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L’EURO è morto. Evviva l’EURO!
Ormai sono davanti agli occhi di tutti le motivazioni che portano all’ammissione del fallimento del “progetto Euro”. Prima che sia troppo tardi, bisogna trovare delle soluzioni il più possibili concrete e realizzabili. E anche la stessa rigidissima Germania si deve rendere conto che E’ FINITA. E presto lo sarà anche per lei. Altro che Euro Break Up…
A molti può anche non piacere il Premio Nobel Paul Krugman. Però, quanto ha riportato in un recente articolo sintetizza, secondo me, in modo molto chiaro la realtà europea, mettendone a nudo le criticità principali.
Ecco perché ho pensato di riproporvela con alcune considerazioni.
L’articolo (citato qui nelle parti in corsivo) è uscito recentemente in italiano sul quotidiano nazionale Il Sole 24 Ore.
Chiunque studi l’economia monetaria internazionale conosce bene la Legge di Dornbusch: «La crisi ci mette molto più tempo ad arrivare di quanto pensavate, e poi si svolge molto più in fretta di quanto avreste pensato» (lo disse in un’intervista, nel 1997, il compianto economista tedesco Rudi Dornbusch).
Credo che questa prima affermazione di Krugman fotografi in modo ideale la realtà attuale, oppure sbaglio? Il “comprare tempo” ha spostato in avanti il momento in cui la crisi, quella vera, potrebbe scoppiare (siamo sicuri che sia già scoppiata? E chi lo sa?). L’abbondante liquidità, la forward guidance e le rassicurazioni delle banche centrali hanno generato aspettative che potrebbero anche venire deluse. Una gestione psicologica che, finchè regge, terrà in piedi il sistema. Ma un eventuale crollo rischia di essere rapido e di drammatica intensità e velocità.
E con l’ultima crisi dell’euro è successo esattamente questo. Fino a poco tempo fa gli austeriani che dettano la politica macroeconomica della zona euro andavano in giro tutti tronfi a cantar vittoria per una modesta risalita della crescita. Poi l’inflazione è precipitata e l’economia dell’Eurozona ha cominciato a incepparsi, e tutti, cosa probabilmente più importante, sono andati a riguardarsi i fondamentali e si sono resi conto che la situazione rimaneva molto seria.
Già, i fondamentali, ma quanto contano ancora oggi? Ricordatevelo bene, contano eccome, perché è proprio lì che torneremo un giorno. Il gap tra economia reale e finanza resta troppo ampio, il restringimento dello stesso potrebbe essere anche non essere indolore.
Anche nell’estate del 2012 la situazione sembrava grave, e Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, riuscì a evitare che il vecchio continente precipitasse nel baratro. E forse riuscirà a farlo di nuovo, ma adesso il compito appare molto più difficile. Nel 2012 il problema erano gli interessi molto alti sui titoli di Stato dei Paesi della periferia dell’euro, che in realtà, come adesso sappiamo, crescevano più per questioni di liquidità che per problemi di solvibilità.
Anche se non sembra, il buon Mario Draghi ha già usato delle cartucce. Non per ultime quelle “psicologiche”. Resta le “bombe” degli acquisti di bond governativi a titolo definitivo. (alias QE o quantitative easing). Ma…visti anche gli ultimi sviluppi, siamo sicuri che sarebbero efficaci?
In altre parole, i mercati temevano in sostanza che la Spagna o l’Italia potessero dichiarare entro breve tempo lo stato di insolvenza perché sarebbero rimaste letteralmente senza soldi, e queste paure minacciavano di trasformare lo scenario del default nella classica profezia che si autorealizza. Ma per disinnescare quella crisi bastò che Mario Draghi promettesse che la Bce avrebbe fatto whatever it takes (tutto il necessario). Una volta sgombrato il campo dalla prospettiva di una carenza di liquidità, il panico rientrò quasi subito. Attualmente gli interessi dei titoli di Stato di Spagna e Italia sono bassi, rispetto ai livelli storici.
Ma quello che sta succedendo adesso è ben diverso. È una crisi al rallentatore e coinvolge tutta la zona euro, che sta scivolando verso una trappola deflattiva. Draghi può cercare di imprimere una spinta attraverso politiche di allentamento quantitativo, ma non è affatto scontato che possano servire allo scopo, anche nelle circostanze migliori. E in realtà la politica limita pesantemente i suoi margini di azione.
