BUONI FRUTTIFERI POSTALI: dopo la truffa, arriva la Legge che dà ragione ai risparmiatori
Il tribunale dà ragione a chi ha citato in giudizio Poste Italiane che, teoricamente, ha applicato la legge, ma non ha comunicato ad ogni singolo possessore il cambiamento delle condizioni del rendimento.
L’argomento “Buoni Fruttiferi Postali” è già stato protagonista di tanti articoli su questo blog. Siamo stati tra i primi ad interessarci della questione ed a segnalare la “furbata” (che poi sarebbe relativa in quanto le Poste Italiane “avrebbero applicato la legge”) che ha fregato i risparmiatori,
L’antefatto è molto semplice. Si tratta di buoni postali che avevano interessi fissi e già definiti addirittura sul mantello dello stesso buono fruttifero postale, quindi stampato sul documento. Per vedere i vecchi post sull’argomento cliccate QUI, e QUI.
Peccato che ad un certo punto, I signori di Poste Italiane hanno iniziato a considerare tale rendimento “antieconomico”, si è capito che quel rendimento era “fuori mercato” e quindi era giusto dare un “taglio” allo stesso.
Vi sembra un atteggiamento corretto? Assolutamente no. E’ un po’ come se ad un BTP che ha un tasso del 5% si decidesse, d’ufficio, un taglio del rendimento al 2,5%.
Finalmente la giustizia si muove ed ecco la soluzione per poter ottenere il giusto rimborso.
I buoni di cui stiamo parlando in questo caso (serie M, N, O emessi dal 1974 al 1986) si presentavano come gli assegni da «Un Milione» nei vecchi fumetti del Signor Bonaventura: erano dei pezzi di carta con su scritto l’importo (ovviamente in lire) e sul retro avevano una complicata serie di simboli che spiegava come il capitale fosse destinato a rivalutarsi, anno dopo anno, in tre decenni. Ma nel 1986 un decreto del governo ha dimezzato i rendimenti. La quasi totalità dei risparmiatori non se n’è accorta fino al momento di incassare.
(…) Le Poste dicono di essere state corrette, ed è vero: hanno applicato la legge. Ma il giudice ha obiettato che era la legge a essere sbagliata. Infatti la modifica delle condizioni è comparsa in Gazzetta ufficiale ma non è mai stata comunicata nominativamente agli interessati, né sono state fornite tabelle aggiornate. La variazione unilaterale dei tassi, secondo il giudice Grammatico, rappresenta «una evidente violazione degli obblighi contrattuali e del principio di buona fede contrattuale». (…) [Source]
Questa caratteristica deve essere segnalata a TUTTI i possessori dei buoni fruttiferi postali. Quindi vi chiedo di FARE GIRARE QUESTO POST il più possibile. In questo modo i risparmiatori possono far valere le loro ragioni.
E agli stessi possessori di Buoni Fruttiferi Postali posso solo dire di NON firmare liberatorie o controproposte. Avete diritto a tutti i vostri interessi. Lo dice la legge con una sentenza. Esiste il cosiddetto “diritto di recesso”. Le Poste Italiane quindi avrebbero dovuto contattare i singoli risparmiatori e concedere loro la possibilità di recedere dal contratto, almeno quello. Invece ci si è limitati ad una comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale, condizione INSUFFICIENTE per far valere i diritti del cambio delle condizioni del Buono Fruttifero Postale.
Ora lo sapete, se volete fare valere i vostri diritti, avrete la strada spianata.
STAY TUNED!
Meglio tardi che mai … e comunque sembra una presa in giro.
Gli ultimi buoni sono stati emessi nell’ ottobre 1986 quindi più di 30 anni fa per cui deduco siano stati quasi tutti incassati tranne quei pochi che non si sono arresi … chi la dura , la vince.
Sarebbe interessante vedere il retro del buono dove dovrebbe esserci scritto che dopo una certa data il buono cessa di essere fruttifero ed andare in prescrizione.