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BUONI FRUTTIFERI POSTALI: rimborsi per i risparmiatori truffati!
Dopo avervi parlato di diamanti, ecco che un’altra vicenda smuove le acque. Ed anche in questo caso occorre dire che qui su I&M ci eravamo interessati della questione molto tempo fa.
Parliamo di Poste Italiane e di quella “truffa” sui Buoni fruttiferi postali.
Riprendetevi questo vecchio post e capirete.
Per farla breve: visto che le condizioni del mercato sono cambiate, le Poste Italiane hanno deciso per alcune emissioni di Buoni fruttiferi postali, di cambiare le carte in tavola e, in autonomia, decidere di “abbattere” il tasso, compromettendone il rendimento e quindi, non rispettando gli accordi.
Mi sembra giusto no? Ci rimette sempre il risparmiatore. E meno male che la gente pensa che alle Poste Italiane i soldi siano sempre al sicuro!
Ma cosa è successo stavolta?
(…) Una sentenza del giudice di Pace di Perugia mette all’angolo il colosso Poste Italiane che dovrà risarciere due clienti che avevano acquistato nel 2000 due buon i fruttiferi. Secondo Federconsumatori, la società è stata condannata al pagamento dell’intero importo risultante dai conteggi, come stampati sul retro di due buoni postali fruttiferi serie A F. (…) I buoni portavano la dicitura “L’importo raddoppia dopo 9 anni e 6 mesi e triplica dopo 14 anni al lordo delle ritenute erariali…” Poste Italiane aveva rimborsato al risparmiatore, circa 1/3 dell’importo promesso e si è costituita in opposizione asserendo che i buoni in questione fossero soggetti al D.M. 30.6.2000, il quale ne aveva modificato i tassi. Il Giudice di Pace di Perugia ha riaffermato la prevalenza delle condizioni come sottoscritte dal risparmiatore. (…) (Source)
E meno male… Questa sentenza deve essere presa bene in considerazione da tutti coloro che hanno subito questo tipo di truffa. Perché di truffa si tratta… In quanto secondo voi, un contratto si considera tale se una delle due parti decide unilateralmente di cambiarne le condizioni?
(…) “I buoni “A F” come detto, sono buoni postali fruttiferi, posteriori e diversi da quelli delle serie “O”; “P”; “Q”, emessi negli anni ‘80 – hanno spiegato dall’associazione – per i quali la normativa del 1986, aveva previsto la decurtazione degli interessi promessi retroattivamente, nella vigenza dell’art 173 del Regolamento delle Poste. Per tali ultimi buoni, i procedimenti intentati sono ancora in corso e non è facile pronosticare un esito”. Federconsumatori possessori dei buoni serie A – F, che sono scaduti o stanno scadendo, a verificare i pagamenti effettuati dagli Uffici Postali e a rivolgersi agli sportelli Federconsumatori. (…)
Quindi, amici lettori, se siete possessori di Buoni Fruttiferi Postali con questi codici, prima di accettale le condizioni di rimborso “capestro”, tutelate i vostri interessi… Ora il tribunale lo ha dichiarato. Avete ragione voi. E di certo non era necessario un tribunale per capirlo. Ma almeno ora, ci sono possibilità per far rispettare il contratto originario.
STAY TUNED!
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draziz@finanza,
… che sia stata la “mangia gatti” bank che assumeva gli ispettori designati a controllarla !!!!!!
dubito che i non-veneti capiscano qual’era la “mangia gatti” bank
paolo41,
Chi è stato quel tale che recentemente ha parlato di…tutela del risparmio?
…e di come…non si possa vigilare su tutto…?
Mi vien da dire: “ma stiamo scherzando?!”
Fosse stata la “Pincopallo Ltd.” o la “Trasüdeciuk Company” forse ci poteva stare…
Ma per una società che prima, negli anni dell’emissione, apparteneva a…?
In ogni caso non è ammissibile.
E la dice lunga sullo spirito di azione ed operato di, come si è già detto, alcuni attori del mercato.
Okkio alle penne cari poll…ehm, risparmiatori…!