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Articolo 18, perché le modifiche non toccano gli statali?

Scritto il alle 08:40 da Danilo DT

Dipendenti pubblici: privilegiati ed esclusi dalla riforma?

Credavate che sull’ Articolo 18 la partita fosse chiusa? La risposta è no.
Continuano le discussioni ed i confronti, non sempre proprio diplomatici. La Cgil ha messo in chiaro la sua contrarietà alle modifiche all’Articolo18.
La Camusso lancia l’allarme: «C’è il rischio di un uso indiscriminato contro i lavoratori dei licenziamenti economici». Non solo: «Il fatto che Monti e Fornero dicano che si va verso un’estensione dell’articolo 18 ci preoccupa perché preoccupa il fatto che si dicano apertamente simili bugie». Per dirla tutta: «La partita sull’articolo 18, per noi, non è chiusa».
Non solo. Questa riforma, ribadisce la sindacalista, «non crea neanche un nuovo posto di lavoro». Infine, Camusso attacca le imprese e denuncia l’assalto alle misure contro la precarietà. un «assalto da parte del sistema delle imprese per tornare indietro sugli interventi contro la precarietà» contenuti nella proposta del Governo che rappresentano un «passo importante». Quanto alle ipotesi avanzate dall Funzione pubblica, la riforma dell’articolo 18, sostiene Camusso, non potrà essere applicata agli statali (circa 3 milioni e mezzo di lavoratori, in base ai dati Istat). (Source)

Io non voglio essere in questa sede pro o contro alle modifiche. Dico solo che qualcosa bisogna fare per cercare di rilanciale l’occupazione soprattutto giovanile.
Ora però qualcuno deve spiegarmi: PERCHE’ queste modifiche non interesseranno gli statali? Perché bisogna continuare a fare queste discriminazioni? Perché devono continuare ad esserci impiegati di serie A ed altri di serie B solo perché i primi lavorano in un ente pubblico? E perché queste limitazioni non vanno a toccare proprio quei servizi e quegli uffici con il più altro tasso di assenteismo e bassa produttività?

E questa si chiama equità?

Sia ben chiaro, massimo rispetto per chi lavora nel settore pubblico. Ci sono soggetti eccellenti che operano anche in questo ambito. Però credo innanzitutto che sia proprio lo “Stato impresa” il principale datore di lavoro che necessita di magiore regolamentazione, sia per tutelare CHI lavora seriamente e sia per migliorare non solo i conti pubblici ma anche per una migliore gestione dell’organizzazione e dei costi. Inotre trovo che sia enormemente discriminatoria questa scelta. E la chiamavano “rivoluzione copernicana”…
Se vogliamo fare delle vere “rivoluzioni”, se vogliano creare delle serie basi di ripartenza, basate su equità ed efficienza, allora bisogna comportarsi diversamente.
Occorrono sacrifici, certo. Ma i sacrifici devono farli tutti. Altrimenti il meccanismo “equità” va a farsi benedire. E alla fine, chi ha sempre mangiato, continuerà a mangiare. E chi ha sempre pagato, pagherà sempre di più. Per tutti.

Ovviamente siete tutti invitati a dire la vostra, se lo vorrete.

Il documento del Governo sull’Articolo 18 (bozza)

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DT

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29 commenti Commenta
Scritto il 22 Marzo 2012 at 08:45

Sia ben chiaro, lo ribadisco. Massimo ripetto epr tutti i dipendenti pubblici che lavorano. E sono tanti, anche quelli MOLTO in gamba (compreso un certo personaggio che a volte scrive su questo blog! 😉 ) però mi sembra di capire che non ci sia la volontà di colpire il carrozzone della pubblica amministrazione, che da sempre è il teatro del “magna-magna” che na creato voragini senza fine nel corso degli anni…
Poi correggetevi se sbaglio. QUIndi NON voglio offendere nessuno ma solo confrontarmi con voi. E ho voluto dire la mia… 😛

kry
Scritto il 22 Marzo 2012 at 08:56

Questa mattina alle 6.15 ho visto i titoli dei giornali che dicevano che le modifiche non verranno applicate alla P.A. Questa non è che l’ennesima conferma di chi pensava che chi opera nella P.A. fosse un lavoratore. Il governo sta varando dei nuovi stipendi per redimerli dallo status di schiavi dello stato. Dire che schifo sono parole inutili. Accetto critiche dai dipendenti pubblici solo dopo una loro discesa in piazza perchè tale norma sia applicata anche nei loro confronti. Quando si entra in una sala giudiziaria troviamo la scritta LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI non ho mai visto scritto i privilegi no.

