BTP. Spread sotto i 190bp. Euforia giustificata?

Scritto il alle 10:45 da Danilo DT

Italian Risk Indicator rompe al ribasso, in un clima di grande fiducia sui nostri. Forse troppa. E’giunto il momento di prendere profitto?

Ogni tanto capita un qualcosa che ci riempie di orgoglio. Finalmente dopo mesi di sofferenze, il nostro fantomatico SPREAD, che ha riempito la bocca di tutti, è tornato stabilmente sotto l’area 200 bp. In parole semplici, la differenza tra il rendimento del BTP a 10 anni ed il suo paritetico tedesco (Bund a 10 anni) è tornata ad essere inferiore al 2%.
Tutto questo fotografa una realtà che è invece decisamente distorta.
Il dato potrebbe illustrare un paese che ha recuperato competitività ed ha maggiore solidità finanziaria.
La realtà è davanti ai vostri occhi. Ieri parlavo dei dati su debito e lavoro. Inoltre è innegabile la situazione di stallo a livello politico. L’arrivo di Renzi può essere uno stimolo, come può essere anche la solita minestra riscaldata. Un giovane rampante che poi, forse, porterà nulla di veramente rivoluzionario.

Una cosa è voler fare delle cose, un’altra è riuscire a metterle in opera.
Se poi parliamo della deflazione, dei fallimenti, della recessione, delle imminenti elezioni europee con forti progressi, nei sondaggi, delle fazioni antieuropeiste…
Insomma, di motivazioni per non essere così tranquille ce ne sono tante.

Lo spread dei paesi dell’Euroziona vs Bund stamattina e rendimenti a 10yr

E sull’altro piatto della bilancia cosa abbiamo? Abbiamo lui, Mario Draghi e il suo progetto virtuale chiamato OMT. Virtuale in quanto resta sulla carta ma non è mai stato creato.
Al momento i “verba volant” della Bce sono più che sufficienti per rassicurare i mercati. Senza poi dimenticare i flussi in arrivo dalle economie emergenti, denari che escono dai bond turchi, messicani, brasiliani e cosi via, che arrivano in Europa in tutti quei paesi che hanno ancora un po’ di premio di rendimento verso il Bund.

Inutile dirlo. C’è un’euforia sui nostri BTP che non è proprio giustificabile. O se preferite, se dovessimo mettere su un tavolo i motivi che oggi rappresentano un rischio e quelli che invece rappresentano delle opportunità, le seconde sarebbero in drastica minoranza.

Un ultima cosa. Ho creato, come sapete, un indicatore che si chiama “Italian Risk Indicator” che serve per tastare il polso ai nostri titoli di stato.
Bene, ieri abbiamo forato l’area 3 al ribasso.
Un alert che suona molto chiaro. Forse è giunta l’ora di cominciare a valutare seriamente dei take profit sul debito pubblico italiano.

Italian Risk Indicator

(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!)

STAY TUNED!

Danilo DT

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto.
Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui, contattami via email.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

I need you! Sostienici!

§ Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news dal web §

Tags:   |
14 commenti Commenta
gilles27
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 11:22

Ciao Danilo,
complimenti per il tuo gran lavoro.
nel post tu dici

“Senza poi dimenticare i flussi in arrivo dalle economie emergenti, denari che escono dai bond turchi, messicani, brasiliani e cosi via, che arrivano in Europa in tutti quei paesi che hanno ancora un po’ di premio di rendimento verso il Bund.”

…ma che senso ha vendere adesso dei bond tipo sulla lira turca, sul real, sull Rand, che nel migliore dei casi si perde un 25% sul cambio e a seconda della scadenza un altro – diciamo poco – 5% sul prezzo dei bond. io mi ricordo un anno fa, 18 mesi fa, tutti a consigliare di comprare bond in valute locali, fondi obbligazionari mercati emergenti etc etc… adesso cosa si fa? si vende capitalizzando una perdita di circa un 30% per fare cosa??? comprare btp? bonos? magari bond del Portogallo o meglio ancora della Grecia? mi sembra una follia!
io personalmente sto facendo l’opposto, ho venduto bpt forse troppo in anticipo, ma sto comprando con “metodo” BEI tripla A, (no rischio emittente) o BIRS o IADB, sulle valute emergenti con rendimenti a 3 / 4 che si avvicinano al 10% lordo.
Sono pazzo io che sto comprando bond emergenti, o chi sta vendendo subendo grosse perdite?

