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ENEL: nuova emissione bond Ibrido. Ma occhio alle sorprese.
Obbligazione ibrida con tanti elementi di rischio. Ma il risparmiatore sa cosa significa “ibrido” e quali sono le clausole di subordinazione?
Il fatto che in molti facciano le corse per poter emettere il più in fretta possibile obbligazioni a lunga scadenza deve far pensare.
Ovviamente l’emittente deve curare la sua situazione finanziaria e seguire i propri interessi. Quindi approfittare di tassi molto bassi per emettere anche a lunga scadenza.
E proprio di questo si sta preoccupando ENEL, nota società leader nell’energia elettrica in Italia, la quale si sta affacciando sul mercato dei bond “ibridi”.
Non certo una classica obbligazione “senior” plain vanilla (ovvero tradizionale).
“Siamo molto fiduciosi. E’ un bond particolare perche’ e’ un perpetuo, un cosiddetto ibrido, uno strumento che pensiamo di poter collocare sia in euro, sia in sterline sia in dollari. Crediamo di avere una buona accoglienza dal mercato perche’ offriamo rendimenti appetibili per gli investitori di lungo periodo “: lo ha detto l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, commentando l’apertura del road show finalizzato alla possibile emissione del nuovo bond. “Parliamo di strumenti che hanno durata di 60 anni. Uno strumento – ha continuato il top manager da Bologna, a margine della conferenza annuale di Eurelectric – molto flessibile e allo stesso tempo molto appetibile, per il mercato, per la qualita’ dell’emettitore, Enel, un’azienda solida e performante. L’ammontare lo vedremo al termine della settimana di road show, abbiamo idea di poter considerare cifre importanti”. La cifra, secondo indiscrezioni, pari a 3 miliardi e’ una stima – ha concluso Conti – al momento plausibile . (Source)
In questo rapido articolo c’è scritto praticamente tutto quello che bisogna sapere. Innanzitutto che NON è un bond normale.
E’ un perpetuo.
Ha dei rischi molto superiori alle obbligazioni senior quotate sui mercati finanziari emesse dalla stessa Enel in passato. Sono obbligazioni subordinate.
Inoltre sono obbligazioni ibride: e già solo inquadrare un’obbligazione ibrida non è facile, in quanto può essere caratterizzata dalle più diverse sfaccettature.
In linea di massima, con le obbligazioni ibride troviamo queste caratteristiche troviamo queste clausole:
Subordinazione – il titolo ha una seniority superiore solo agli strumenti di equity ed è subordinato a tutte le altre emissioni obbligazionarie della società. Questo significa che in caso di bancarotta i possessori di questi strumenti verranno rimborsati solo se tutti gli altri obbligazionisti avranno già ricevuto ciò che spettava loro, ma prima degli azionisti.
Durata – solitamente è molto elevata, ultradecennale ed in alcuni casi può coincidere con la vita dell’azienda; in tale caso si tratta di bond perpetui e sono estremamente simili alle azioni.
Clausola call – l’emittente ha la possibilità di rimborsare in anticipo il prestito. Solitamente se non viene esercitato questo diritto è previsto un aumento della cedola (clausola step-up)
Interest deferral – l’emittente può rinviare il pagamento di una o più cedole al verificarsi di determinati accadimenti. Questi possono riguardare la mancanza di distribuzione di dividendi da parte della società, oppure utili di esercizio negativi, o un Ebit inferiore a un certo livello. I pagamenti sospesi possono in taluni casi essere onorati grazie ai proventi derivanti dal collocamento di nuove azioni o di nuovi ibridi anche simili a quelli già sul mercato. Talune emissioni danno addirittura la possibilità di saltare completamente il pagamento di una cedola se i conti della società non sono buoni.
Tali peculiarità – in particolare la dipendenza della cedola dai risultati economici delle aziende emittenti e la perpetuità – avvicinano molto gli ibridi agli strumenti di equity. Le differenze, comunque, sono sostanziali. In primo luogo gli ibridi devono corrispondere un flusso cedolare prefissato contrattualmente e non può essere prevista la distribuzione di una parte degli utili: la cedola non può mai essere incrementata. Inoltre, cosa ben più importante, i detentori di debito ibrido, pur partecipando ai rischi societari in maniera molto maggiore rispetto ai comuni obbligazionisti, non hanno alcun controllo sulle politiche dell’azienda né alcun diritto di voto in Assemblea. Tra l’altro è il caso di sottolineare che essendo tali strumenti riservati al mercato degli istituzionali, i sottoscrittori sono grossi finanziatori della società che spesso investono nelle aziende capitali anche superiori a quelli degli azionisti più importanti. (Source)
Quindi occhio. Anche se l’emittente è “di grido”, bisogna sempre faremolta attenzione alle caratteristiche dell’investimento proposto. Come in altri casi, la qualità e le caratteristiche del prodotto fanno enormemente la differenza.
ATTENZIONE: essendo un bond molto particolare, è molto probabile il collocamento esclusivamente presso ISTITUZIONALI. Però credo sia sempre IMPORTANTE ricordare ai lettori quali sono i RISCHi che si corrono investendo in qeusti tipi di obbligazioni.
Un’ultima considerazione personale. Comprare questo bond ibrido ENEL non è poi così lontano da comprare l’azione. Anzi, per certi versi…
STAY TUNED!
DT