alfio200
Scritto il 22 Marzo 2012 at 09:24

Ribadisco quanto profetizzato qualche mese fa:

l’unica certezza sono l’aumento delle tasse. Per il resto, cambierà poco. L’Italia continua a essere il paese dei dipendenti a misura dei dipendenti. Il governo Monti non èun governo tecnico, ma un governo di sinistra nel senso peggiore del termine. Assurda la “non abolizione” del cassa integrazione straordinaria i cui fruitori stanno aumentando a vista d’occhio, con ulteriore dissesto della finanza pubblica.

P.S.: Si può avere un flash sul calo delle borse (e aumento dello spread)? Flessione o vendi tutto (azioni e BTP soprattutto se sei in attivo)? Thank You.

paktrade
Scritto il 22 Marzo 2012 at 09:42

Ma scusate… Se lo stato non sa neanche quanti dipendenti ha, come può dire chi è in esubero e chi no per qualsiasi motivo (economici o altri che siano)?
Diamo la colpa ai dipendenti, oppure diamo la colpa ai dirigenti, amministratori e politicanti vari? E quelli, si possono licenziare? E i politici a capo dei vari ministeri?
La matassa è bella ingarbugliata e il pesce puzza dalla testa!!! Quindi non vedo altra soluzione se non un bell’aumento delle tasse, d’accordo con Alfio200, ma dissento con lui quando bolla Monti come governo di sinistra o destra.. Tanto sia PDL che PD che centro gli danno i voti in parlamento, quindi di cosa stiamo parlando?

E comunque sono d’accordo con l’abolizione dell’articolo 18 per tutti, ma non vedo come possa creare più occupazione un provvedimento del genere, qualcuno bravo me lo spiegherà, prima o poi…

Molto più facile trovare inefficienze nel privato dove si presuppone che ci sia un padrone che a fine anno, se non a fine mese, se non a fine giornata fa i conti e prende delle decisioni…

sturmer
Scritto il 22 Marzo 2012 at 09:42

alfio200@finanza,

Sono disgustato… io dovrei pagare qualcuno licenziato da 15 a 27 mesi di stipendio??? Facciamo che chiudere tutti e subito… tanto poi si sa in tribunale come va a finire…

Stanno facendo tutto il contrario di quello che dovrebbero!!!

Ho l’impressione che questi non siano nemmeno italiani, ma schifosi traditori mandati dalla “perfida albione” per distruggere tutto quello che ancora ci possono invidiare, e che loro hanno distrutto nel loro merdoso paese di aria fritta…

sturmer
Scritto il 22 Marzo 2012 at 09:46

Oppss… sto leggendo la bozza del documento (GRAZIE DREAM!!!) e sembra che le modifiche siano valide solo per le ditte >15 dipendenti… finora tutti mi avevano detto che valevano per tutti… e stavo già cercando un Paese dove emigrare…

