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BITCOIN: record e flash crash

Scritto il alle 14:09 da Danilo DT

Nel mondo della finanza digitale, ci sono momenti che segnano un’epoca. Il superamento della soglia dei 100.000 dollari da parte di Bitcoin è indubbiamente uno di questi. Un traguardo che arriva dopo 5.843 giorni dalla nascita di quella che ormai possiamo definire, senza timore di smentita, la più rivoluzionaria innovazione finanziaria del XXI secolo.
Chi l’avrebbe mai detto che quel protocollo informatico, partorito dalla mente del misterioso Satoshi Nakamoto nel lontano 2009, avrebbe raggiunto una capitalizzazione di mercato di oltre 2.000 miliardi di dollari? Eppure eccoci qui, con Bitcoin che si posiziona al settimo posto tra gli asset più capitalizzati al mondo, superando persino l’argento e tallonando colossi come Google e Amazon. Non male per un “esperimento digitale”, vero?

La Svolta Istituzionale

La vera notizia non è solo il prezzo, ma il cambio di percezione da parte delle istituzioni finanziarie. Quando Jerome Powell, il governatore della Federal Reserve, paragona Bitcoin all’oro definendolo “un competitor digitale” e non una minaccia per il dollaro, capiamo che qualcosa di fondamentale è cambiato. È come se il “ribelle” della finanza avesse finalmente ottenuto il suo smoking per entrare nel club dei gentleman.

BITCOIN vs GOLD


L’amministrazione Trump, con la nomina di Paul Atkins alla SEC, sembra voler dare un’ulteriore spinta al settore. Un cambio di rotta significativo rispetto all’era Gensler, caratterizzata da un approccio decisamente più restrittivo. È quasi ironico pensare che proprio gli Stati Uniti, dopo anni di diffidenza, possano diventare il principale promotore della cripto-industria.
Ma attenzione, perché è il caso di dirlo, non è tutto ORO (anche digitale) quello che luccica.

FLASH CRASH!

Abbiamo assistito ad un brutto flash-crash di quasi il 10% sul Bitcoin in soli 43 secondi. Si è verificato alle 17:25. Qualcosa di rapido e assolutamente inatteso che non ha permesso ai trader di piazzare operazioni o far eseguire i loro ordini di stop loss.

l flash crash è stato in parte attribuito ai sell-off istituzionali, in particolare da parte di Meitu, una società cinese che ha venduto le sue partecipazioni in BTC durante un’impennata del prezzo a 100.000$.

Cosa ci fa capire? Questo evento evidenzia il potenziale impatto sul mercato di vendite importanti se i detentori più grandi come MicroStrategy, che possiede una quantità significativa di BTC, decidessero di vendere. Ovvio, non esiste un regolatore! Non è come in borsa. Quindi l’allerta resta d’obbligo. Sempre.

Conclusioni

Siamo testimoni di un momento storico nella finanza digitale. Bitcoin non è più solo una curiosità tecnologica o uno strumento speculativo, ma sta diventando una vera e propria classe di asset istituzionale. La sfida ora sarà mantenere questa posizione e continuare a sviluppare l’ecosistema in modo sostenibile e responsabile.

Il futuro delle criptovalute sembra luminoso, ma come sempre nel mondo degli investimenti, la prudenza non è mai troppa. Dopotutto, come diceva Warren Buffett, “è quando la marea si ritira che scopri chi nuotava nudo”.

Per ora, Bitcoin sembra avere il costume ben allacciato anche se ricordiamocelo sempre, il numero di Bitcoin è limitato e quindi.. se qualcuno muove può fare danni. Eccovi un grafico che potenzialmente è preoccupante ma lo posto solo per statistica. Rappresenta gli storici drawdown sul bitcoin. Non capiterà più ma di certo questo deve ricordarci che la volatilità in un mercato senza regolamentazioni può essere totale.

Danilo DT

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