Proprio così. Draghi potrebbe anche voler fare. E se poi potesse, siamo sicuri che sia efficace? Non dimenticate cosa ho scritto in passato. La politica monetaria espansiva NON è più sufficiente. E’ necessaria una “rivoluzione” strutturale. Ma questa rivoluzione la deve portare la politica sia in ambito LOCALE (singoli governi nazonali) e sia Europeo (Unione Europea, in altri termini, secondo il mio punto di vista BISOGNA RIFARE L’EUROPA E L’EURO).
Un’altra cosa che mi colpisce è la quantità di confusione intellettuale che ancora c’è in giro. La Germania continua testardamente a voler vedere tutta la crisi come l’effetto di una gestione irresponsabile dei conti pubblici, e questo non solo esclude la possibilità di stimoli di bilancio efficaci, ma azzoppa l’allentamento quantitativo perché Berlino vede l’idea di comprare titoli di Stato come un anatema.
E un’altra cosa incredibile è il fatto che la logica della trappola della liquidità, dopo sei anni – sei anni! – di tassi di interesse quasi a zero, continui a non essere compresa. Ho letto recentemente, e non è neanche l’esempio peggiore, un editoriale sul Financial Times di Reza Moghadam, vicepresidente della Morgan Stanley, che scrive che «i salari e il costo del lavoro in generale sono semplicemente troppo alti, anche per gli standard dei Paesi ricchi e tanto più rispetto ai concorrenti dei mercati emergenti».
Santo cielo! Se è la concorrenza esterna che vi preoccupa allora bisognerebbe svalutare l’euro, non tagliare i salari. E tagliare i salari in un’economia incastrata in una trappola della liquidità quasi sicuramente aggraverebbe la recessione. Com’è possibile che ci sia ancora qualcuno che non lo capisce?
Probabilmente non lo si capisce, ma il tempo, dopo aver fatto dei danni, porterà i nodi al pettine. Solo che oggi tutti sono troppo concentrati al proprio giardino e non c’è la volontà di allargare i punti di vista.
L’Europa ha sorpreso molte persone, me compreso (Paul Krugman, ndr), con la sua capacità di resistenza. E penso che la Bce di Draghi sia diventata un importante elemento di forza. Ma faccio sempre più fatica (e come me altri con cui ho parlato) a capire come andrà a finire tutta la faccenda (o meglio a capire come farà a finire in modo non catastrofico).
Se trovate implausibile una storia in cui Marine Le Pen porterà la Francia fuori dall’euro e dall’Unione Europea, ditemi qual è il vostro scenario alternativo.
Senza scomodare la Francia e concentrandosi anche solo sulla Grecia, ultimamente di nuovo nell’occhio del ciclone, cosa succede se anche solo uno degli elementi fa ciò che non è previsto dai trattati, ovvero ESCE dall’Euro? Credo sia inconcepibile perché l’uscita di un Euro aprirebbe la strada e porterebbe automaticamente alla POLVERIZZAZIONE del “progetto Eurozona”. Ma dico io: possibile che NESSUNO se ne renda conto?
Idem dicasi per la Germania, secondo me. O meglio, non sarebbe più “Euro” ma sarebbe tutta un’altra cosa. E allora, perché non cogliere la palla la balzo, visto lo stato di evidente difficoltà dell’Eurozona e anche della Germania, e RIFARE il progetto EURO?
Nuovi trattati, nuovi accordi, nuove deleghe alla BCE, tutto nuovo facendo tesoro degli errori e cercare di creare un VERO progetto di unione di lungo periodo.
Recentemente anche un grande difensore dell’Euro, il noto Luigi Zingales, professore di Finanza alla University of Chicago Booth School of Business, economista liberista, ammette che questo Euro NON ha più senso di esistere. Ma senza volerne la morte (come il sottoscritto) ne chiede la “rinascita”.
“Il problema – secondo Zingales – è che man mano che l’avventura di Eurolandia è proseguita, peraltro incrociando una crisi economico-finanziaria senza precedenti, si è creata un’insanabile contrapposizione tra paesi del Sud Europa (tra cui l’Italia) e del Nord Europa, con i primi in posizione di debolezza e i secondi, rappresentati dalla Germania, che sono riusciti sempre di più a prendere in mano le redini e a salire in plancia di comando. Dove naturalmente ora vogliono restare. (…)
Dopo Maastricht, c’è la crisi del 2009, ulteriore spartiacque del sentiment dei cittadini verso l’Europa unita, ma non nel senso che uno potrebbe immaginare. “Per esempio nei paesi meridionali, Italia inclusa, è cresciuto il numero di quanti sostengono che Bruxelles si muove nella direzione errata, ma è aumentato ancora di più il numero di quanti imputano ai propri governi errori perfino peggiori. Inoltre, in alcuni Paesi, l’immagine della Banca centrale europea (Bce) si è deteriorata molto più di quella della moneta unica, specialmente nell’europeriferia”. Ora tutto possiamo permetterci, meno che restare fermi. Pena il collasso.