Bohh!!

pipponetrader
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 11:44

Ciao sono SB
secondo me sull’Italia i MERCATI stanno tradando ed anticipando la PATRIMONIALE
non vedo altre spiegazioni
visto che il possibile LTRO3 oppure la ripresina tecnica non giustificano tutta questa euforia
SI TRADA LA PATRIMONIALE
che non arriverà subito
Prima Renzie farà la pantomima populista sull rendite finanziari portando aliquota al 25-27%
poi come ben sanno non incasserà un caxxo
e dunque avrà via spianata per patrimoniale
rimane solo dubbio sulla forma e sull’entità….

pecunia
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 12:23

pipponetrader@finanzaonline,

guarda che in italia è già in vigore la “patrimonialina”, la tassa sulle rendite finanziarie, se non ricordo male ormai da tre anni.
in più sui guadagni c’è l’aliquota del 20%, 12,50% buoni del tesoro.

se tanto tanto aumentano l’asticella della tassazione converrà a tutti stare liquidi e non investire più nulla in quanto la tassa sarà maggiore del guadagno.

Scritto il 19 Febbraio 2014 at 12:24

gilles27@finanza,

Oggi iniziano ad esserci quotazioni interessanti, sia in ambito di cross valutario che di prezzo.

pipponetrader@finanzaonline,

Purtroppo la patrimoniale è stata citata da troppe fonti anche autorevoli e quindi… mi sa che arriva. D’accordo su possibile nuova aliquota al 25%. Vediamo che si inventano stavolta…

ilcuculo
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 12:43

Proviamo a dare una lettura diversa.

Con questa curva dei tassi il costo medio di finanziamento del Debito Italiano scende sotto il 2% , il che significa proiettare su i prossimi anni un costo per interessi di circa 40 Mld/anno contro gli oltre 70 del 2014.

Questo , a parità di entrate fiscali significa avere già in tasca quello che serve per cominciare a ridurre il debito secondo il Fiscal compact, e questo può dare ulteriore spinta al ribsso dei rendimenti.

ottofranz
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 14:16

qui si spiega dove si giocherà la partita di Renzi (e non solo la sua 👿 )

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/salvatore-sfrecola-opinioni/matteo-renzi-vincera-dominando-la-burocrazia-1792705/

overshooting
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 14:50

Credosia decisamente il momento di prendere profitto sui governativi italiani, in particolar modo quelli in scadenza da qua a 3/4 anni…i margini per ulteriori miglioramenti sono piuttosto bassi, inoltre lo scenario che prevede tali miglioramenti sarebbe favorevole anche ad un rialzo dell’equity che tuttavia puo’ dare rendimenti ben superiori….i bond emergenti sono molto interessanti a mio parere soprattutto quelli di paesi, come la turchia, che hanno aumentato considerevolemnte i tassi di riferimento…e’ possibile tuttavia che abbiano un ulteriore storno, diciamo che li inserirei in portafoglio ma nn a ‘man bassa’ e con durate non oltre i 3/4 anni…un aumento della tasssazioene (che onestamente troverei anche sensato in rapporto alle aliquote in essere sul reddito da lavoro) non sposta a mio avviso nulla nelle scelte di investimento, uno 0,05 in piu’ di tassazione non e’ determinante nelle scelte di investimento…si paga piu’ tassa e stop…

