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Bialetti: IPO-truffa? Vedete voi…
In questi ultimi giorni, in Italia e nel mondo si susseguono a ritmo di record le IPO. A parte il fatto che è statisticamente provato che un violento aumento delle IPO non è mai un bel segnale (in linea di massima potrebbe significare che molti grossi nomi vogliono “fare cassa” a danni di piccoli azionisti), non posso negare che su quest’IPO ci sono luci ed ombre. mi rendo anche conto che forse non sono la persona più indicata del gruppo di Blogger per valutare la società, ma visto che questo è un blog e quindi un diario “personale”, ritengo sia giusto scrivere quello che penso, sopratuttto se c’è … qualcosa di strano.
Il Gruppo Bialetti opera nella produzione e commercializzazione di strumenti da cottura in alluminio e acciaio, caffettiere e piccoli elettrodomestici (principalmente da cucina), potendo vantare un ruolo di leadership nel mercato italiano delle caffettiere e degli strumenti da cottura in alluminio antiaderente destinati alla grande distribuzione organizzata. Bialetti impiegherà il ricavato dell’aumento di capitale collegato all’IPO per perseguire le proprie strategie di crescita, nonché per ridurre, nel breve termine, il proprio indebitamento, consentendo un conseguente miglioramento della capacità di leva finanziaria del Gruppo. Nell’anno in corso non sono stati distribuiti dividendi mentre nel 2006 è stato distribuito un dividendo per complessivi 2 milioni di Euro. Nel triennio 2004-2006 Bialetti ha registrato un incremento del fatturato del 32,2% mentre il margine sulle vendite (MOL) è cresciuto del 61,8% grazie ad un miglioramento dei margini di circa due punti; il risultato operativo è cresciuto ad un ritmo ancora maggiore con un +80,8% (passando da 7,9 a 14,3 milioni di Euro) mentre l’utile è aumentato del 314,9% a 2,5 milioni di Euro. Nel periodo in questione gli indicatori di redditività mostrano buoni progressi sia per il ROI che passa dal 6,4% al 12,4% che per il ROE (da 3,1% a 15,7%). A livello patrimoniale si registra una forte incidenza dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto con un debt to equity a 5,87 che dovrebbe però rientrare su valori prossimi all’unità una volta effettuato l’aumento di capitale a servizio dell’IPO.
Fino a qui, possiamo dire che, a prima vista, non ci sia nulla di strano. L’azienda proprietaria tra l’altro di marchi come Rondine, Aeternum, Girmi e Cem (oltre a Bialetti ovviamente) si quota per ridurre l’indebitamento, cercare nuovi azionisti e potenzialmente crescere. Tutto qui? No, infatti ecco la sorpresina…
La Bialetti, che ora verrà quotata, ha subito lo scorporo del ramo immobiliare che è stato trasferito alla holding che controlla il tutto (Bialetti Holding). Però la Bialetti continuerà ad usate tali immobili e quindi…ci dovrà pagare un affitto… E che affitto!
Con decorrenza 01/01/2008 quindi subirà un fardello di ben…2,2 milioni di euro. Avete capito bene: 2.2 milioni di euro! Ogni anno dovrà sganciare alla Holding una cifra superiore al dividendo distribuito nel 2006. come canone di affitto.
Sarò noioso, ma … pazienza… Io mi pongo solo una domanda. Ma come cavolo è possibile che abbiano permesso ad una azienda che si colloca in borsa una cosa del genere? Questa non si può definire una truffa che va a scapito degli azionisti? Correggetemi se sbaglio… E correggetemi se la cosa era risaputa da tutti.
Non dico altro. Però queste notizie, la gente, le deve sapere… In nome della trasparenza che esiste solo quando fa comodo e quando non serve a nulla. A voi la scelta se aderire o no…