in caricamento ...
DRAGHI: default Grecia non contemplato. Intanto però esplode lo spauracchio GREXIT
A parte la “coriandolata” portata a termine dalla coraggiosa estremista Josephine Witt detta KungFuTanga, contro Mario Draghi detto “il Guerriero Dragone”, il Meeting Bce di ieri non ci ha regalato grandi emozioni. Ha confermato quanto già si pensava. Anche se non esplicitamente è uscita un po’ di preoccupazione per la situazione “prezzi” dei bond oggetto di QE. Anche se al momento non ci sono novità in genere. E poi la Grecia.
Default in vista? Ma assolutamente non esiste…
C’è fiducia nella possibilità di permanenza della Grecia nell’Eurozona. Lo hanno ribadito il Presidente della BCE, Mario Draghi, che ha detto di non voler neanche prendere in considerazione questa possibilità (…) Draghi ha anche sottolineato che la Grecia sinora “ha sempre manifestato la volontà di onorare i pagamenti”. Anche l’FMI non dà per probabile l’uscita della Grecia dall’Area Euro. (…) Jose Vinals (FMI) ha precisato che la cosiddetta Grexit “non è nello scenario di base”. (Source)
Bene, quindi per tutti la soluzione più logica, ovvia ed attesa, ovvero il compromesso, sarà l’esito finale. Niente Grexit, e la favola può continuare.
E poi però scopri che nello stesso giorno, la nota agenzia S&P mi taglia il rating alla Grecia.
Mentre continuano ad affievolirsi le speranze di un negoziato risolutivo tra la Grecia e i creditori che possa sbloccare la nuova tranche di aiuti europei, l’agenzia di rating Standard&Poor’s come da copione declassa ancora i titoli già ‘spazzatura’ del Paese. Tagliando la sua valutazione sul debito ellenico da B- a CCC+, corrispondente a un rischio considerevole di default. (Source)
Beh ragazzi, mettetevi d’accordo. La Bce e il Fmi stanno facendo carte false per tranquillizzare i mercati. Insomma, c’è un piano di politica monetaria espansiva in atto e delicati equilibri da difendere. Mica si può mandare il tutto all’aria, no?
E poi dall’altra ecco la spavalda agenzia di rating che se ne esce con un downgrade. Proprio S&P che dopo gli schiaffoni presi con Lehman, ora alza il livello di guardia all’inverosimile e non vuole farci nuovamente cogliere impreparata al possibile evento.
Analizzando lo scenario attuale, la statistica indica una percentuale di default della Grecia che arriva al 84%.
Non male come dato, direi. A livello internazionale chi fa peggio sono solo due stati. Il Venezuela e l’Argentina, protagonista di un pirotecnico peggioramento dello scenario in questi ultimi giorni.
Ma tornando alla Grecia, perché preoccuparci. Il coriandolato Draghi e la sua collega del FMI Lagarde sono sereni.
Ma poi scopriamo che invece qualcun altro inizia ad essere un po’ meno sereno. Per esempio Frau Merkel si sta già muovendo in questa direzione. Ma attenzione, non preoccupa il default. Preoccupa il mettere in dubbio l’Euro e quindi il Grexit. Morale: la Germania sta lavorando per far si che la Grecia, in caso di default, possa rimanere sempre e comunque nell’Euro.
La Germania sarebbe preoccupata dell’eventualità che Atene non sia in grado di adempiere ai pagamenti nelle prossime settimane e che quindi la Banca centrale europea debba congelare i finanziamenti che ora, di fatto, arrivano al governo per il tramite della liquidità di emergenza dell’Eurosistema (Ela) messa a disposizione degli istituti di credito. (…) Il piano, secondo Die Zeit, sarebbe stato mirato a garantire la possibilità per l’Eurotower di continuare a finanziare Atene anche in caso di insolvenza e a risanarne le banche greche in modo tale da metterle in condizione di continuare a percepire liquidità dalla Banca centrale, nonostante la bancarotta del Paese. Secondo lo Zeitsi sarebbe parlato anche di trovare il modo di far restare la Grecia “possibilmente legata” all’Europa anche in caso di fallimento attraverso aiuti versati da Bruxelles per “alleggerire la transizione a una moneta propria”.
Ecco quindi la paura: non è il fallimento ma il Grexit totale e definitivo a creare scompiglio. Piuttosto, se proprio tutto andasse male, una moneta che sia legata da un forte filo conduttore con l’Euro, magari con una svalutazione progressiva e cambi praticamente fissi all’interno di un corridoio (o meglio, con un floor che non si potrà oltrepassare).
Già di domando come farà la signora Merkel a difendere questo scenario senza tener conto della più tremenda e grama bestia con cui dovrà lottare: la speculazione. Ma non andiamo troppo avanti con la fantasia. Sono solo ipotesi da bar proprio perché l’EuroEroe Draghi, dopo una valorosa difesa da coriandoli assatanati, ha proclamato: default Grecia? Non contemplato.
Quindi restano solamente a fini statistici, e qui volutamente mi fermo, tutte quelle nuove funzioni su Bloomberg in Dracme. Sono solo esercizi didattici. E a noi sta bene così. E se poi il 12 maggio Atene non restituirà 747 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale dovrà dichiarare il fallimento. Punto.
STAY TUNED!
(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Segui @intermarketblog
(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!). E se lo sostieni con una donazione, di certo non mi offendo…
La tua guida per gli investimenti. Take a look!
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto.
Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui,contattami via email (intermarketandmore@gmail.com).
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
ipotesi da bar: c’è un piano per far uscire la grecia o un piano per farla stare dentro? comunque un piano c’è, ma a noi non ce lo raccontano, pertanto facciamo ipotesi da bar
BRUTTISSIME NOTIZIE ALL’ ORIZZONTE:
– William Hill non accetta più scommesse a favore dell’uscita della Grecia dall’Euro entro il 2015 (per chi non conoscesse il soggetto digiti il suo nome su google)
– Giovedì 16 Aprile il Premier Tsipras compra armi dagli amici Russi.
Se questo non è un default annunciato.
default grecia non contemplato.
D’acchito frase molto pericolosa per due motivi. I negoziatori greci hanno un warrant e alzano la posta: la troika, se asseconda, non fa che confermare il detto ‘chi vusa pusee’ la vaca l’è sua’ creando un precedente non solo per l’euro ma per tutti i debitori globali dell’Fmi in primo luogo. Se invece accade (il default) il conto è ‘digeribile’ (pur nella complessità dei risvolti) ma delle belle ulcere allo stomaco dei dottori li lascia. Soprattutto opina pubblicamente la validità delle terapie. Che il malato sia a termine è evidente a tutti, parenti compresi, ma guai a mettere in dubbio la validità del sistema sanitario. Non stupiamoci delle code nei pellegrinaggi. Per chi ci crede vale molto di più, giustamente, l’intervento della Provvidenza.