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CESI: la grande convergenza e il segnale di inversione
Il mio parere è noto. Il rally di borsa ha bisogno, dopo aver recuperato il terreno perso a fine anno per errori di comunicazione della FED e per la diatriba commerciale, di nuova linfa che solo dei dati macroeconomici in miglioramento possono fornirci.
Nel concreto, questi segnali macroeconomici positivi non li sto vedendo.
In compenso però c’è una piccola nota positiva. Nelle maggiori aree geografiche e in particolare nell’area dell’euro, i dati ciclici hanno smesso di sorprendere negativamente.
Chi segue questo blog, avrà imparato a conoscere l’indice CESI, ovvero il Citigroup Economic Surprise Index, l’indice che registra la differenza positiva o negativa tra dati effettivi e stime di consenso. Quindi, in altri termini, registra le sorprese in negativo e in positivo dei dati macro. Se ovviamente questi dati fossero usciti “migliori delle attese”, avremmo avuto un’impennata degli indici. Ma questo non è accaduto. Però possiamo dire che il CESI, in tutte le aree globali, si è praticamente stabilizzato. Grossi recuperi non si stanno vedendo. Qualche raggio di luce lo intravvediamo in Europa (CESI in miglioramento) ma poco di più.
Ovviamente il CESI è tutto fuorchè statico e già a partire da questa settimana, capiremo se con i dati PMI, le cose possano migliorare. Intanto però il CESI si dimostra molto interessante nella struttura.
CESI: la grande convergenza
E’ evidente che tutti i sotto indici CESI (geografici) stanno convergendo in un’area di lateralità ma in territorio negativo.
Ecco, il segnale quindi diventa MOLTO importante. Se il CESI dovesse ripartire verso l’alto in modo contemporaneo nelle varie aree globali (portando quindi l’indice CESI G10 in terreno positivo) allora avremmo a che fare con un segnale molto forte che giustificherebbe anche il raggiungimenti dei massimi storici sullo SP500 , più importanti rimbalzi in Asia ed Europa.
In caso contrario, l’ottimismo di inizio anno rischia di scemare a favore di un corposo “take profit”.
STAY TUNED!
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Non ho letto cosa ha dichiarato Powell, ma il fatto che la Fed abbia deciso di non fare aumenti dei tassi per molto tempo (niente nel 2019 e solo uno nel ’20) mi suona male per la congiuntura: forse che la Fed ha così deciso perchè si attende un rallentamento di sostanza?