DRAGHI: ecco perché si apre al taglio tassi e al QE

Scritto il alle 22:54 da Danilo DT

Ecco che poi accade quello che non ti aspetti perché è quasi imponderabile. O forse no.
Proprio nelle ultime settimane è stato chiaro il cambio di “mood” da parte della FED, e Draghi ha ribadito come la BCE fosse in linea con le nuove coordinate. Praticamente le due banche centrali hanno fatto capire che erano pronte a tagliare i tassi, addirittura a portarli in negativo e se era il caso, tornare a comprare titoli con il QE (quantitative easing).
Ha sicuramente sorpreso il “timing” di Draghi a livello di comunicazioni.

(ANSA) – ROMA, 18 GIU – “Il programma di acquisto di asset (il quantitative easing, ndr) ha ancora uno spazio considerevole”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al simposio delle banche centrali a Sintra in Portogallo. “In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”.
Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione”.

Una comunicazione forte ma… nemmeno troppo. Le motivazioni sono quantomeno duplice. Draghi ha voluto dare un segnale forte al mercato in un momento di palese difficoltà, prima che si prendano delle pieghe complicate.
E quali sono queste motivazioni?

Motivazione nr. 1: ZEW

Motivazione nr. 2: Euro inflation swap forward 5y5y

E’ chiaro che il problema dell’Unione Europea è la mancanza di inflazione collegato alla mancanza di crescita. Occorrono stimoli, e Draghi ha dimostrato quantomeno coerenza.
Certo, indirettamente Draghi spingerà ulteriormente verso il basso i rendimenti dell’Eurozona, e contribuirà ad una svalutazione competitiva dell’Euro contro USD.
Ricordate? Già vi stavo parlando della guerra valutaria. Eccovi serviti.


Ovviamente adesso si scontano anche tagli dei tassi a breve in Eurozona. E guardate i rendimenti dei decennali. Adesso anche Austria e Francia a rendimento ZERO.

E ora vediamo se la FED ci regalerà il definitivo “coup de theatre” di giugno 2019.

STAY TUNED!

Danilo DT

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4 commenti Commenta
ben
Scritto il 19 Giugno 2019 at 07:30

E adesso siamo punto e a capo. Finora il QE non ha funzionato e non funzionerà nemmeno questa volta siamo in una deflazione da debiti. Continuano a calciare avanti il barattolo ma fino a quando?

alplet
Scritto il 19 Giugno 2019 at 08:46

Draghi fa il suo lavoro e mi aspettavo qualcosa del genere. Se Fed e Bce sono pronte ad abbassare i tassi, personalmente credo sia perchè siamo sull’orlo della recessione. Non mi pare possibile invertire la rotta ed evitare una recessione, tuttavia, così facendo le cose saranno mitigate. Il QE è poi necessario vista la questione italiana: con la Lega che è diretta ad aumentare il debito pubblico, per salvare l’Europa, nel caso di recessione, sarà necessario comprare titoli di stato italiani.

gualma
Scritto il 19 Giugno 2019 at 10:15

è il segnale che il fallimento (credo voluto) di tutte le politiche della commissione europea sta per delinearsi. l’economia di tutta l’area euro è allo sbando e a sto punto mi auguro che l’euro torni da dove è venuto. lo dico da 15 anni ma gli euroinomani si sa essendo assuefatti ne hanno bisogno dosi sempre maggiori. Per capire che tutto sto castello non stava in piedi bastava leggere il più basilare libro di economia. Buon divertimento a tutti.

paolo41
Scritto il 19 Giugno 2019 at 11:52

l’inflazione non sale se non partono sostanziali investimenti e questo vale per tutti i paesi con l’esclusione della Cina che non solo investe in casa ma anche nei paesi più arretrati (sempre che possa trarne benefici), naturalmente indebitandosi. La velocità del denaro è bassa, gira poco e hanno ragione Salvini e gli industriali del Nord a prendersela con un governo che finora ha fatto tante chiacchere ma pochi fatti. Mi piacerebbe vedere una comunicazione giornaliera del governo dove annuncia, e lo mette nero su bianco, oggi è partito il lavoro X e domani parte Y !!!!!!!!! e chi se frega se ogni tanto viene scoperto come a Genova che un’impresa addetta alla demolizione del ponte” profumava” di camorra. Ce ne sono mille pulite in lista di attesa.
Comunque anche se l’Italia si muovesse è una goccia nel contesto europeo e mondiale e gli effetti sarebbero minimi……. Devono ripartire gli investimenti su scala mondiale, ma non devono essere simili al muro sul confine messicano o all’ennesimo centro congressi di non ricordo quale importante luogo turistico italiano mai utilizzato e già destinato al degrado. Salvini dovrebbe dare l’esempio e per la prima volta, trovati i responsabili, “bastonarli” di sana pianta !!!

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