Credo sia tutto chiaro. Ne siamo consapevoli. Qualcuno può fare arrivare il messaggio alla politica e a Bruxelles?
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Hahahaahah!
Nei prossimi giorni ci saranno interessanti novità in questo ambito e poi… se volete la mia email è a disposizione.
🙂
Ti rendi conto che prima delle europee hai fatto propaganda contro i partiti euroscettici, difendendo a spada tratta questo Euro?
Non posso che apprezzare questa presa d’atto. Peccato che non sia così diffusa la consapevolezza.
Non esistono buoni o cattivi in questo momento. Esistono solo regole che hanno limiti fisici di applicazione. Non si può imporre (e condividere) il fiscal compact o i limiti di maastricht e poi beatamente fottersene chi per il deficit, chi per convenienza politica, chi per impossibilità oggettive.
Non possiamo biasimare la Francia se con la sua ‘grandeur’ innata ha deciso che certi obbiettivi li raggiungerà quando vuole lei, o la Germania che non vuole farsi carico del debito degli altri, o la Grecia che forse troverà un equilibrio, chissa nel caso…, ma nel frattempo deve gestire la fame di tanta parte della sua popolazione. Le spinte secessioniste, le varie primavere, i localismi vari sono solo la punta di un iceberg che necessita solo di una piccola spinta per ribaltarsi. E’ tale e tanto il divario tra chi dispone, legifera, detta le condizioni e le convenienze, gli usi e le abitudini (pochi o pochissimi) e coloro che dovrebbero, uniformandosi a quanto dettato dai pochi, migliorare le proprie condizioni vitali, che in presenza di non idonee condizioni e modelli economici, basterà un inverno rigido, un atteggiamento dispotico o egemonico di qualche piccolo (numericamente) clan a creare il pretesto di un pandemonio. Non è una valutazione politica. E’ la constatazione che la globalizzazione ( così come ora utilizzata è un feto malforme ‘ fortunatamente’ nato già morto) ha portato con sè l’esasperazione delle disfunzioni di ‘ogni’ modello economico. E’ la globalizzazione che mette di fronte nella sua economia (e di conseguenza nella finanza) il saggio di ‘Omaha’ ed il liberiano malato di Ebola. E quello che ci stà in mezzo semplicemente non esiste. Io non esisto. Perchè non ci è mai stato chiesto di avallare l’unione e le sue regole? Come puoi chiedere sacrifici senza alcuna progettazione di futuro? Quali sono le aspettative che può crearsi la nuova generazione? e soprattutto sapere che le regole possono, senza il mio consenso o anche solo la mia opinione ‘informata’ adeguatamente, essere modificate in qualunque momento, aiuterà la mia coscienza di cittadino europeo?
Bisogna avere il caos in se’ per partorire una stella danzante.
F. Nietzsche
Avrà avuto ragione ma non per l’euro.
will@finanzaonline:
Danilo DT,Ti rendi conto che prima delle europee hai fatto propaganda contro i partiti euroscettici, difendendo a spada tratta questo Euro?
ECCOLO! LO STAVO ASPETTANDO!
E’ normale che qualcuno se ne uscisse fuori con questo discorso e quindi precisiamo SUBITO.
Tanto per cominciare, io mi sono sempre detto PRO Euro. Mi ero detto CONTRO l’uscita dall’Euro. Se ti riprendi i miei vecchi post sull’argomento è spiegato molto chiaramente.
E difatti continuo ad essere sempre PRO Euro, ma io sono per il rifacimento del progetto Euro.
In altri termini, SI all’Euro ma deve essere tutto ricostruito, perchè questo Euro non ha più senso di esistere.
Quindi NO al ritorno alla Lira e tutto quello che comporta (sopratutto nel male) e SI ad un Euro però DIVERSO.
Danilo DT: ECCOLO! LO STAVO ASPETTANDO!
E’ normale che qualcuno se ne uscisse fuori con questo discorso e quindi precisiamo SUBITO.
Tanto per cominciare, io mi sono sempre detto PRO Euro. Mi ero detto CONTRO l’uscita dall’Euro. Se ti riprendi i miei vecchi post sull’argomento è spiegato molto chiaramente.
