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BANCA MONDIALE: Emergenti, occhio ai tassi. Intanto però le proiezioni FOMC allungano i tempi

Scritto il alle 09:53 da Danilo DT

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Ma tu guarda. Forse non ci sbagliavamo nemmeno troppo quando qualche mese fa iniziavamo a denunciare il rischio di una frenata maggiore delle attese proprio dei mercati emergenti.
Non erano in discussione le potenzialità di crescita di quell’area , che restano sempre importanti soprattutto se paragonate alle cosiddette economie “core”. Ma il mercato tendeva a sovrastimare tale crescita.
Ed ecco che la Banca Mondiale ci dà ragione:

La Banca mondiale ha tagliato le sue previsioni di crescita dell’economia mondiale e dei Paesi in via di sviluppo, ma ritiene che questi dovrebbero adattarsi in modo meno traumatico al prossimo rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti di quanto non avvenne nel 2013 con l’annuncio della riduzione dello stimolo monetario. (…)

Ed è proprio questo l’elemento di disturbo più importante. Come accennato non più tardi di ieri, sarà importante capire l’impatto sui mercati emergenti di un aumento dei tassi USA.

(…) Per i Paesi in via di sviluppo il taglio è più consistente, dello 0,4%, il che porta la previsione per quest’anno al 4,4% con una risalita della crescita rispettivamente al 5,2 e al 5,4 nei prossimi due anni. (…) Fra le grandi economie emergenti, i cosiddetti Bric, l’andamento è molto variato: la Cina sta attraversando un rallentamento controllato dalle autorità, ma mantiene un’espansione sopra il 7%, ed è stata superata dall’India (che nel 2015 crescerà del 7,5%), dove sono state messe in atto importanti riforme strutturali. Contrazione del prodotto interno lordo invece per la Russia (-2,7%). Drastico taglio invece per il Brasile, che subirà una contrazione dell’1,3%. (…) [Source]

Secondo la Banca Mondiale però c’è un aspetto che occorre considerare. Il rialzo dei tassi USA, questa volta, è da leggere in chiave positiva in quanto legato alla crescita economica. Quindi all’apparenza, se la FED inaugura la stagione restrittiva dovrebbe avere conseguenti non così negative sui mercati emergenti, anche perché poi c’è sempre e comunque il sostegno del QE della BCE.

(…) Il rialzo dei tassi negli Stati Uniti dovrebbe, in media, avere un effetto meno negativo delle turbolenze prodotte dal cosiddetto “taper tantrum” del 2013. Si tratta, spiega Franziska Ohnsorge, economista della Banca e principale autore del rapporto, di un rialzo dovuto alle migliori condizioni dell’economia americana, il che è un vantaggio per le economie emergenti, e non a una restrizione inattesa, come avvenne nel 2013. (…)

Su questo fatto invece, non sono così d’accordo. Gli effetti sui mercati finanziari di un inasprimento dei tassi USA potrebbero portare a livello speculativo dei movimenti anche importanti soprattutto in ambito di movimenti di flussi finanziari, da una parte, più tutta la componente speculativa legata ad un aumento del costo del debito in USD. Potrebbero probabilmente beneficiare di un migliore quadro congiunturale gli stati che sono esportatori di commodity. La ripresa del settore va chiaramente a favore di questi paesi. Ma qui parliamo di impatto di medio periodo. Ormai abbiamo imparato che il medio periodo è relativo.

16-17 giugno: meeting FOMC

Intanto però, come detto, occhio ai tassi USA. Il prossimo meeting FOMC è settimana prossima, in data 16-17 giungo. Qui su I&M guardiamo sempre avanti e allora anticipiamo i tempi e la concorrenza sull’argomento.
Economia USA in indebolimento ma vista comune in fase di rimbalzo dopo un inizio anno deludente.
Ecco la mappa previsionale sull’andamento dei tassi USA.

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Come detto qualche giorno fa, suona sempre difficile far conciliare un rialzo dei tassi con questo mercato. E difatti…guardate le proiezioni. Se l’economia si raffredda, il rialzo dei tassi si allontana.

Le medie naturalmente nascondono situazioni molto diversificate. Secondo la Banca mondiale sono maggiormente a rischio i Paesi che già ora sono alle prese con più gravi vulnerabilità e prospettive di crescita deboli. Per i mercati emergenti esportatori di materie prime che stanno avendo difficoltà ad adattarsi a prezzi ora più bassi in maniera persistente, o per i Paesi la cui politica economica è incerta, un rallentamento dei flussi di capitale dall’estero complicherebbe ulteriormente le cose.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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2 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 11 Giugno 2015 at 10:46

le previsioni sull’andamento del PIL mondiale della World bank è in linea con l’ultimo aggiornamento di quelle dell’FMI…

un gruppo di 9 persone guadagna 10, un gruppo di 10 guadagna 11. Chi è messo meglio ?

l’attuale previsione del PIL mondiale racconta che il PIL pro/capite SARA’ NEGATIVO

c’è qualcuno la fuori che comprende che cosa stia accadendo o l’illusione collettiva è tale da avere ormai reso il cervello un organo che consuma zuccheri inutilmente ?

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