CROLLO PETROLIO: quali ripercussioni su banche e credito?

Scritto il alle 07:55 da Danilo DT

Un cocktail devastante. La problematica del Coronavirus che ancora non ha raggiunto il suo picco (clicca QUI per leggere un approfodimento eccellente dell’amico John) sommata alla guerra sul prezzo del petrolio tra Arabia Saudita e Russia hanno generato i presupposti per un crollo dei mercati. Un mix “quasi” perfetto per uno scenario di RISK OFF totale, con un intermarket che si muove come un orologio. Tutto quello che più è cresciuto, semplicemente collassa.
MA attenzione, il problema non sta SOLO nel crollo dei prezzi (non prendetevela male). Ci sono degli aspetti che più volte ho sottolineato e che ora devono essere assolutamente NON dimenticate.

Come è noto, le banche centrali hanno inondato il mercato di liquidità. Effetti della politica monetaria iperespansiva.

• Crollo dei tassi di interesse
• Facilità per l’accesso al credito
• Crescita del debito privato e societario
• Compressione degli spread
• Mercato HY che aveva azzerato il premio al rischio

La crisi che stiamo vivendo, con il conseguente RISK OFF, porta ad un inevitabile riprezzamento del rischio con riallargamento degli spread.
Un effetto abbastanza ovvio che potrebbe creare dei problemi ma nel breve sostenibile.
C’è però un problema.
Il problema è il PETROLIO. Infatti con il crollo del greggio, molte aziende del settore potrebbero andare in difficoltà.
Domanda: quanto pesa il settore petrolifero sugli indici di settore?
Interessante il parere di Goldman Sachs.

“Il settore energetico pesa per l’8.5% sul settore dei titoli IG (Investment Grade, pari a 538 miliardi USD) mentre il peso dello stesso settore per i titoli HY (High Yield) il peso sale al 12% (130 miliardi USD).”

Aggiungiamo quelle che sono le potenziali “fallen angels”. Domanda: se il settore, causa crollo del petrolio, va in crisi, come reagirà il settore bancario? Ecco, oggi il mercato ancora non sconta tutto questo, anzi, quasi si fa una “pacca sulla spalla” per lo spread non ancora cosi “largo”.

Forse i tempi non sono ancora così maturi nel breve, ma sarà il tempo a rendere giustizia ad un mercato che sta andando progressivamente in difficoltà, con una serie di effetti collaterali che potrebbero diventare il VERO problema economico, quello che mette a rischio la sostenibilità dello stesso.

Una storia già vista qualche anno fa. Non andremo forse ai livelli di Lehman, ma pensare che tutto si risolva in modo rapido e indolore lo vedo quantomeno utopico.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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