E difatti continuo ad essere sempre PRO Euro, ma io sono per il rifacimento del progetto Euro.
In altri termini, SI all’Euro ma deve essere tutto ricostruito, perchè questo Euro non ha più senso di esistere.
Quindi NO al ritorno alla Lira e tutto quello che comporta (sopratutto nel male) e SI ad un Euro però DIVERSO.
Ricordo bene quello che scrivevi, e l’avevo interpretata (non solo io) come campagna elettorale pro Renzi, quello che dice “Le regole sono sbagliate, ma noi le rispettiamo”. Roba da matti!
Comunque la possibili soluzioni si riassumono in poche parole:
1. Bilancio unico – Moneta unica
2. Bilanci separati – Monete separate
Ogni altro arrangiamento è destinato a fallire.
mi spiace molto Danilo non sono assolutamente in disaccordo con te.
possiamo ristrutturare, riformare, rifare l’euro in qualsiasi maniera, modo,forma, soatanza, possiamo dargli regole diverse ma il risultato sarà sempre lo stesso e cioè caos completo.
perchè? ma perchè non esiste l’europa nè potrà, almeno per i prossimi 200 anni, esistere.
è sempre stata un’entità molto astratta, perchè mancano quelle cose che la possono unire e far funzionare che sono
LINGUA- senza una lingua comune non si va da nessuna parte, si può fare quello che si vuole ma è la base SINE QUA NON
CULTURA – è la cultura oltre alla lingua,che unisce una nazione. come puoi pensare un’unione con decine di modi di pensare, fare, agire diversi. non è assolutamente possibile amalgamarli in un UNICUM.
STORIA E TRADIZIONI- nessuna nazione di questa pseudo europa ha trascorsi e tradizioni siumili, questo è vero anche per l’italia, pensa frà 25 nazioni.
ALIMENTAZIONE- anche il cibo caratterizza un popolo
RELIGIONE- anche la religione seppur in modo minore, gioca un ruolo importante per l’identificazione di una nazione.
MONETA- vedi cosa stà facendo l’euro.
sono convinto che in futuro tutte queste disparità emergeranno sempre più prepotentemente.
ricordati che gli usa con le loro contradizioni e diversità sono diventati una nazione unita solo dopo una guerra civile
Non mi pare che Danilo abbia mai fatto campagna elettorale pro Renzi: http://intermarketandmore.finanza.com/renzi-twitter-e-matteorisponde-per-molti-ma-non-per-tutti-62598.html
Longobardo:
will@finanzaonline,Non mi pare che Danilo abbia mai fatto campagna elettorale pro Renzi: http://intermarketandmore.finanza.com/renzi-twitter-e-matteorisponde-per-molti-ma-non-per-tutti-62598.html
Forse non mi sono spiegato bene…. intendevo dire che quei 2 interventi a favore dell’Euro nella settimana precedente a quella delle elezioni europee, mi ha fatto pensare che Danilo stesse intervenendo di proposito per condizionare in qualche modo il risultato elettorale, in particolare pro Renzi, in quanto rappresentante del partito euroconservatore per eccellenza.
è un’Europa così unita che i ministri della finanza tedesco e francese concordano un piano di rilancio degli investimenti per conto loro e non in ambito europeo……
Non sono bilancio unico e moneta unica……ma Stati Uniti d’Europa…..con devoluzione progressiva dei poteri ad un’entità sovranazionale.
DT permettimi di dissentire su alcuni aspetti.
La Grecia, per quanto molti la mettono al centro dell’attenzione, è oramai in via d’uscita dalla crisi. Basta vedere gli investimenti provenienti dall’estero che stanno arrivando nel paese per “comprare” tutto il possibile a prezzi stracciati (cinesi, russi, ecc. che ristrutturano porti per farlo diventare il più grande hub del mediterraneo, comprano compagnie aeree, ecc.). Tieni conto che il prossimo anno le stime del PIL saranno simili a quelle degli USA (secondo me andremo anche oltre, visto l’avanzo di bilancio accantonato). Quella di questi giorni è pura speculazione sul rischio elezioni, dovuta ad alcuni sondaggi usciti (poi sai benissimo che lo scombussolamento è dovuto al LEI di Goldman Sachs che ha portato un po’ di vendite… ma giustamente era meglio dare la colpa ai titoli di stato greci…).