lukeof
Scritto il 22 Marzo 2012 at 09:48

Sono perfettamente d’accordo.
A riguardo della PA, posso dire di conoscere abbastanza a fondo la problematica avendo lavorato a suo tempo come analista funzionale (esterno) proprio per l’informatizzazione e l’analisi di processo produttivo all’interno dell’Assessorato AA.GG e Personale di primaria Regione Italiana.
Beh, non ci crederete, ma ci ho impiegato quasi un anno solo a “capire” come funzionava l’assessorato. Competenze “liquide” e funzione specifica assente o “variabile” sui singoli uffici, ovvero del problema e/o pratica x se ne occupava un pezzo l’ufficio A, un pezzo l’ufficio B, talvolta l’ufficio C e se assente l’addetto D, con tempi variabili, congruenza nulla, metodologie e procedure diverse e risultati terrificanti. Anche la struttura gerarchica aveva funzionamento scadentissimo (per un ordine di servizio ho aspettato 4 mesi), nonchè a pezzi e a “singhiozzo”, sussistendo una ben strana configurazione in cui il dipartimento X poteva tranquillamente rifiutare le determinazioni del dipartimento informatica, rimanendo nella sua “struttura di lavoro” iniziale. Oltre a questo, una giungla. Io stesso ho dovuto configurare piu’ di 50 (dicasi cinquanta) tipologie contrattuali sussistenti, in quanto risultante da combinato disposto di 40 anni di legislazione piu’ o meno differenziata ed ad “hoc” sui vari gradi del personale regionale a seconda di anzianità, tipologia, configurazione geografica, insomma ogni Giunta della storia regionale aveva assunto con legislazioni, diritti (poi acquisiti) e forme differenti. Poi, all’interno delle giungla legislativa si trovano delle “gemme” incredibili. Ad esempio, una norma del 1973 prevede che per “ragioni di sicurezza”, i forestali non possono “dire” dove si trovano. Ergo all’interno della struttura funzionale della Regione mi sono trovato a non poter configurare le unità organizzative dei forestali in quanto non potevo “farmi dire” dal comparto dove essi fossero dislocati. Una cosa folle. Un’altra cosa incredibile erano quelli che chiamavo i “blanks”. Ovvero dipendenti regionali ex-case di cura ed enti minerari, che erano stati “traghettati” da questi enti (poi sciolti) tramite un accordo con il Ministero della Attività Produttive. Beh, a seguito di questo accordo, la Regione ha richiesto al Ministero delle Finanze le provviste relative a queste assunzioni. Il Ministero delle Finanze risponde che in base alla Legge X capo Y eccetera, la Regione non poteva provvedere alla loro assunzione in quanto eccedenti la soglia del 5%. Come? Io mi metto d’accordo con il Min X e il Min Y mi dice il contrario? E vai alla Camera di Conciliazione delle Regioni, altri tempi biblici. Nel frattempo sti qui facevano i salti mortali nel bilancio,in quanto risultanti “in forza” alla Regione ma non per i rendiconti per la Ragioneria delo Stato. Delle robe fuori di testa. E ne ho detto la minima parte. Potrei raccontarne per delle ore. Eppure in questo marasma, ESISTONO delle persone meritevolissime anche nell’amministrazione. Gente che si organizza. Da sola, si proprio per iniziativa personale. E’ il sistema che “porta” alle disfunzioni, è inutile prendersela con i singoli.

paolo41
Scritto il 22 Marzo 2012 at 10:17

..c’è chi afferma che questo governo sia di sinistra, c’è chi dice che è più orientato a destra…non serve a nulla fare tali commenti, contano i fatti e ormai, ad oggi, si consuntiva l’impressione che che gli attuali governanti non abbiano le idee chiare sui problemi da affrontare e su come pianificarne le soluzioni.
Mi piacerebbe sapere quanti di questi professori hanno gestito un’azienda e se siano a conoscenza di quali siano i fattori per rilanciarne produttività e competitività.
Per principio BISOGNA INVESTIRE, in altre parole senza fare investimenti diretti (es: infrastrutture) o favorire gli investimenti privati con agevolazioni e minori tassazioni non si muove niente; in secondo luogo occorre ridurre la catena dei costi a partire da quella del lavoro per arrivare a quella dei servizi e alla riduzione degli oneri fiscali.
Tutti gli altri interventi, di cui in questo momento stanno riempendo i media, sono palliativi che rischiano fra l’altro di incrinare ulteriormente il tessuto sociale.
E non mi vengano a dire che non ci sono i soldi; basterebbe che si concentrassero su un vero spending review ed eliminassero le spese improduttive e tutti gli assurdi privilegi di cui gode l’enorme apparato politico !!!!!!! Troppo difficile o..connivenza ????

gaolin
Scritto il 22 Marzo 2012 at 10:19

Caro DT
con la domanda:

“E questa si chiama equità?” , posta nel contesto del tuo post, hai posto il tema cruciale che impedirà di risanare veramente l’Italia.

Che le prediche sulla necessità di fare sacrifici le faccia il nostro presidente, che non si accorge, o meglio non vuole accorgersi, di quale pletora di personaggi strapagti, in gran parte inutili e/o abbondanti è circondato, fa arrabbiare anche i santi.

