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CROLLO VERTICALE: qualcosa sta cambiando sui mercati
In questo mercato che a volte sembra totalmente paradossale, sembra proprio che tutto vada avanti come se nulla fosse.
Anche se l’inflazione resta alta, anche se la supply chain resta un problema, anche se le materie prime sono a costi probitivi, anche se il rallentamento economico è palpabile, anche se in molti paesi (Italia esclusa, per fortuna) il rischio lockdown diventa sempre più realistico…
Insomma di cose da dire ce ne sono tante. Eppure tutto sembra vada per il verso giusto e come con un righello, il trend prosegue la sua strada.
Ormai l’immane liquidità e gli eccessi hanno portato a situazioni estreme dove l’investimento è diventato speculazione e poi esasperazione.
E’ quello che è successo al mercato dei noli marittimi. Ve lo ricordate il Baltic Index? Ne ho parlato anche recentemente.
(…) Il Baltic Dry Index (BDI) è un indice che misura i costi di trasporto e dei noli delle navi “dry bulk cargo”. Si tratta quindi di navi che trasportano materie prime, anche ferrose, e derrate agricole … (…) (Source)
Il termine dry vuol dire secco mentre bulk significa sfuso. Si tratta quindi di navi che trasportano materie prime, anche ferrose, e derrate agricole. Non materiale liquido, quindi, come il petrolio ma merci come acciaio, ferro, carbone o grano. L’andamento del Baltic Dry Index segnala la forza della domanda di materie prime e derrate agricole, e quindi la spinta dell’economia.
Ma è sempre così? In realtà il BDI aveva preso una piega enormemente speculativa. Motivo? Ripartenza economica, poche navi cargo e pochi container e molte società, per garantirsi dei posti sulle navi con dei container, hanno “prenotato” il biglietto con un sovraprezzo sempre maggiore. Che ha portato l’indice a livelli stellari, tanto che, ad oggi, sul prezzo finale della merce importata, il BDI è arrivato a pesare un 40%. La logica quindi era mettere assieme tre indicatori che parlano in questo contesto la stessa lingua.
- Baltic Dry Index
- Indice GSCI (materie prime)
- Inflazione
Il risultato ve l’ho presentato qualche settimana fa ed era questo (per essere precisi un mese fa).
Oggi però finalmente proprio in questo grafico vediamo che qualcosa si muove. Ed avrà ripercussione su inflazione e prezzi delle materie prime. Guardate voi stessi
Baltic Index da 5650 punti a 2769 punti. Alias -50% dai massimi. Qualcosa si sta muovendo, chiamatela normalizzazione, chiamatela correzione dagli estremi della speculazione. Ma la tensione sta finalmente scemando e questo avrà effetti sui mercati, anche se secondo molti il BDI è un indicatore “sopravvalutato”.
Iniziate intanto a chiedervi se questo -50% è legato alla fine della corsa al Baltic Index e alla speculazione, oppure alla frenata economica globale. Questa si che è una domanda ce fa la differenza, visto che si tratta delle commodity “strutturali” e non solo agricole.
Se devo essere onesto, una risposta l’ho trovata e non è proprio bellissima.
(…) All routes are down due to lack of demand, and a growing tonnage list in both hemispheres,” ship broker Fearnleys said in a weekly note, referring to the decline in panamax rates. (…) [Reuters]
Avete letto bene? i prezzi sono collassati per CARENZA di domanda. non un bel segnale per una ripartenza che sembra destinata ad una frenata. Temporanea, come tante altre cose in questo periodo…
STAY TUNED!
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