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DRAGHI: una colomba che mette in guardia nei confronti di Trump
Meeting BCE: tassi invariati, ma Mario Draghi manifesta timori per svalutazione competitiva (guerra valutaria) e neo protezionismo.
In questo momento di profonda confusione politica (prendete gli USA con un Trump in forma protezionistica, aggiungete una Germania che solo recentemente sta trovando una quadra per il governo e mettete la ciliegina italica sulla famigerata torta) la BCE poteva solo avere un compito: quello di calmieratrice e garante per i mercati.
Mi suona quindi assolutamente normale quanto sotto descritto:
(…) La Bce ha confermato, come previsto, a zero il principale tasso di interesse nell’area euro, allo 0,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e al -0,40% il tasso sui depositi parcheggiati dalle banche presso la stessa istituzione. E “continua ad aspettarsi che i tassi chiave resteranno agli attuali livelli per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte della fine del programma di acquisti”. (…)
Quindi il “mood dovish” permane e questo è importante per dare un segnale di stabilità ai mercati, che recentemente stanno perdendo un po’ di certezza.
(…) L’Istituto centrale europeo ha anche confermato fino a settembre di quest’anno il piano di acquisto di titoli da 30 miliardi di euro al mese, mantenendo aperta anche la possibilità di prorogare ulteriormente questa manovra “se necessario” a ottenere un aggiustamento dell’inflazione coerente con il proprio obiettivo. (…)
Si temeva che questa ultima frase fosse rimossa ed invece no. Ecco perché la BCE funge da garante nel segno della continuità.
(…) La Bce ha solo rimosso dalla sua comunicazione l’opzione di procedere ad aumenti dell’ammontare del programma di acquisti di titoli, un primo piccolo segnale di normalizzazione della sua linea. Precedentemente, su questo aspetto il comunicato diffuso al termine del Consiglio direttivo aggiungeva, invece, che il direttorio stesso era “pronto a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata”. (…)
Il cambiamento è abbastanza minimale e cambia poco le carte in tavola. In altri termini, la BCE ha voluto far capire che ci stiamo dirigendo verso una normalizzazione ma in modo molto progressivo, senza fretta e soprattutto senza mettere pressione sui mercati, tenendo comunque aperta la possibilità di un QE ancora più lungo, se mai fosse necessario. Che poi lo si faccia è tutto da dimostrare ma i mercati, come i bambini, hanno bisogno di essere rassicurati. Probabilmente l’atteggiamento potrebbe cambiare a metà anno. Ma fino ad allora si cerca la massima continuità.
Draghi dixit
Ma poi arriva la parte più interessante, la Q&A dove Mario Draghi deve confrontarsi coi giornalisti.
E dopo aver confermato i dati sopra citati, vengono ammessi timori per la svalutazione competitiva e per il neo protezionismo voluto da Trump. Si sottolinea ancora la necessità di terminare il processo di Unione Bancaria, e si ricorda (come sempre) quanto è importante proseguire con il percorso di riforme. E poi qualche frecciatina sull’Italia e su come sia importante la sostenibilità del debito pubblico. Sul rischio politico italiano e sulla possibilità che diventi un elemento di instabilità, Draghi ha spiegato che, al momento non abbiamo avuto forti incrementi di volatilità. Certo, se la situazione di instabilità politica si protrae a lungo, la cosa potrebbe complicare lo scenario.
Insomma nulla di particolarmente nuovo. Interessante ovviamente il passaggio che contesta la politica di Trump. E su quel tema, credo ci sarà molto da discutere e vedere nei prossimi giorni.
STAY TUNED!
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Draghi “minaccia” perché fa parte del gioco !!!! rendiamoci conto che la bilancia commerciale USA è circa lo 0,2 % del PIL ….. quisquiglie !!!!! quella di Trump è una mossa per attaccare la Cina e costringerla, innanzitutto, a dargli una mano a mitigare le esternazioni e la strategia della Nord Corea ( e sembra che sia riuscito nell’intento) e in secondo luogo, con più calma, a rivedere il capitolo del trade commerciale con la Cina stessa…..
Nel frattempo occorre guadagnare tempo per rivedere e modernizzare la produzione USA di acciaio e alluminio …… ricordarsi che la Marcegaglia è andata in Cina(e non in USA) a fare lo stabilimento per la produzione di tubi in acciaio con tecnologie sofisticate ed elevata automazione !!!!!
la Cina?mah, i quotidiani parlano di guerra contro l’Europa, se uno scrive su google Trump Europa, viene fuori una bella sfilza di articoli, se si trattasse di guerra contro la Cina Draghi non sarebbe preoccupato, e nemmeno noi, perché la cosa non avrebbe ripercussioni dirette negative sulle nostre tasche, invece sulle ripercussioni di una guerra contro l’Europa voglio capire
paolo41: quella di Trump è una mossa per attaccare la Cina
mah, leggendo gli articoli su alcun quotidiani, più che frecciatine mi sembra di vedere velati avvertimenti da parte di Draghi, magari sono paranoica