Eppure cominciando da lì, si potrebbe avviare il processo virtuoso di risanamento.
Ma queste sono utopie, per cui è meglio andare a lavorare anche oggi, pur sapendo di contribuire con ciò al mantenimento di questo assurdo apparato che è la pubblica amministrazione italiana nel suo complesso.

lukeof
Scritto il 22 Marzo 2012 at 12:19

Ritornando alla questione precedente, la PA sostanzialmente ha accumulato 40 anni di “incompetenza” della classe politica (e sindacale), la quale legiferando ad “mentulam canis” su qualsivoglia argomento, dall’organizzazione interna alle disposizioni su qualunque settore ha creato di fatto la paralisi totale. Detto abbastanza chiaramente, va praticamente AZZERATA (tramite legge costituzionale) la legislazione ordinaria e speciale regionale e RIFATTA da zero in termini non solo semplici ma sopratutto “congruenti” nonchè i conflitti di legittimità e di competenza tra enti. Oltre ovviamente a eliminare il “contratto pubblico” con tutte le sue allucinanti articolazioni (e privilegi).
Ora è molto facile prendersela con i dipendenti regionali e ministeriali vari, ma DI FATTO, l’immobilismo, l’inefficienza e il menefreghismo sono sostanzialmente una specie di contropartita (anche per chiudere gli occhi sugli incredibili, contorsioni, maneggi e giochi di potere politici) e di “soluzione” all’impossibilità di cambiare NULLA o di ristrutturare la situazione. Oltre all’inamovibilità dei dirigenti, i quali praticamente NON possono essere rimossi NEMMENO dalla Giunta o dal presidente , ma solo “accantonati” (e ovviamente sostituiti con nuovi). La situazione è paradossale.

Sull’Art.18, dico solo che si tratta della ENNESIMA porcata senza senso. I veri problemi (per gli imprenditori competenti) sono ben altri. Cuneo Fiscale? Neanche a parlarne. Facility per il consorziamento, la logistica e l’export per le piccole aziende? Zero+zero. Ristrutturazione e controllo della filiera distributiva? Zero. I contratti cocopro e precari vari? Inalterati. Ma che c….. di riforma è? E’ solo un incentivo per le medio-grosse aziende a licenziare e delocalizzare a gogo’, nonchè una fregatura per tutte le PMI. Ma che vadano a quel paese sti “professori” dei miei stivali…

bismark2005
Scritto il 22 Marzo 2012 at 14:34

D’accordo sul fatto che le modifiche all’art 18 devono toccare anche gli statali. Ma nelle imprese private più che modifiche occorrono ulteriori protezioni a favore dei lavoratori.
Gli imprenditori sono una “brutta razza” e credono di essere padri padroni, calpestando spesso i diritti dei lavoatori.
Con questa riforma si apre la strada verso la cinesizzazione del lavoratore italiano,bassi stipendi, tempi di lavoro che si prolungano,e imprenditori che si riempiono sempre più le tasche

vichingo
Scritto il 22 Marzo 2012 at 15:11

Fino a che si è a posto con la propria coscienza e si è produttivi anche nel pubblico tutto ok, ma se si ruba a danno della collettività il licenziamento è un atto dovuto. Mi riferisco, a quel servizio delle “iene” dove un insegnante di sostegno si presentava a scuola per poche decine di minuti e poi andava a lavorare presso una struttura privata, con la complicità di coloro i quali dovrebbero controllare che ciò non avvenga. Se fosse per me manderei a casa anche quelli che non credono più nel loro delicato ruolo di educatori, trasformandosi solo in divulgatori di fredde nozioni che spesso nella vita di tutti i giorni servono a poco……..

