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CHINA Big Lab: Shanghai è un rischio o una opportunità?
Anche se sono sotto l’ombrellone, proprio non ce la faccio a restare indifferente a tutto quanto accade nel mondo della finanza. Sia perché in realtà diventa difficile non guardare i comportamenti dei mercati dopo le ultime news su Covid-19, Cina, Afghanistan e dati macro, e sia perché non voglio rientrare a lavorare con l’obbligo di dover recuperare tutto il tempo perduto.
Tra le tante cose accadute, ovviamente, sono molti gli argomenti che meriterebbero degli approfondimenti. Magari in futuro torneremo a parlarne, intanto però in questa sede mi voglio focalizzare su una tematica che più volte è stata al centro dei nostri discorsi e che, ahimè, sta avendo un comportamento non proprio felicissimo.
Troppo facile parlare dei grandi successi, andiamo a guardare anche le criticità.
Quindi, come avete letto dal titolo, si parla di CINA.
Parto con un grafico che sicuramente mi ha incuriosito e che mi ha fatto scattare la domanda: ma quindi ora l’Asia, vista da tutti come il vero futuro, si decorrelerà dal resto del mondo e soprattutto la Cina, candidata da tutti come la potenza economica numero 1, cadrà in pseudo disgrazia andando a smentire le ottime aspettative?
Troppo capitalismo? Remind al Comunismo.
Il primo commento che mi viene da fare è analizzare quanto ha praticamente detto il leader cinese, Xi Jinping:
“Signori, voi che siete i nuovi potenti dell’economia e che pensate di avere un potere assoluto, voi che siete i protagonisti della sperequazione economica cinese, sappiate che i tempi stanno cambiando, ed è giusto che ci sia una redistribuzione della ricchezza.”
E’ evidente che in Cina esiste un problema netto di diseguaglianza di reddito. Dati OCSE: nel 2020, il 20% dei cittadini cinesi più agiati aveva un reddito medio disponibile di oltre 80.000 yuan, pari a circa 12.000 dollari, cioè 10,2 volte più del 20% più povero. Negli Stati Uniti, questa grandezza è pari a 8,4 volte mentre in Europa occidentale è vicina 5 per Francia e Germania.
Quindi questo dato pone la Cina, futura super potenza economica mondiale numero 1, ad essere pari ad un paese come il Messico. Il che non è sostenibile per un colosso come quello cinese, soprattutto se vuole avere una crescita economica sostenibile.
Ecco perché il sopracitato Xi Jinping ha deciso di rafforzare la regolamentazione e la correzione dei redditi elevati, di proteggere il reddito legale, di correggere ragionevolmente il reddito eccessivo e incoraggiare i gruppi sociale ad alto reddito e le imprese a restituire di più alla società.
Redistribuire la ricchezza, insomma. Con un obiettivo chiarissimo: irrobustire quella che dovrebbe corrispondere alla “classe media”. Il tutto però senza compromettere la possibilità di arricchirsi, ma cercando di fare in modo che ci siano più ricchi e meno ricchissimi.
Pura teoria? Intanto in Cina hanno dimostrato di essere molto pratici, andando subito a colpire le grandi società tecnologiche.
Il controllo della popolazione tramite l’istruzione? NO, è redistribuzione!
Sul cosiddetto tutoring scolastico, in realtà si è cercato di abbattere i costi sostenuti dalle famiglie che ambiscono a preparare i propri figli a superare l’esame di ammissione alle più prestigiose università cinesi. Secondo molti lo Stato ha colpito il settore per poterlo dominare, in realtà ha agito ancora una volta per soccorrere la famosa “classe media”.
Ma a questo punto è lecito attendersi anche delle riforme fiscali, visto che la spesa sociale deve per forza aumentare (“classe media”, ricordate?) e molte cose in Cina non sono affatto tassate. Ad esempio, in molti non lo sanno, non esiste un’imposta di successione (evitate la battuta “tanto i cinesi non muoiono mai”) oppure le tasse sugli immobili (se non su quelli commerciali, e in parte su seconde case e immobili di lusso, ma con aliquote risibili). Ovvio, tutto sarà fatto in modo graduale, proprio per evitare eccessivo malcontento.
(Sono cinesi ma non per questo saranno felici di un inasprimento fiscale).
China Big Lab: il futuro ci saprà dire
Ora vi faccio una domanda: ma quanto sta facendo la Cina è giusto o sbagliato in ottica di lungo termine?
Un dato di fatto: la Cina è stato un grande laboratorio, un esperimento di crescita economico unico al mondo, che è cresciuto in modo verticale ma molto disomogeneo.
Pechino lo ha capito e adesso che “sta diventando grande”, ha deciso di smussare gli eccessi e di riequilibrare progressivamente le cose, proprio per dare più sostenibilità nel lungo termine alla crescita economica.
