca in Europa (per trovarsi poi con un’egemonia russa su mezza Europa) e l'”Empire” fagocitato dagli “amici” americani. Infine una Germania, che doveva essere “riabilitata” in chiave anti-russa, ma tenuta rigidamente sotto controllo onde evitare inopportuni “ritorni” di fiamma.

Insomma: questa Europa, sull’altare della quale si sta sacrificando una crescente parte dei Paesi che dovrebbero farne parte, non è mai – realmente – esistita. E’ stata un’utopia, un traguardo ipotetico. Oggi potrebbe diventare un obiettivo concreto, ma immagino sia troppo tardi – e non vedo le basi di un possibile accordo. Berlino vuole – in sostanza – che l’Europa accetti (o almeno rispetti) la logica tedesca, Parigi vuole che l’Europa (e soprattutto la Germania) accetti la grandeur francese. Sono – a mio avviso – due cose drasticamente diverse.

E’ vero che non si deve restare ancorati al passato – ma dimenticarlo può rendere difficile capire il presente, e quindi progettare il futuro.
Spero di non essere stato troppo noioso.

Vorrei aggiungere una nota al margine: in Italia la storia dei rapporti storici fra Francia e Germania non è proprio seguita con particolare attenzione nei programmi scolastici. Ed è un peccato, perché questo studio permette di capire tantissime cose.

schwefelwolf
Scritto il 25 Novembre 2011 at 02:28

paolo41,

Sono pienamente d’accordo: le differenze “socio-culturali” sono state terribilmente (ma anche volutamente) sottovalutate. (Cosí come si sottovalutano oggi le conseguenze socio-culturali dell’immigrazione extra-europea). E sono d’accordo anche sull’impossibilità di risalire la china.
Solo chi non conosce il mondo dell’Europa settentrionale può immaginare che basti qualche “correttivo” per riequilibrare le situazioni.
Un esempio: per installare una caldaia a metano, in Germania una ditta deve avere un “Meister” che fa il progetto e supervisiona l’esecuzione. Per diventare “Meister” una persona deve fare l’apprendistato e arrivare al diploma di “Geselle” (2-3 anni + esami presso la Camera del Commercio e dell’Artigianato). Il diploma gli permette di lavorare da operaio specializzato. Per diventare “Meister” deve fare altri 2-3 anni di formazione tecnico-pratica.
Se un “Meister” accetta di firmare un’impianto non a norma, perde l’abilitazione, e va a fare il taxista. In Italia uno può essere autorizzato a fare l’idraulico dopo aver lavorato per un certo numero di anni per una ditta “abilitata”: anche se vi faceva il ragioniere o il magazziniere – e se non sa distinguere un tubo da una presa di corrente. E se “sbaglia” – e salta una casa, non gli succede niente. Cambia ragione sociale e ricomincia – attendendo la sentenza che arriverà, magari, fra 10-12 anni (se no va in prescrizione prima).
L’Italia è uscita dall’Europa già 40-50 anni fa, quando ha deciso di seguire una strada “greca” (che è anche quella dei diplomi regalati al sud, delle baby-pensioni e cosí via…). Monti dovrebbe andare a vedere Napoli – capire l’impossibilità dell’impresa, e poi dimettersi.

schwefelwolf
Scritto il 25 Novembre 2011 at 02:56

gainhunter,

Condivido i tuoi rilievi, a mio avviso (da non-economista) assolutamente ineccepibili. Certamente i tedeschi non sono totalmente stupidi (anche se molti italiani lo pensano) – e hanno saputo trarre il maggior vantaggio possibile dalla situazione Euro.

Penso, tuttavia, che non avrebbero avuto meno successo se fossero rimasti con il marco.