lukeof
Scritto il 22 Marzo 2012 at 15:29

vichingo,

Verissimo quanto dici. Ma ti faccio un altro esempio di che cosa puo’ succedere a fronte della nuova normativa (peraltro non applicabile agli statali).
Azienda in crisi economica, nuovo manager. Mettiamo il caso che il nuovo manager sia un dongiovanni mezzo maniaco sessuale (ce ne sono tanti). Il “manager” preannuncia uno “stato di crisi”, che prevederà l’espulsione di n. X figure. Nei colloqui personali, il fetente comunica alla signorina X e alla signorina Y che se passano dal suo letto non saranno licenziate. Ora poichè a fronte del diniego (ed impugnazione) del provvedimento per “licenziamento economico” l’onere della prova che il licenziamento sia discriminatorio è del lavoratore, delle due l’una. Se la lavoratrice è in stato di necessità e DEVE poter lavorare, magari in una zona disastrata economicamente e senza sbocchi, O la lavoratrice si deve portare un registratore sempre acceso 8 ore al giorno, OPPURE deve accettare le porcate del maiale. Complimenti alla Fornero! E NON è un “caso estremo”, è un semplice esempio di cosa puo’ succedere, e nè campato in aria. Grazie.

kry
Scritto il 22 Marzo 2012 at 15:33

bismark2005@finanza,

Paura nel far parte di una brutta razza? Si accomodi, e poi ci racconti.
vichingo,

Per non raccontare il video della doppia, tripla strisciata del cartellino di presenza e ……. lasciamo perdere. Non invidio quelli onesti che devono sopportare colleghi disonesti.

alfio200
Scritto il 22 Marzo 2012 at 17:12

lukeof@finanza,

Il ricatto sessuale rientra al 100% nella discriminazione e anche nella sfera del codice penale (il ricatto di qualsiasi tipo è un reato e anche piuttosto grave).

lampo
Scritto il 22 Marzo 2012 at 17:14

Propenderei per l’equiparazione fra pubblico e privato.
Non posso entrare, per ragioni giuridiche, nel tema del pubblico… posso solo dire che la storia dell’art. 18 però la considero un semplice “cavallo di troia” per riformare completamente gli ammortizzatori sociali, in vista di un aumento della disoccupazione in conseguenza a future ristrutturazioni industriali (di cui Confindustria ha già manifestato che avverranno).
Quindi non lasciatevi ingannare… la situazione è molto più complessa e l’attuale potere esecutivo, sta cercando solo di non far degenerare la spesa nei prossimi anni… e permettere alle aziende di ristrutturare agevolmente. Ovvero licenziare con la possibilità, grazie ad un mercato del lavoro più flessibile verso il basso e anche in termini angolari… poi di riassumere in base alle effettiva volontà lavorativa (che nel frattempo la situazione economica innescherà) creando un nuovo modello di mercato del lavoro… che dovrebbe guarda caso emarginare non solo chi non vuole lavorare… ma anche purtroppo i più deboli ed “anziani” professionalmente.

Quindi armatevi di pazienza e cercate di continuare a imparare nuove cose… non si sa mai che possano tornare utili. Poi senza nuova conoscenza ed esperienza… che vita è 😉

ottofranz
Scritto il 22 Marzo 2012 at 19:32

a vedervi così attaccati al pezzo si capisce che in fondo ci credete ancora ad un possibile cambiamento.

Io No .

Ho capito, credo di aver capito, che devo cominciare a scavare la mia trincea, elmetto in testa e provviste. Aspettendo, e sperando che passi la bufera.

Quando uscirò di nuovo allo scoperto , forse ci saranno nuovi spazi lasciati da chi ha cercato di resistere.

