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BANCHE: ci risiamo. NPL e bad bank all’orizzonte

Scritto il alle 08:33 da Danilo DT

I nodi vengono al pettine, i nostri timori erano fondati anche se forse questa volta era persin troppo facile poter prevedere quello che poi sarebbe successo.
Quante volte abbiamo parlato dell’aumento del rischio NPL per il settore del credito?
Ora il sistema si rende conto che forse non è oro tutto quello che luccica e non esiste Recovery Fund che possa essere taumaturgico per tutte le aziende che anno subìto un peggioramento della loro situazione finanziaria.
Fu così che si iniziarono ad alzare le “barriere”.

(…) La comunicazione sui Non performing loans (Npl) che il collegio dei commissari approverà oggi (ma il cui testo sarà ufficializzato domani) non dovrebbe riservare sorprese clamorose rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 3 dicembre). Il pacchetto si articola su più piani. Rete di bad bank nazionali degli Npl, sviluppo del mercato secondario dei crediti deteriorati attraverso una serie di accorgimenti anche tecnici, solvency framework per snellire le procedure, margini di flessibilità sugli aiuti di Stato.(…) [Source

Ecco che saltano fuori le bad banks nazionali, alla faccia di quello che doveva essere la separatezza tra le banche e lo stato. Problemi di sicurezza nazionale? Mettiamola così…

(…)Le economie globali si avvicinano «al bordo di una scogliera»: c’è una seconda ondata anche nelle conseguenze economiche della pandemia. Dopo una prima fase, segnata da una crisi di liquidità delle imprese, segue ora una seconda, nella quale il problema sono le insolvenze.
È questo il tema del rapporto 2020 sulla ristrutturazione delle imprese dopo l’epidemia (Reviving and Restructuring the Corporate Sector post-Covid. Designing Public Policy Intervention), del Group of the Thirty, o G30, il think tank di consulenza su questioni di economia monetaria e internazionale nel cui steering committee, il comitato di direzione, siedono Mario Draghi, ex presidente della Bce, e Raghuram Rajan, ex governatore della Reserve Bank of India. «Stiamo entrando in una nuova era – ha detto Draghi durante la presentazione del rapporto – nella quale saranno necessarie scelte che potrebbero cambiare profondamente le economie». (…) [Source] 

Forse adesso avrete capito che quando parlavamo di queste problematiche tempo fa, non stavamo farneticando. Ed il problema più grande qual è? Il pagamento dei dividendi. Ma porca pupazza, possibile che gli investitori siano così ignoranti?

(…) La Bank of England, dopo una serie di stress test, ha dato il via libera allo scongelamento dei dividendi, bloccati da mesi: per il governatore Andrew Bailey, le banche di Sua Maestà sono solide abbastanza da poter pagare cedole nel 2021, anche nello scenario peggiore. (…) La mossa della BoE batte in velocità l’Europa, le cui banche non possono tuttora pagare cedole di qualsiasi tipo. (…) Di fronte al “liberi tutti”, seppur con limiti, della Banca centrale inglese, difficilmente l’Europa potrà rimanere inerte. In caso di proroga del divieto di pagare cedole, si creerebbe un’asimmetria sul mercato: alle stesse condizioni, gli investitori preferirebbero comprare titoli di una banca (inglese) che distribuisce dividendi a una (europea) che non lo fa. [Source

Mi sorprende che non si voglia capire una cosa fondamentale. La pandemia ha radicalmente cambiato il quadro di mercato, fino ad adesso le falle sono state tappate. Ma non possiamo certo cantare vittoria.
E’ vero, non è come il 2008 dove il settore bancario era al centro della crisi. Ma le aziende bancarie ne saranno colpite in seconda istanza, senza poi dimenticare il loro ruolo di sostegno a quella che dovrebbe essere la futura ripresa economica e che richiede una adeguata capitalizzazione, sia per fronteggiare le temute perdite di cui si parlava sopra, ma poi anche per sostenere il sistema con l’erogazione dei prestiti necessari per far ripartire l’economia e garantirne la liquidità.
Le banche da sempre sono il motore dell’economia, possono anche essere criticate e criminalizzate, ma questo è il loro ruolo.
E allora, difendiamo la capitalizzazione e la solidità del settore bancario, sennò poi saranno necessari magari degli aumenti di capitale. Sarebbe l’assurdo dell’assurdo. Ma ormai non mi sorprendo più di nulla anche perché il mo più grande timore è che ci bruciamo l’ultima possibilità che abbiamo per provare a risalire la china. Lo dico da mesi, si chiama Recovery Fund. E il passato non è di buon auspicio.

UPDATE  BCE

La BCE dà il suo parere sull’argomento “dividendi”

La Bce “chiede alle banche di evitare o limitare la distribuzione di dividendi fino al 30 settembre 2021”, con un limite fissato al 15% degli utili cumulati 2019-2020 e di un massimo di 20 punti base di capitale Cet1. Lo si legge in una nota dopo la decisione del Consiglio di Vigilanza sulla politica dei dividendi, che ribadisce la raccomandazione alle banche a usare “estrema prudenza” su dividendi e buyback di azioni oltre che sulla politica delle retribuzioni variabili. [Source]

Source :IlSole24Ore

La caramellina per accontentare il sistema, una soluzione di buon senso che non va a spolpare le casse delle banche. Ma questo non cambierà l’esigenza di creare delle nuove bad bank nazionali per scaricare i futuri NPL.

 

STAY TUNED!

Danilo DT

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