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BUYBACK (new record) in action!
Wall Street avrà anche perso quello smalto che l’ha contraddistinta fino a fine 2017, ma resta sempre, al momento, un listino che è interessante. Ovvio, lo S&P 500 è il benchmark mondiale, è il punto di riferimento. Ma è anche un indice che non è più solo USA. Infatti, se facciamo due conti, scopriamo che ormai oltre il 30% degli utili fatti dalle società quotate sullo Spoore, arrivano da attività nei paesi emergenti. Quindi oggi più che mai, lo S&P 500 è benchmark mondiale.
Quindi è un buon segno il fatto che le trimestrali sono state di gran lunga le migliori degli ultimi anni.
Ed è altrettanto importante ritrovarsi con una riforma fiscale con un “bonus aggiuntivo” per le aziende. Non mi dilungo più di tanto su queste tematiche, ne abbiamo parlato moltissimo.
E poi tutti questi soldi….dove vanno a finire? Una parte viene distribuita come dividendi. Ma è una “moda” recente visto che fino a qualche anno fa, non era cosa così comune. Si preferiva “tenere gli utili in azienda”. Anche per investirli magari per comprare qualche concorrente o per crescere.
Ma oggi…mancano le occasioni e le operazioni di M&A non sono così numerose. E quindi il cash aumenta a dismisura… E quindi che fare?
Ecco che quindi si riapre la stagione dei buyback.
Visti i risultati e la disponibilità di contante, si prevede che nel 2018 i buyback raggiungeranno la bellezza di 650 miliardi di USD. Record storico. Ve lo ripeto. 650 billions. Tenuto conto che lo Spoore capitalizza all’incirca 19 mila miliardi di USD, quindi i buyback valgono circa il 3,5% della capitalizzazione.
Un numero che sicuramente funge da cuscinetto di protezione anche se non può certo garantire la prosecuzione del trend rialzista.
Un numero su tutti. Grazie ai buyback una società come Apple prevede che entro il 2020 distruggerà grazie al buyback il 15% delle azioni presenti sul mercato. E pensate che fino ad oggi, grazie ai programmi di riacquisto, sono già state cancellate il 25% delle azioni presenti sul mercato.
In questa slide le società protagoniste nel mondo dei buyback.
Dite che sono tanti? Questo è il pensiero di Goldman Sachs. Per JP Morgan sono numeri prudenziali e questi invece sono, secondo loro, quelli reali.
E diventa anche curioso notare che c’è un collegamento tra l’andamento volumetrico dei buyback e il debito societario. La logica è più che ovvia e realistica anche oggi. Tassi bassi portano i mercati ad avere molta liquidità da investire. E le stesse società sono incentivate ad indebitarsi. La bolla che si aggiunge alla bolla… Tutta salute!
Che i buyback siano la soluzione a tutti i mali e che creino automaticamente valore questo lo escludo. Ma possono di certo influenzare positivamente il trend di mercato. Droga che si aggiunge alla droga. Tanto ormai…
STAY TUNED!
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se la nuova liquidità non viene indirizzata in investimenti a significativa redditività lo scenario col tempo si deteriorerà…… importante è aumentare l’EBIT/CIN mentre invece è molto probabile che al netto di bonus, dividendi e riacquisto azioni diminuirà il Debt/Equity (D/E) con probabili riduzioni del ROE…..