Scritto il 22 Marzo 2012 at 23:45

ottofranz,

😐

perplessa
Scritto il 22 Marzo 2012 at 23:46

Dream Theater,

per i dipendenti pubblici c’è già una manovra ulteriore occulta e non pubblicizzata dai media, tramite la circolare 37 dell’INPS, che ora fa le veci dell’INPDAP.Il governo Berlusconi aveva stabilito che il TFS sarebbe stato pagato dopo 24 mesi in tutti i casi escluso il pensionamento per limite di servizio o massimo di servizio(cioè i 40 anni per i quali competeva il calcolo massimo della pensione )e la pensione di vecchiaia, spettante con 65 anni di età se c’era il diritto del minimo di contribuzione(20 o 25 a seconda dei casi, che in linea di massima tutti raggiungono,a quell’età, per via anche della ricongiunzione con i contributi versati all’INPS-legge 29) . La circolare 37 ha stabilito che la pensione d’anzianità non è corrispondente a quella anticipata, pertanto in tutti i casi, escluso il pensionamento per vecchiaia, che ora è stato posticiato ad anni 66 maschi e femmine, la liquidazione, andrà corrisposta dopo 24 mesi. Questo SENZA DECRETI, solo in seguito ad interpretazione legislativa, e nessun sindacato, nè partito ha contestato sinora la suddetta circolare. INCLUSO il caso di recesso unilaterale da parte dell’amministrazione, quindi anche quello previsto dall’art 72 del decreto 112/2008, che prevedeva di licenziare i dipendenti in caso di raggiungimento del suddetto massimo di servizio(40 anni).Non ho capito bene in quali casistiche può essere applicato il suddetto art.72 ora.il decreto “salva italia”dice che occorre tenere conto delle nuove decorrenze. e’ evidente dalla circolare 37 che in caso di esuberi e quindi di mobilità, che la normativa vigente prevede, i dipendenti pubblici avranno diritto alla corresponsione della liquidazione, dopo 24 mesi.Inoltre la normativa vigente, introdotta dal governo Berlusconi, prevede che in caso di mobilità, ai dipendenti pubblici deve essere corrisposta la Cassa integrazione all’80%(anzichè la precedente norma che stabiliva la medesima percentuale , ma in base alla 165/2001). Il governo ha detto che si valuterà in seguito quali saranno le conseguenze delle nuove normative sui dipendenti PA. Il che significa a mio parere, come interpretare la norma summenzionata relativa alla CIG.Se sarà un blitz come quello della circolare 37, per i dipendenti pubblici c’è poco da stare allegri. Ricordo un’altra contorsione legislativa, introdotta sempre dal governo Berlusconi, per la quale compete il cancolo TFR ai dipendenti Pa, pur permanendo come TFS. Siamo in Italia, per cui il bizantinismo è d’obbligo. Ciò significa che la ritenuta del 2,50% a carico dei lavoratoti PA dovuta per il TFS, rimane, pur calcolandolo come TFR,e solo sull’80% della retribuzione, cioè il 20% in meno degli altri, per chi non sa fare la differenza, e diminuendo alquanto la contribuzione a carico dello stato, rispetto a prima. Inoltre, per il TFS non era prevista nessuna anticipazione, a differenza del TFR, esempio per l’acquisto della casa di abitazione, e rimane così, nonostante rimanga la trattenuta del 2,5% e diminuendo la remunerazione. Della serie che il lavoratore pubblico che si comprava, e si compra la casa, si fa il mutuo e la cessione del quinto,invece dell’acconto sulla liquidazione, e se non si licenzia perchè vuole cambiare lavoro deve aspettare 43 anni e 6 mesi se donna, 44 e 6 mesi se uomo, per vedere i soldi che ha versato, anche a suo carico, e non solo del datore di lavoro. TFS e TFR erano 2 istituti completamente diversi per modalità di calcolo e tassazione. Ora rimane uguale solo la tassazione, leggermente favorevole al TFS, però con la ritenuta del 2,50 nel groppone e con il 20% in meno.
Beh, chi ha avuto un posto per vie traverse potrà chiudere un occhio, ma a chi ha vinto un regolare concorso pubblico a cui tutti i cittadini italiani possono partecipare, possono leggermente girargli i c..i a sentirsi chiamare privilegiato. Ma uno a 60 anni, cosa fa, cambia lavoro?e anche se lo cambia, gli danno la liquidazione dopo 24 mesi..
Ho avuto inoltre notizia, che stanno richiamando in servizio dipendenti fuoriusciti con l’esonero, che erano in fila in seguito alla sopressione di alcuni commi del suddetto art 72 decreto 112. Una forma di mobilità volontaria molto onerosa(50%dello stipendio), spettante ai dipendenti con 35 anni di servizio, abrogata in corso di conversione in legge del decreto salvaitalia. i suddetti dipendenti erano in coda con gli altri esodati. se l’hanno abrogata, significa che in vista c’è qualcosa di ancora peggio. già stanno tuonando che i dettami della bce sono stati osservati in tutto e manca all’appello la diminuizione del numero e dello stipendio dei lavoratori pubblici.