A mio avviso il “sistema” tedesco sta continuando a funzionare (per quanto?) perché ha:
1) una buona struttura, generalizzata e consolidata, di formazione professionale “sistemica” nei settori strategici della tecnica di produzione.
2) la tendenza (antropologica) ad approfondire i problemi sino a trovare una soluzione definitiva. E’ quello che loro chiamano “Gründlichkeit”: andare al fondo delle cose. Il contrario della normalità italiana.
3) perché ha capito per tempo che la delocalizzazione (verso Cechia, Slovacchia, Ungheria, Lettonia etc.) era dovuta – soprattutto – all’eccessiva pressione fiscale. All’inizio le imprese tedesche avevano delocalizzato per ridurre i costi della mano d’opera, ma quando hanno capito che la differenza fra il 19-20% di tasse che pagavano in Slovacchia/Cechia etc. e il 60-65% che pagavano in Germania gli permettava di recuperare un 40% (!!!) di competitività, hanno cominciato a spostare anche impianti ad alto livello di automazione. Ho conosciuto ditte (tedesche) che hanno comperato linee di montaggio ad alto livello di automazione (per il montaggio di serrature per automobili) e le hanno installate direttamente in Cechia. E cosí molte altre. Il risparmio sul costo della mano d’opera era irrisorio – ma non quello fiscale.
Il governo tedesco (della Grande Coalizione) lo ha capito: ha capito che il 30% di X è sempre molto meglio del 70% di zero, e ha ridotto drasticamente le imposte sulle attività industriali, col risultato che la delocalizzazione si è frenata drasticamente.
Lo Stato “vampiro” romano non ha voluto (o potuto) capire che un onere tributario come quello che grava sulle imprese italiane non può avere che due effetti (soprattutto in epoca di globalizzazione e di recessione/stagnazione): o l’impresa riesce a delocalizzare (e forse si salva), o chiude.

Questo solo come annotazione al margine.
Comunque, anche i tedeschi non sono piú quelli di una volta. Ma vedremo…

lampo
Scritto il 25 Novembre 2011 at 07:14

schwefelwolf@finanza,

Condivido la tua visione degli sprechi… ma non quella sul commissariamento.
Nella realtà hanno già creato la normativa per attuare la riforma che pian piano eliminerà gli sprechi B, mentre, a mio avviso, sarà molto difficile eliminare quelli A, a meno che vogliano riformare la legislazione che riguarda tutto il funzionamento della nostra intricata macchina statale, parlamentare, amministrativa, ecc. (compreso delle regole minime per il funzionamento dei partiti…). Il problema è che quasi nessuno voterebbe questa riforma… pensa solo all’esito della riduzione dei vitalizi…facendo di fatto cadere il governo.

Però nel caso B basta fare come la Grecia… stabilire un numero di esuberi (purtroppo ancora tagli orizzontali), da collocare, dapprima in altre mansioni, poi in mobilità… e infine… (la normativa guarda caso è già stata approvata con l’assestamento che ha modificato il D. Lgs 165 del 2001).

Ovviamente non lo potrà fare subito… prima deve crearsi l’odiens… ma poi, un bel decretino d’urgenza… risolverà tutto. Il lato negativo è che gli esuberi li dovranno scegliere i dirigenti… e secondo te come sceglieranno? E’ molto probabile quindi che aumenteremo l’inefficienza della PA, causa riduzione del personale che vi è all’interno e non vi è entrato con la spinta politica (in pratica quello che principalmente la fa funzionare).

gainhunter
Scritto il 25 Novembre 2011 at 20:00

schwefelwolf@finanza,

La tua analisi è molto interessante, e mi sembra decisamente corretta, per quanto ne so.

Pensa che io ho “scoperto” cosa pensano i francesi dei tedeschi vedendo Taxxi (un film francese) 😀 Più che insegnare la *storia* si insegna la *cronaca*…

Invece per quanto riguarda il problema dellE italiE, da tempo ormai lo stato sta conducendo una grande lotta contro la criminalità, con la collaborazione e la sensibilizzazione della gente comune. Purtroppo il lavoro è ancora molto e lungo, e il tempo stringe, e il grosso rischio è che con questa crisi molta gente si “venda” alla criminalità per bisogno, mandando in fumo il lavoro fatto finora.
Una soluzione apparentemente semplice per evitare che con il Sud sprofondi anche il Nord è banalmente la secessione, ma le conseguenze economiche/sociali/geopolitiche sono vere e proprie incognite (e poi non mi sembra giusto che tanti cittadini onesti del Sud ne paghino le conseguenze).
Un’altra soluzione, visto che il problema non è che l’italiano ha vissuto sopra le proprie possibilità ma che la pubblica amministrazione ha vissuto sopra le proprie possibilità, consiste nel licenziare tutti i dipendenti pubblici, almeno dove ci sono sprechi/inefficienze/esuberi (partendo dai dirigenti) e riassumere da zero quelli che servono previo concorso pubblico effettuato in presenza di ispettori europei (scortati) 🙄 Rimane il problema di come reagiranno gli altri…

Una domanda, se vivi in Germania: ma lì nessuno si chiede che fino fanno tutti i soldi guadagnati con la crescita economica e le esportazioni, visto l’aumento continuo del debito/pil e la ridotta rivalutazione degli stipendi? Finiscono davvero in servizi e quindi qualità della vita?

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