Pochi hanno letto che negli ultimi mesi la Grecia si è già rifinanziata sul mercato a tassi ridicoli, da precrisi. Evidentemente, visto che su tale piazza operano principalmente investitori stranieri, va bene così, in tal modo possono guadagnare indisturbati.
Europa : mi preoccuperei più del piano di QE della BCE, che se continua come iniziato oggi con i covered bond “tentati” in acquisto” (in maniera simile al flop dell’ultimo LTRO), anche se è ancora troppo presto per le deduzioni (aspettiamo il report settimanale della BCE).
Chiediamoci perché le nostre banche non hanno ceduto covered bond alla BCE oggi… e perché gli acquisti si sono concentrati su Spagna e Francia.
Poi non c’è dubbio che l’Europa originale (dei popoli) non esiste (e probabilmente non esisterà mai, almeno per i periferici), ma da qui a dire che è ormai morta ne passa parecchio.
Giustamente però è corretto per i mass-media focalizzarsi sulla crisi europea… per non far vedere le magagne in casa USA (che perde sempre più il proprio predominio… con la Cina che sta facendo accordi di swap a go go rendendo la propria valuta sempre più importante… recentemente sono arrivate a stringere accordi anche in alcune banche italiane in difficoltà) e UK (che ha rischiato moltissimo per un semplice referendum… che nessuno si aspettava).
Il problema è che l’Europa deve trovare la propria identità univoca e staccarsi dal cordone ombelicale USA, da cui dipende storicamente per la presenza delle basi NATO. Ma questa è una storia più noiosa…
Chiediamoci perché le nostre banche non hanno ceduto covered bond alla BCE oggi… e perché gli acquisti si sono concentrati su Spagna e Francia.
Io non ho capito il perché non ne abbiano ceduti. Tu che idea hai?
Dall’idea che mi sono fatto, da non addetto ai lavori (meglio precisarlo), è che le banche italiane (visto il rating che abbiamo) non sono molto incentivate a vendere tali obbligazioni garantite dato che, nella valutazione come capitale di rischio, non richiedono l’esigenza di grossi accantonamenti. In tal senso, per assurdo, rimangono meno penalizzanti degli Abs.
Probabilmente quindi vogliono prima vedere l’evoluzione sul mercato (anche in termini di rating) e dopo agire (probabilmente il prossimo anno…)
Dall’idea che mi sono fatto, da non addetto ai lavori (meglio precisarlo), è che le banche italiane (visto il rating che abbiamo) non sono molto incentivate a vendere tali obbligazioni garantite dato che, nella valutazione come capitale di rischio, non richiedono l’esigenza di grossi accantonamenti. In tal senso, per assurdo, rimangono meno penalizzanti degli Abs.
Probabilmente quindi vogliono prima vedere l’evoluzione sul mercato (anche in termini di rating) e dopo agire (probabilmente il prossimo anno…)
Mi sembra una buona intuizione. Effettivamente, errore che faccio spesso, bisogna sempre ricordarsi di interpretare le scelte delle banche anche alla luce dell’utilizzo del capitale proprio!
Articolo molto interessante. Mi trovo quasi totalmente in accordo con te Danilo.
Riformare l’Europa, staccarsi dagli usa, renderla meno germanica e dare maggiori poteri alla bce.
basta con questa Germania che vuole comamdare ad oltranza!
Spero solo che questa miopia finisca e si faccia quqlche cosa alla svelta.abbiamo già perso molto tempo!
Mi aggiugno anche io alla richiesta. .. in questo periodo di grande incertezza, cosa fai dei tuoi danari?
Ringrazio tutti per gli ottimi interventi di discussione.
La tematica è estremamente complessa e di difficile soluzione: ovviamente l’Unione Europea è Unione solo di fatto. La BCE è la banca centrale di paesi sempre separati politicamente ed economicamente, con bilanci separati e politiche fiscali differenti. E trattamento non uguali.
Cosa unisce quindi questi paesi? Alla fine SOLO una cosa: l’Euro.
🙂 Bravi tutti. Gran bel gruppo di discussione Danilo. Sicuramente stimolante!
Oh, eccolo qui! Ci siamo registrati finalmente? Era l’ora…. Ora che sei arrivato… Sei OBBLIGATO a cominciare a scrivere!
Uh…per quello lascio fare a te che sei maestro in materia. Io tratterò quello che tu sai…
Un saluto da questa simpatica ed accogliente isola! Oggi ho fatto un bel bagno alla facciazza vostra. Sei già nella nebbia? Hahahahaha! A presto!
