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Dollaro USA sempre più debole e il petrolio…

Scritto il alle 11:03 da Danilo DT

Molto spesso parlo della ormai conosciuta correlazione tra il petrolio ed il dollaro USA. Alcune settimane fa, in un post dedicato che potete visualizzare CLICCANDO QUI, ho parlato proprio di questa correlazione, facendo 2 calcoli dal punti di vista grafico. E direi che ormai, da quei calcoli siamo tutt’altro che lontani.
Il petrolio continua a macinare record su record. Dopo la rottura del triplo massimo, che era un’importante segnale rialzista, il WTI ha innescato una serie di rialzi che lo ha portato oggi a sfiorare quota 87 $/bar. E quindi capite che ormai il target grafico delineato nel post sopra citato non è più una chimera. Ma quale futuro possiamo aspettarci da un dollaro che sembra non voler fermare la sua debolezza?

eur usd euro dollaro grafico target 2007

Proprio ieri l’FMI ha chiaramente espresso i suoi dubbi su un ritorno di forza del dollaro nel breve termine, anzi, ha sottolineato la possibilità di un ulteriore indebolimento. I target segnati in questo post di un mese fa (potete visualizzarlo CLICCANDO QUI) sono ormai più che realistici. Avevamo azzeccato le previsioni, ma il futuro presenta ancora tanta incertezza.

 

 

 

Rato: dollaro sopravvalutato

Un modello matematico di proprietà del FMI ha dato il suo responso: il dollaro scenderà ancora e non ci sono grosse speranze per un recupero del biglietto verde. Non si può certo dire che questa sia una buona notizia per le imprese dell’area Euro, costrette a lottare con una moneta fortissima che limita le esportazioni. Il tutto con la benedizione degli USA, che non vedono poi così male il dollaro sempre più debole. Le loro esportazioni ne beneficiano, come anche il disavanzo commerciale. C’è poco da fare. Il dollaro verrà pian piano traghettato a 1.50 vs Euro

Petrolio: i motivi del rialzo del prezzo

WTI oil grafico target 2007Le ragioni principali sono individuabili nelle previsioni circa le future difficoltà di estrazione, che costituiscono il preludio a un declino della produzione.
Secondo l’International Energy Agency (IEA) risulta che l’offerta totale per il mese di agosto è stata pari a 84,6 milioni di barili al giorno, inferiori alla domanda media di 85,9 milioni di barili prevista per il 2007. Nel contempo la domanda media prevista per il 2008 viene stimata in 88 milioni di barili al giorno. Risulta evidente che di fronte a un deficit di produzione di 1,3 milioni di barili al giorno, nemmeno la recente decisione dell’Opec di aumentare la produzione di 500 mila barili al giorno a partire dal 1 novembre possa essere sufficiente a tranquillizzare il mercato. A questi dati andiamo poi ad aggiungere la notizie che ci arrivano dalla Russia, dove la produzione di petrolio e gas naturale risulterebbe in calo, e ovviamente dalle tensioni internazionali con, in primo piano, Iran, Venezuela, Turchia… ovvero alcuni tra i più grandi paesi estrattori di oro nero. Quindi petrolio sempre più caro? Non è detto. Tanto per cominciare non dimentichiamo che la correlazione con il dollaro continua ad essere valida. Però al momento la debolezza del biglietto verde non può che essere favorevole ad un incremento dei corsi. E poi si deve comunque tenere presente che un’improvvisa recessione mondiale accompagnata da un ciclo di tassi d’interesse al rialzo (e il conseguente rafforzamento del dollaro USA) potrebbe spingere al ribasso il prezzo del petrolio.

 

Quindi i fattori che vanno ad influire sul petrolio sono veramente notevoli e, non dimentichiamolo mai, la speculazione oggi ha un impatto sull’oro nero che è assolutamente determinante. Ricordo sempre che la curva del Future è sempre in “backwardation” e che quindi il petrolio a termine è meno caro che a pronti. Il che già testimonia la stranezza della situazione.

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