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Come volevasi dimostrare: la Truffa Platincoin è finita. Male.
Non c’è più sordo di chi non vuol sentire. Nonostante le ore dedicate a scrivere articoli e consigli su come stare alla larga dalle false criptovalute, documenti che si trovano liberamente e gratuitamente in rete, c’è qualcuno che puntualmente ci casca.
In pratica la mia è una battaglia persa: per quanta informazione possa fare, il numero di polli disposti a farsi spennare è infinitamente maggiore di quelli che riesco a salvare. Ecco quindi che preferisco dedicarmi alla diffusione della cultura di Bitcoin & C. piuttosto che alla singola “truffa-coin”. Meglio diffondere consapevolezza nella natura delle criptovalute, perché, in modo indiretto, dovrebbe mitigare gli effetti delle “fintolvaute”.
Platincoin, fregatura assicurata
Per fregare la gente oggi il sistema è abbastanza collaudato: sfruttando la scia di bitcoin, si inventa qualunque nome che finisce per “coin”, si crea un bel sito, si formano dei venditori (di fumo) ed il gioco è fatto.
Platincoin corrisponde a tutti questi elementi. Del resto le criptovalute sono basate su software, ma se il software non esiste, è chiaro che non esiste nessuna criptovaluta. E questo è chiaramente visibile sul sito GitHub, dove sono depositati tutti i software liberi come Bitcoin, Firefox, OpenOffice e altre migliaia: PlatinCoin aveva una pagina vuota. Niente di niente.
Troppo facile da scoprire. Ma evidentemente ci si fida di più dei venditori (…di scope).
Ecco quindi il solito, consolidato grafico di tutte le truffe: si incassa, si incassa, si incassa…. e poi, quando si arriva al livello prestabilito, si scappa con il malloppo.
Il tutto di una semplicità disarmante. Cosa che per Platincoin è accaduta lo scorso 5 settembre, come visibile nel grafico che pubblica Coinmarketcap.
Una lotta contro i mulini a vento
Qualcuno potrebbe obiettare che mi sono svegliato tardi, che avrei dovuto dirlo prima, ma le cose non stanno in questi termini.
In primo luogo il fenomeno è di una vastità incredibile: di siti truffa ne spuntano come funghi, decine alla settimana. Lo si può notare anche nella newsletter a tutela dei risparmiatori che pubblica la Consob. Un ritmo di crescita al quale nessun blog ma nemmeno nessun sito professionale potrebbe dare seguito. Quindi il sottoscritto, che qui scrive di “crypto” solo per passione, non può certamente fare nulla per ogni singola iniziativa truffaldina.
In secondo luogo la documentazione che ho scritto su come tutelarsi e su come distinguere le vere criptovalute dalle truffe è liberamente disponibile in rete dal 2018 ed è stata ripresa non solo da Intermarketandmore, ma anche da altri siti, quindi penso di aver fatto del mio meglio per mitigare il problema (per chi non riesce a trovarla ecco il Link alla Guida-Questionario contro le Truffa-Coin).
In Terzo luogo, le mie prove di contattare le autorità preposte per segnalare questi problemi, hanno avuto un esito molto negativo. La BAFIN (tedesca) non mi ha risposto. L’autorità di Honk Kong mi ha risposto molto gentilmente, ha controllato la non esistenza tra i suoi “membri” del truffatore ma poi mi ha rimandato alla polizia locale (figurarsi, hanno problemi di altro genere). E ancora, le autorità della Gran Bretagna, su numerose segnalazioni, risposte zero.
Quindi alla fine il tempo che ho impegnato per provare a segnalare questi fenomeni (vi assicuro che non sono stati 10 minuti) è stato veramente tempo perso.
I Social Network Peggiorano le cose
In tutta questa vicenda ci sono i social network, che fino a ieri (non so se la cosa sia migliorata recentemente) pubblicavano qualunque “annuncio sponsorizzato”, anche truffe finanziarie!
Esempio di Pubblicità “civetta” che porta a siti di truffe
Questi annunci raccolgono l’attenzione degli utenti usando in modo fraudolento il nome di qualche personaggio famoso: Valentino Rossi, Berlusconi, Armani, Baldini, Paolo Bonolis e tanti altri, e poi con un falso sito propongono la loro miracolosa criptovaluta che garantisce un guadagno del 10% al giorno e anche più.
Qui ad esempio, ecco come compare il sito che vende una “fantomatica” criptovaluta (il nome cambia ogni giorno: Bitcoin Evolution, Bitcoin Revolution, Bitcoin Code), che con bitcoin non ha nulla a che vedere, con personaggi famosi e guadagni altisonanti.
Ultimamente ho notato che questi siti fantoccio si presentano con la grafica del sito “Caffeina Magazine” per dare un tocco di realismo, ma il sito originale non c’entra nulla: la grafica famosa serve solo per reclutare nuove vittime.
Tutto quindi falso, compresi i personaggi famosi, che sono anche loro vittime della truffa dato che gli viene “rubata” l’immagine al solo scopo di adescare nuovi risparmiatori.
Naturalmente bitcoin con queste iniziative non ha nulla a che vedere: dopo aver pagato, non riceverete nessun bitcoin.
Bitcoin infatti non è uno strumento per diventare ricchi, è uno strumento per essere liberi. Ma questa è un’altra storia.
Link Utili
- La newsletter di tutela dei risparmiatori della CONSOB