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ECRI: come ti leggo l’economia

Scritto il alle 14:15 da Danilo DT

Tra i tanti personaggi che leggo con più piacere da tempo merita sicuramente una menzione “ad honorem” David Rosenberg, già capo analista di Merrill Lynch che ha fatto una scelta di vita, tornando nel suo Canada (forse non a caso è fuggito dagli USA…) per lavorare presso una piccola società indipendente, la Gluskin Sheff che gli ha dato carta bianca.
Certo, ultimamente Rosenberg è passato un po’ di moda a causa del suo eccessivo stato perma-bearish. Spesso, leggendo i suoi report, mi aspetto di ritrovarmi anche la frase “ricordati che devi morire”, cosa che per fortuna non è ancora arrivato a fare. A parte queste piccole note di colore, non si può però negare a Rosenberg una grande capacià di analisi e una superba intelligenza economica. Voi vi domanderete, ma allora se è così estremo, perché seguirlo?
Perché io sono convinto di una cosa. A lungo termine avrà ragione. Le sue previsioni spesso apocalittiche sono destinate nel tempo a concretizzarsi. Magari non oggi, magari non domani, ma se la matematica non è un’opinione e se l’economia non è solo fumo, allora dobbiamo seriamente preoccuparci di quanto sta accadendo oggi.
Dopo questo piccolo excursus sul personaggio andiamo al dunque.

ECRI: una cartina tornasole della macroeconomia

L’indice ISM (manifatturiero e non) è considerato da molti un eccellente indicatore per “anticipare” le tendenze dell’economia. Peccato però che l’ISM resta un indicatore coincidente e non anticipatore. Degno sostituto e valida alternativa è l’indice ECRI, presentato appunto da Rosenberg.

Secondo questo indicatore, un vero orologio per l’economia, eravamo fino a qualche tempo fa, nella fase 2, Da settembre 2009 siamo poi passati alla fase 3 dove ora ci troviamo.
Ma attenzione, la fase 4 si sta avvicinando, e come potete vedere, la fase 4 significa Recessione.

In Phase 4, the S&P 500 on average declines 6.3% with eight of the 10 sectors declining — a barbell of being long energy on the cyclical side and consumer staples on the defensive side has worked well. Consumer cyclicals, technology, industrials and financials are crushed in this segment of the ECRI cycle; telecom, utilities and health care do not perform as well as staples but are areas where at least you don’t typically get beaten up (for relative-return folks). The CRB is down an average of 3% but gold and oil tend to be supported by a weaker U.S. dollar. The yield on the 10-year note rallies an average of almost 40bps; as with equities, corporate bonds are hurt in this quadrant — Baa spreads widen about 60bps and high-yield by close to 100bps. We have to be mindful that this can very well be the next phase of the cycle even without the Fed raising rates.

La cosa interessante è che questo ECRI anticipa di circa 4 mesi il comportamento del mercato azionario. Se anche staavolta ottenessimo le conferme del caso, sarebbe veramente un interessante compendio per poter analizzare lo stato dell’economia.

 

Ecri secondo Edwards

 

Anche lo strategist di Soc Gen si è pronunciato recventemente in merito all’ECRI. Come vedere dal grafico proposto qui sotto, potete notare che l’indice ECRI, qui tradotto con un grafico tradizionale, ha visto un crollo veramente verticale negli ultimi mesi. Segno che la situaizone sta realmente peggiorando dal punto di vista macroeconomico. Se prima il mercato godeva dell’eneriga anceh indotta dai governi e qwuindi non viveva di luce propria, oggi questa energuia sembra che stia venendo a mancare.

In realtà, i segnali che stia arrivando una second afase di reale deboleza economica, sono già ben visibili. A parte le valutazioni fatte con l’ECRI, non possiamo non prendere in considerazione anche quanto detto dal blog CalculatedRisk; il rallentamento sarà guidato da questi fattori:

1) less Federal stimulus spending in the 2nd half of 2010,
2) the end of the inventory correction,
3) more household saving leading to slower growth in personal consumption expenditures,
4) another downturn in housing (lower prices, less residential investment),
5) slowdown in China and Europe and
6) cutbacks at the state and local level.

Some recent reports – like the disappointing employment report for May, reports of pending home sales collapsing in May (after the expiration of the tax credit), soft retail sales in April, a soft month for rail traffic in May – might suggest the slowdown has already started.

However other recent reports – like the ISM manufacturing and service surveys, Industrial Production and Capacity Utilization in April and U.S. auto sales – suggest decent expansion in Q2.

My guess is GDP growth in Q2 will be close to 3% – sluggish for a recovery, but about the same as Q1. So I don’t think the 2nd half slowdown has started yet.

Ma non facciamo banali e logiche conclusioni. In tutti questi mesi abbiamo avuto modo di vedere l’evidente scollamento tra economia reale e mercati finanziari. Resto però convinto che, un bel giorno, un po’ di coerenza sarà d’obbligo.

STAY TUNED!

DT

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