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BUYBACK a WALL STREET: cambiano i protagonisti sul mercato
La situazione si fa molto interessante, non che prima non lo fosse, ma perchè iniziamo a vedere qualcosa che si muove in modo concreto.
Come ben sapete, negli ultimi anni il ruolo dei buyback a Wall Street è stato assolutamente determinante. Gli acquisti di azioni proprie hanno sostituito quella che era una normale esposizione nei confronti del mercato azionario USA da parte di molti gestori che sono rimasti “sottopesati” a causa di tante motivazioni: la fine della politica monetaria espansiva, l’elevato livello di saturazione di mercato, il rischio che fossimo alla fine di un ciclo ecc ecc.
Quindi, grazie a questi acquisti, la borsa ha prima fatto nuovi massimi e poi ha tenuto livelli molto importanti.
E poi…e poi è arrivato Trump. Prima la paura e poi l’euforia. E magicamente arriva l’ipotesi di “passaggio di testimone”. Dalla politica monetaria espansiva alla politica fiscale. Un sogno per l’Europa, tanto per intenderci, una normalità quasi logica per gli USA. Ma tutto questo, ricordiamolo, resta al momento sulla carta e dovrà essere dimostrato dalla nuova amministrazione Trump dopo il suo insediamento, a metà gennaio.
Le buone prospettive fanno scattare quelle che in gergo si chiamano “ricoperture”. Ovvero chi era un po’ scarico di equity USA, corre a ricoprirsi. Però a conti fatti, Wall Street si muove ma nemmeno così tanto. Infatti la ricopertura avrebbe potuto muovere MOLTO di più la borsa USA anche se, come detto, tutto deve ancora essere dimostrato.
Ed ecco che si scopre una cosa interessante. Se da una parte abbiamo gli acquisti degli investitori, dall’altra abbiamo invece la forte diminuzione dei buyback.
Tenete conto che il dato è aggiornato al terzo trimestre del 2016 ma la tendenza è inequivocabile.
(…) Companies in the S&P 500 spent $115.6 billion on share buybacks during the third quarter, which marked the smallest quarterly total since Q1 2013. Aggregate buybacks in Q3 represented a 28% decline from the year-ago quarter, which was the largest year-over-year decrease since Q3 2009. Keep in mind that Q3 2015 was the fifth largest quarterly total since FactSet began collecting this data in 2005. The third quarter marked the first time the index saw two consecutive quarters of year-over-year declines in buybacks since Q4 2014 and Q1 2015. (…) On a quarter-over-quarter basis, buybacks fell nearly 8%, which marked the second consecutive quarter of sequential decreases in buybacks. The third quarter, on average, has produced the largest quarterly buyback totals for the S&P 500 index. That was not the case this year. Buybacks during the quarter now stand just 2.7% above the Q3 average going back to 2005. On a trailing 12-month basis, shareholder buybacks amounted to $556.6 billion at the end of the third quarter. This was a 2.6% drop from the same time period a year ago. (…) The number of S&P 500 companies participating in buybacks in Q3 was 362. This marked an uptick from the 350 companies that repurchased shares during Q2, but was well-behind the count in Q3 2015 (392 companies). This quarter represented the second lowest participation rate in the past 12 quarters (after Q2 2016). The average number of companies in the index repurchasing shares during this time period was 380. (KER)
Quindi buyback in caduta libera, ed è difficile ipotizzare che proprio nel quarto trimestre siano risaliti. Questo sta a significare una cosa. Se adesso ci fosse una frenata delle aspettative della Trumponomics, oppure se arriva una correzione di borsa, non potremo più contare su questo “buyer” che sistematicamente comprava miliardi di azioni.
Quindi, il ruolo, le prospettive e la realizzabililità della Trumponomics diventa molto rilevante. Come è giusto che sia.
Attenzione però: con questo non voglio dire che il mercato crollerà. Dico solo che forse il mercato tornerà ad essere più normale. E le correzioni, magari, potranno anche essere usate per aumentare il peso di equity USA. Trumponomics permettendo (sperando cioè che non sia fuffa).
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