Ripeto: secondo voi la Cina ha preso una strada giusta o sbagliata? Probabilmente lo sapremo solo a posteriori, certo è che la presa di posizione del governo cinese è estremamente decisa e invasiva. E già secondo alcuni (ovviamente di idee progressiste) è un modello da prendere come esempio.
E quindi Shanghai rappresenta un’opportunità o una scommessa?
Al momento il governo ha quindi colpito duro il cosiddetto “tutoraggio scolastico”, il settore immobiliare e il settore IT. Queste evoluzioni, oltre alla rapidità con cui sono state promulgate, hanno sollevato i timori degli investitori riguardo strette normative estese a più settori e hanno dunque causato una rinnovata volatilità su tutto il mercato.
La conseguenza è stata chiara e non ha colpito solo la Cina ma anche i mercati limitrofi, ovviamente condizionati dall’andamento dell’economia cinese.
Questo grafico di Crescat Capital ci illustra una divergenza che si è venuta a creare proprio a seguito degli ultimi eventi. MA è una divergenza che è destinata a rientrare, trasformando l’Asia in una buy opportunity oppure è la fine di una prospettiva di impulsiva crescita economica che sarà smentita?
Mai come in questo caso resta determinante la cosiddetta visione a lungo termine che è essenziale per filtrare tutte le informazioni di mercato e identificare le opportunità.
Oggi il mercato sconta molto, tantissimo sia di quanto si è fatto, sia di quanto si farà e sia di quanto poi NON si farà. La Cina rimane la seconda economia al mondo ed è caratterizzata da mercati di consumo molto estesi e da un solido settore Manifatturiero.
Inoltre, malgrado tutto, è importante sottolineare che le aziende cinesi continuano a sviluppare modelli di business innovativi nonché prodotti e servizi all’avanguardia rispetto ai competitors stranieri. Guardate la completezza ad esempio di WeChat che offre un servizio che va ben oltre la semplice messaggistica offerta ad esempio da WhatsApp.
Nel settore Healthcare, le aziende cinesi competono sempre più con grosse realtà a livello globale, spesso di dimensioni anche maggiori rispetto alle aziende cinesi. La Cina detiene una forza lavoro composta da ricercatori e scienziati di forte talento rispetto ai competitors esteri. Forza lavoro che inoltre è molto più economica rispetto ai rivali stranieri. Ciò rende la Cina molto attraente per la ricerca e lo sviluppo nel settore farmaceutico.
Anche le società di e-commerce cinesi stanno assistendo a una rapida crescita: una società di e-commerce cinese che opera sui mercati esteri ed è specializzata nel fast fashion ha registrato più download di Facebook. Questa azienda opera con un approccio molto innovativo: è specializzata nella realizzazione di piccoli lotti di produzione ed è ben connessa alle catene di approvvigionamento nel Guangdong e nei dintorni (il più grande centro di produzione cinese) consentendo così di produrre e consegnare rapidamente, riducendo al minimo le perdite dovute all’eccesso di ordini e ad un magazzino eccessivo. (source UBS).
Crescita PIL Cina
Insomma, la futura nuova centralità economica asiatica non è messa in discussione, il futuro ha ancora gli occhi a mandorla ma avrà probabilmente un processo di crescita economico diverso, forse più equo ed equilibrato. L’unica grande certezza è la folle massa di teste su cui può puntare, anche dal punto di vista tecnologico. Senza poi parlare dei potenziali consumatori.
(Source: UBS)
P/E: valutazioni a sconto
Se poi vogliamo Rispetto ai livelli storici e attuali dei mercati globali, le valutazioni asiatiche sono ancora ragionevoli e la regione continua a offrire importanti aree di opportunità.
A questo va ad aggiungersi tutto quanto scritto in passato sull’argomento (CLICK HERE) e che non si può che confermare. Come ad esempio la questione “benchmark”.
Intanto però, qualche messaggio anche se in stile un po’ vacanziero, ve l’ho mandato.
STAY TUNED!
È scontato che i cinesi non siano degli sprovveduti . E sapevano benissimo anticipatamente che certe manovre come quelle viste avrebbero innescato le reazioni sui mercati cui abbiamo assistito.
Credo che saggiamente preferiscano fare un sacrificio oggi per correggere una situazione come quella molto bene dettagliata da Danilo in ottica di maggiore equilibrio futuro.
Vedono distorsioni economiche e sociali che rischiano di trasformare la Cina in una nuova Russia ( dove sei ricchissimo o poverissimo) e prendono provvedimenti adeguati , sacrificando l’oggi a favore del domani.
Certo non fa piacere a me come a nessuno vedere i nostri ETF dedicati alla regione perdere di valore , fattore di cui peraltro approfittare in ottica lungo periodo . Possiamo pensare che la Cina smentisca il futuro che abilmente si sta costruendo da diversi decenni ? Non credo proprio.