Financial Stability Board (FSB), “Strengthening oversight and regulation of shadow banking. Non-centrally cleared Securities Financing Transactions (SFTs) – Regulatory framework for haircuts” – October 14, 2014
1- Capital requirements under different regulatory treatments, P. 16 (or 21 / 34);
2- Summary of QIS2 results, Pp. 20-23 (or 25-28 / 34);
3- Estimation of haircuts based on historical data, Pp. 24-26 (or 29-31 / 34),
[e-Y-e to the ABS] in
3a- Table A3-1 – Estimated haircuts for securitised products, P. 26 (or 31 / 34);
in the link
http://www.financialstabilityboard.org/publications/r_141013a.pdf .
Financial Stability Board (FSB), “(Background Document) Procyclicality of haircuts: evidence from the QIS1” – October 14, 2014
1- Does the QIS1 data support the theory that the repo market played an important role in securitisation and “shadow banking” in the run-up to the crisis?, Pp. 4-5 (or 9-10 / 14)
in the link
http://www.financialstabilityboard.org/publications/r_141013b.pdf .
サーファー © Surfer [LAMPO… just in time to the ne-X-t streSS testing and ECB planning. “… not to say cat if you don’t have it in the bag”!]
Grazie… informazioni preziose.
Tanto tempo fa in un commento sostenevo che Basilea 1, 2, 3, … era nata per sopperire a quanto un noto matematico sosteneva in campo finanziario, a livello di possibilità “non previste” (per semplificare): Benoit Mandelbrot
http://it.wikipedia.org/wiki/Finanza_frattale
Mi dispiace che pochi abbiano progredito in tale campo… probabilmente l’esperienza reale prima o poi, cambierà la situazione.
P.S.
Continua così.
Bah, salve leggo questo blog da anni e anni ma solo ora vorrei mettere un commento, non sono una cima in economia ma almeno sono uno con i piedi per terra,io almeno qualcosa di veramente pratico ed efficace credo di averla fatta,ho preso una residenza a Panama,mi sono trasferito in questo paese, e svolgo la mia attività di consulente da Panama.Ho trasferito il mio denaro presso un conto corrente Panamense, multivaluta ed anche protetto dal segreto bancario.Ho aperto mutuo per un bellissimo appartamento che nel giro di un anno si è apprezzato del 30 % e su cui non pago tasse.Non pago tasse neanche sulla mia attività e qui questo è legale, non muoio più di freddo, solitudine e mia moglie aspetta un figlio, il primo, cosa che nelle mie vecchie condizioni in Italia non sarebbe sicuramente mai successa.Ho almeno il 50% di tempo in più libero da frustrazioni e lavoro e conduco una vita con almeno il 90% di stress in meno, il tutto con guadagni decisamente superiori a prima.Ora voi direte beh, ma non tutti possono trasferirsi,beh volevo solo condividere la mia esperienza.
E’ esattamente quello che voleva fare mia figlia&C, poi ha deciso di non andarsene.
E’ un po’ la logica del “si salvi chi può” anche se in un mondo con le criticità che sono in corso, i luoghi possono cambiare molto rapidamente nelle loro prospettive…
E’ molto difficile decidere di andarsene da una nazione che si ama.
Ritengo che per quanto riguarda l’Italia, visto che una nazione la fa la sua classe dirigente che nel caso nostro ha degradato in decenni tutta la struttura sociale, sia, al momento, finita.
Forse i nipoti e solo se va bene…
Buona fortuna anche alla prole, anche mia figia sta aspettando un bebè.
Grazie Idleproc , è una scelta dura se non ci vai e vedi con i tuoi occhi, una volta qui ti bastano 3 giorni per dire si o no, ma tutti dicono si.. ah non c’è prole che tenga.Di a tua figlia che se ancora ha un sogno e non vuole reprimerlo qui ci sono le opportunità per realizzarlo e sono felice di donarle a mi figlio, che qui non apparterrà ad alcuna gioventù bruciata o generazione persa.Se ti vuoi dare uno sguardo su come si prende la residenza, questo link è dell avvocato che ha effettuato le pratiche per me e mi ha reso residente in 72 ore http://www.tghabogados.com , l’ avvocato Thomas, in 3 giorni sei residente ed il resto sarà un ricordo.
Perche’ invece di “urlare” com sottolineature e scritte in grassetto, di concetti plausibili ma verificabili solo a posteriori, non mi dici cosa faresti dei miei soldi(liquidita’ ed immobili), ma soprattutto cosa stai facendo tu dei tuoi( citando De Andre’ : dimmi tu cosa ti compri del migliore)