EIA: gli USA annegano nel PETROLIO

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

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Già sapete quanto reputo importante il petrolio in questa fase di rallentamento economico.
L’oro nero rappresenta il vero elemento di disturbo delle banche centrali, essendo il vero colpevole del “rischio deflazione” che sta colpendo le economie occidentali.
E sempre il petrolio sta mettendo in seria difficoltà molti paesi produttori, oltre che diverse società estrattrici.
Quindi capirete quanto era importante il dato in uscita ieri sera sulle scorte USA di petrolio.
Il dato è fornito dall’EIA (The Energy Information Administration), l’agenzia che misura settimanalmente il numero di barili che sono stivati nei depositi.
Il dato fornito dall’EIA diventa un problema se è superiore alle attese in quanto se le scorte sono maggiori del previsto, significa che c’è più petrolio di quanto si pensasse.
Si sperava quindi che il dato dell’EIA fosse positivo, ovvero INFERIORE alle attese.
Invece…sorpresa. Il dato è veramente importante, soprattutto se si valuta la distanza dalla previsione. Eccovi l’esito dell’indagine del’EIA.

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Direi che i numeri si commentano da soli. Un colpo basso per un petrolio che stava appena provando a rialzare la testa e che quindi dovrà confrontarsi con un mercato ostico e…annegato dal petrolio stesso.

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Danilo DT

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5 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 3 Marzo 2016 at 15:03

informazioni di questo tipo non servono a fava Danilo. Gli USA importano tuttora 1/3 di quanto consumano quindi NON annegano nel petrolio. Il problema nasce da quella grande frode finanziaria che è lo shale oil il quale è un petrolio molto leggero che le raffinerie americane non sono in grado di raffinare in quanto costruite PRIMA della shale revolution (stesso destino della peace and love revolution). Investimenti enormi che richiedono lustri per essere completati. Gli americani quindi non sanno dove mettere il loro petrolio leggero grezzo e le lobby sono riuscite dopo anni di lavoro a modificare la legge che impone di non esportare il petrolio americano. Chiaro il concetto ? Lo ripeto: l’export servirebbe solo per ridurre l’impossibilità di raffinare il petroli leggero da shale mentre si importa petrolio in grande quantità che le raffinerie sono in grado di raffinare. Nessuno annega nel petrolio. Al contrario le compagne e le banche che le hanno finanziate annegano in un altro materiale dal cattivo odore ma siccome va tutto bene, per me va bene così. Siccome i trader (cioè gli algoritmi di trading) pesano i dati immediati per costruire le curve dei futures (quelle oltre i 6 mesi sono buone per i coglioni che credono alle favole) il dato sui magazzini a Cushing valgono un super bingo. Non so neppure perchè ho scritto questo breve post dato che è evidente che alla gente non frega un cazzo di sapere come stanno le cose, costa fatica, sebbene le informazioni sono tutte pubbliche. Molto meglio seguire quello che dice un grafico la cui interpretazione è demandata a un software. Grafico che TUTTI guardano, quindi l’illusione diviene realtà come Zolla ha ben spiegato e altri prima di lui. Poi un giorno, TOC TOC… chi sarà mai ? La realtà vera, e sono i proverbiali $%azzi acidi e duri come pilastri di cemento che si innestano con precisione nel deretano dei folli per rimanervi sino alla fine dei loro giorni. Chi lo poteva prevedere ?

john_ludd
Scritto il 3 Marzo 2016 at 15:09

Comunque visto che va di moda prevedere il prezzo del petrolio ecco la mia: in assenza di un taglio OPEC e data l’incredibile capacità/imbecillità degli investitori americani nel voler assolutamente perdere soldi che ha portato altro equity nelle shale companies nei mesi scorsi, il target resta 20 $ che raderà al suolo l’industria dello shale, raderà al suolo le economie di Texax, Dakota e Canada ponendo le basi per un radicale cambiamento degli assetti geopolitici del pianeta il che sarebbe pure ora con buona pace dei tonni che vedono il collasso dell’Arabia Sauditi e della Russia da qui a 6 mesi. Poveri.

Scritto il 3 Marzo 2016 at 16:03

Caro John,

tu hai sicuramente ragione anche perchè è nota la tua competenza sull’argomento. Ma è altrettanto vero che il mercato, gli operatori, i traders guardano molto questi dati e ne sono condizionati.
La domanda che occorre fare è la seguente: ma allora, al netto di tutta la fuffa che gira, qual’è il prezzo giusto del petrolio? E quanto pesa su questo prezzo la speculazione, le attese, le speranze e le (permettetemi) seghe mentali delle varie categorie di investitori con due zampe ? (Per il resto è ancora un’altra storia).
Cmq ottimo il tuo contributo. As usual… 😉

john_ludd
Scritto il 3 Marzo 2016 at 18:40

Da­ni­lo DT,

chiunque pretenda che si possa conoscere il prezzo giusto di qualcosa ha perso il senno da piccolo. Il prezzo come il denaro è una creazione della mente la quale oltre a essere mutevole crea essa stessa la propria realtà. Se vuoi qualcosa di più pratico della mia filosofia zen da salotto ti suggerisco di leggere quanto scrive Art Berman un insider di altissimo livello che per passione dona a noi peones un pò della sua competenza:

http://www.artberman.com/what-really-controls-oil-prices/

kry
Scritto il 3 Marzo 2016 at 23:10

10 giorni fa mi è stato regalato quanto segue

Il filosofo italiano Elemire Zolla scrisse:

“La vita della comunità è retta dall’immaginazione. […] L’intero maestoso spiegamento di ordine e stabilità è scompaginato da un delicatissimo velo di sogni. Una trama di archetipi lo eresse e incessantemente lo regge […] In certe occasioni i cittadini radunati entrano in deliquio, e si mostrano loro i sogni che che animano la città, si inscenano su un podio o su una balconata, dove personaggi usciti dal mondo dell’immaginazione tracciano gesti alteri, pronunciano parole memorande e prive di un senso concreto; sacre, simboliche e oniriche. A tutti si rammenta così che il sogno infonde realtà a ciò che si crede reale […] In noi dobbiamo accertare la forza più intrinseca che ci suggestiona e regge, anche e soprattutto a nostra insaputa, che ci vela e rivela a suo modo la realtà […] Quando mutano i sogni, sa che la città è prossima al crollo […] Causa remota della morte spirituale dell’occidente fu l’incapacità di capire che cosa sia e che cosa significhi l’immaginazione […] La fede non è soltanto la sostanza di ciò che siamo, ma anche la natura quale ci appare. Non è dato dimostrare una differenza tra la percezione della realtà e un’allucinazione collettiva costante: sono la stessa cosa.”
Da: Verità segrete esposte in evidenza, Marsilio 1990

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