kry
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 14:59

Scusa Danilo i tassi d’interesse sono ormai una mia osessione. Io resto meravigliato nel domandarsi se 190 rappresenta un euforia quando troviamo la francia a 58 mentre spagna a 182. Entrambi questi paesi hanno un deficit commerciale negativo e mi sembra anche quella dei pagamenti. Cosa hanno meglio di noi loro la politica? Capisco che per investire si guardi un pò tutto che diciamo a proposito dell’olanda a 22 un paese straindebitato con una bolla immobiliare che sta per esplodere e delle banche che sono già state salvate e che lavora solo grazie alla finanza e alle esportazioni grazie ai porti. Con questo non voglio dire che siamo messi bene, di certo gli altri non sono messi meglio o perlomeno cosi bene come dicono i numeri della tabella illustrata nel post. Teniamo conto che più si abbassano i tassi e meno interessi pagheremo tanto che il debito a dicembre anno su anno è aumentato di 78 miliardi che sono quasi tutti per interessi, questo vuol dire che il debito anche se insostenibile è ancora ipoteticamente solvibile, possiamo dire la stessa cosa degli altri ??????? Ciao.

ob1KnoB
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 15:05

alla vostra pregevole attenzione

The new PPI includes the wholesale cost of goods, as usual, and adds services, construction, government and exports for the first time.

Services such as retail, finance, education and health care now represent a much bigger slice of the economy than goods-producing industries.

As a result, the new formula captures price changes of three-fourths of all U.S. goods and services produced. The old PPI only looked at the goods, which account for one-third of production. In January, for example, a measure of loan services rose 2.1% while airline passenger costs dropped 4.3%.

The changeover is meant to make the PPI more relevant and act as an early warning signal for when the pace of inflation is about to shift.
***************
Under the old method of calculating producer prices, the PPI index would have risen 0.6% overall or by 0.5% on a core basis excluding food and energy.
********************

alla magliana dicevano:

A Fra’ chetteserve?

gilles27
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 15:09

overshooting@finanza:
Credosia decisamente il momento di prendere profitto sui governativi italiani, in particolar modo quelli in scadenza da qua a 3/4 anni…i margini per ulteriori miglioramenti sono piuttosto bassi, inoltre lo scenario che prevede tali miglioramenti sarebbe favorevole anche ad un rialzo dell’equity che tuttavia puo’ dare rendimenti ben superiori….i bond emergenti sono molto interessanti a mio parere soprattutto quelli di paesi, come la turchia, che hanno aumentato considerevolemnte i tassi di riferimento…e’ possibile tuttavia che abbiano un ulteriore storno, diciamo che li inserirei in portafoglio ma nn a ‘man bassa’ e con durate non oltre i 3/4 anni…un aumento della tasssazioene (che onestamente troverei anche sensato in rapporto alle aliquote in essere sul reddito da lavoro) non sposta a mio avviso nulla nelle scelte di investimento, uno 0,05 in piu’ di tassazione non e’ determinante nelle scelte di investimento…si paga piu’ tassa e stop…

io ho adottato questa “strategia”
ad ogni scadenza cedola, investo il valore della cedola in bond valute emergenti e non, emittenti BEI/BIRS/IADB. per non sbagliare investo su TRY,ZAR,REAL,RUB ed anche NOK,AUD, USD.

overshooting
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 18:02

Direi che ci sta…due annotazioni chiaramente personali…ho qlc riserva su zar e real paesi in cui i conflitti sociali e tensioni politiche potrebbere favorire ulteriori storni…la seconda tecnica:spero che il tutto tu lo faccia con dei sottoconti in valuta, renderebbe il tutto piu’ efficiente e nn intaccheresti il valore nominale delle cedole con le oscillazioni di cambio…

kry
Scritto il 19 Febbraio 2014 at 18:12

Che sia sufficiente per andare sotto 190? http://www.istat.it/it/archivio/112780

kry
Scritto il 20 Febbraio 2014 at 09:43

Ciao Danilo per caso è un link non a pagamento che fornisce la tabella con i diffrenziali. Cosa ne pensi dei dati usciti oggi sulla francia si meritano un differenziale di 58? Ciao, grazie.

Sostieni IntermarketAndMore!

ATTENZIONE Sostieni la finanza indipendente di qualità con una donazione. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per poter continuare il progetto e ripagare le spese di gestione!

TRANSLATE THIS BLOG !

I sondaggi di I&M

QUATTRO SCENARI PER IL 2024

View Results

Loading ... Loading ...
View dei mercati

Google+