Scritto il 22 Marzo 2012 at 23:46

bismark2005@finanza:
D’accordo sul fatto che le modifiche all’art 18 devono toccare anche gli statali. Ma nelle imprese private più che modifiche occorrono ulteriori protezioni a favore dei lavoratori.
Gli imprenditori sono una “brutta razza” e credono di essere padri padroni, calpestando spesso i diritti dei lavoatori.
Con questa riforma si apre la strada verso la cinesizzazione del lavoratore italiano,bassi stipendi, tempi di lavoro che si prolungano,e imprenditori che si riempiono sempre più le tasche

quoto…

lampo,

…straquoto….

Scritto il 22 Marzo 2012 at 23:48

perplessa@finanza,

Bene, è importante raccogliere anche i pareri dei dipendenti pub blici. la vera informazione si fa anche col confronto sentendo tutte le “campane” 😀

kry
Scritto il 23 Marzo 2012 at 06:24

Dream Theater,

Concordo che la riforma apre la strada verso la cinesizzazione, grecia e portogallo sono i primi esempi. Vogliamo la crescita,abbiamo bisogno di imprenditori, quelli descritti sono animali la minima parte e come nella selezione naturale durano poco. Continuiamo a criticare gli imprenditori e allora non lamentiamoci delle loro scelte di chiusure e delocalizzazione, anche perchè con l’entrata della cina nel wto cosa si pensava che 1 miliardo di persone potessero prendere 1000/1200 €/$ e consumare come gli occidentali. Quando andiamo in vacanza all’estero usciamo dai villaggi turistici, proviamo a capire come fanno a vivere. Loro vivono con poco,noi sopravviviamo pur avendo molto. Rendiamoci conto che loro sono la maggioranza noi la minoranza e in un riequilibrio noi purtroppo dobbiamo scendere,vogliamo che salgano allora speriamo nell’inflazione che riaggiusti i numeri dei debiti e ci ritroviamo che comunque siamo scesi. Nel post stiamo parlando di vita, vita che si scontra con la dura legge dei numeri a cui ci vincoliamo e sottostiamo.

lukeof
Scritto il 23 Marzo 2012 at 11:34

kry@finanza,

Quello che ho esposto è un caso estremo, e fin li’ ci siamo.
Pero’, avendo appunto fatto l’analista funzionale e avendo studiato parecchio le “strutture aziendali” di parecchie PMI e anche medie aziende, ti inviterei a riflettere su una cosa.
Ovvero che a causa sia della struttura malata della politica, sia di un mercato in crisi e senza regole, cio’ che si sta verificando è che i “vincenti” della competizione tra imprenditori, sono semplicemente i “piu’ feroci e disonesti”, perchè offrono prezzi piu’ bassi e/o pagano tangenti. E questo lo fanno attraverso lavoro nero e/o subappaltato (magari con societa “rondini” di extracomunitari), o pagando gli stipendi in contanti il 70% rispetto a cio’ che risulta nella busta paga (ti assicuro che esistono), o sfruttando la manodopera esistente in maniera abnorme. Oltre ovviamente appunto alle mazzette che FALSIFICANO la reale competitività.
Quello che vorrei che fosse chiaro, è che il mercato italiano, senza regole e tendenzialmente affidato appunto a tangentari, squali e quant’altro, danneggia IN PRIMIS gli imprenditori SERI. E questo NON lo dice nessuno e NESSUNO fa qualcosa. La stessa Marcegaglia (e il fratello) sono già stati indagati sia per mazzette che per altro. Se non aumenta anche negli stessi imprenditori SERI la cognizione che la vera competitività è evitare che ci si trovi di fronte ad imprenditori SCORRETTI, non arriviamo da nessuna parte.

lukeof
Scritto il 23 Marzo 2012 at 12:17

kry@finanza,

Ti diro’ anche un’altra cosa. Quando si avvia un progetto (magari anche gratuito e finanziato da EU o Associazioni datoriali) di reale analisi (indipendente) delle strutture delle PMI, a livello di processo produttivo e controllo di gestione, sai che succede? Qualcuno si rifiuta a priori (e son diversi), ed anche quelli che magari aderiscono all’inizio in maniera anche entusiasta, poi quando entri in azienda e cominci a chiedere taluni dati di bilancio o altre informazioni su “come funziona” realmente la società, l’entusiasmo si trasforma in diffidenza se non in ostilità effettiva.
Detto chiaramente, se fai un buon lavoro di analisi organizzativa e funzionale di un azienda, le magagne vengono fuori TUTTE. E (mio malgrado) devo ammettere che la stragrande maggioranza delle “magagne” NON sono dovute a “fannullonismo” o a dipendenti infedeli o altro, ma a pessima gestione. E purtroppo NON mi pare di aver visto che imprenditori e manager siano granchè disponibili ad affrontarle seriamente e con metodo. E lo dico con serio dispiacere.

idleproc
Scritto il 24 Marzo 2012 at 12:03

Ciao a tutti. La “guerra” sull’articolo 18 è una falsa guerra, lo scopo vero è di aumentare la concorrenza nel mercato del lavoro verso il livello di reddito più basso. Quella degli “statali” è solo una gestione politica temporanea dello scontro sociale, nessuno sarà escluso, anzi, per l’impiego pubblico la cosa sarà molto pesante. Il lavoro “giovane” verrà a costare molto meno e l’espulsione dal mercato del lavoro degli “anziani” sarà automatica. Non ci saranno ammortizzatori sociali. Gli anziani non riusciranno più a raggiungere coi contributi lavorando, l’età pensionistica. E’un’operazione pianificata, un’ulteriore scarico sociale gestito politicamente per fasi in modo di evitare compattamenti di un blocco sociale che va dal disoccupato-precario, al lavoro autonomo, al piccolo e medio-grande imprenditore a base nazionale e fuori dalla “cassa” del sistema finanziario globale.
Niente di nuovo. Tasse, inflazione, capitale pubblico e privato sottratto all’economia reale e trasferito verso la cassa dei profitti e capitali fasulli del sistema finanziario euro-anglosassone. Un virtuoso circuito di esproprio. Il tutto, ovviamente, accompagnato dalle note strategie democratiche multinazionali-militari. Ormai, visto che probabilmente verrà ulteriormente approfondito il circolo vizioso in cui gli oligarchi globali ci hanno infilato, la questione non sarà più economica e di strategia nazionale ma solo di rapporti di forza sociali e non solo in Italia.

perplessa
Scritto il 26 Marzo 2012 at 00:31

kry@finanza,

io sono una viaggiatrice indipendente e ho girato mezza america latina, anche in zone remote,soprattutto in centroamerica, è vero che molti vivono con poco, specialmente le etnie indie, ma è anche vero che si sta formando una classe media, e nell’ultimo decennio c’è stata un’enorme trasformazione.

perplessa
Scritto il 26 Marzo 2012 at 00:36

perplessa@finanza,

ho sbagliato destinatario della risposta…mi riferivo al commento di provare a uscire dai villaggi turistici e al fatto che loro vivono con poco..per esempio si può dare un’occhiata qua, sono stata a febbraio al Multiplaza di Panama, al confronto i nostri centri commerciali sono “da poveretti”:
http://www.multiplazaonline.com/

perplessa
Scritto il 26 Marzo 2012 at 00:55

idleproc@finanza,

concordo. a conferma del fatto che non vi saranno sconti per il pubblico impiego, c’era un articolo sul Sole24ore di sabato, dal titolo “Statali, intervento in vista”troppo lungo da riassumere, in cui si citano i provvedimenti degli ultimi anni. E’ citato che dal momento che lo Statuto dei lavoratori già si applica al pubblico impiego, lo stesso accade per le sue riforme, e che nel caso dell’art. 18 supera addirittura la distinzione fra imprese con più di 15 o meno di 15 dipendenti. Sarebbero “salvi” i docenti universitari, e i prefetti. Della serie che piove sempre sul bagnato.

kry
Scritto il 26 Marzo 2012 at 10:33

perplessa@finanza, Già sono innamorato del costarica se poi vedo che ci sono questi centri commerciali mi vien voglia di andarci al volo. Il confronto lo facevo con nazioni più popolose con un impatto economico abbastanza importante come Egitto e Turchia. Stati piccoli se ben gestiti riescono a far emergere il loro splendore un pò come il friuli o il trentino che grazie alla loro autonomia sono gestiti in maniera diversa.

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