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13 novembre 2024Ogni giorno, in diretta, le notizie più aggiornate sulle tematiche di economia e finanza
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Il tema “tasso disoccupazione” è in assoluto uno di quelli che più sto seguendo dall’inizio della crisi, proprio perché sono fermamente convinto che il tasso disoccupazione e la disoccupazione in generale sia il problema più urgente da risolvere. E con questi livelli di occupazione non c’è spazio per una crescita economica seria, proprio perché mancando il lavoro, manca il denaro da spendere e automaticamente mancano i consumi.
L’Italia gode di una situazione che, per una volta, la vede avvantaggiata. Infatti la crisi, qui da noi, al momento è stata ancora “soft” per il consumatore medio proprio grazie all’alto tasso di risparmio che ha permesso un effetto compensazione con la scarsa produttività e l’elevato debito pubblico.
Ma non sottovalutiamo i fatti. In Eurozona il tasso disoccupazione resta molto elevato, oltre il 10% (10.1%), in Italia il tasso “ufficiale” è dell’8.3% (ma Confindustria non è affatto d’accordo…) e la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli veramente preoccupanti.
Anzi, come lo definireste un tasso disoccupazione che si avvicina al 27%?
Nei sedici Paesi che compongono l’area dell’euro il tasso di disoccupazione in settembre si è attestato a quota 10,1%, in leggero aumento rispetto al 10% di agosto. Lo rileva Eurostat, l’ufficio europeo di statistica. Un anno fa la percentuale dei disoccupati di Eurolandia era al 9,7%. Disoccupazione stabile, al 9,6%, invece nell’Unione Europea dove un anno fa era al 9,3%.
Il tasso per l’Italia è all’8,3%, rileva Istat. Cresce in modo più che consistente il tasso di disoccupazione giovanile, sotto i 25 anni di età, passato dal 25% di agosto al 26,4% di settembre. Per l’Eurozona è pari al 20% e per l’Ue 27 al 20,3%. Il tasso di occupazione, sempre per l’Italia, a settembre è pari al 57%: risulta in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto ad agosto e in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni a settembre 2010 diminuisce dello 0,5% rispetto ad agosto e aumenta dell’1% rispetto a settembre 2009. Il tasso di inattività, pari al 37,9%, è in calo rispetto al mese precedente (-0,2 punti percentuali) e in aumento rispetto a settembre 2009 (+0,2 punti percentuali). (fonte:Repubblica)
Ma il problema ovviamente non è solo italiano e europeo. Il Fondo Monetario Internazionale denuncia la perdita a causa della crisi, della bellezza di 30 milioni di posti di lavoro. Ohibò…mica bazzecole! 30.000.000 di disoccupati. E nei prossimi anni sono necessari almeno 400 milioni di nuovi posti di lavoro.
”Nell’ambito della nuova mondializzazione, la priorità numero uno è l’occupazione, la priorità numero due è l’occupazione e la priorità numero tre è l’occupazione”, ha aggiunto. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, il mondo conta ora 34 milioni di disoccupati in più rispetto al 2007, all’inizio della crisi finanziaria, per un totale di circa 210 milioni di persone senza lavoro in tutto il mondo. Da qui la stima della necessità di creare nel corso dei prossimi 10 anni 440 milioni nuovi posti per assorbire i giovani in cerca di occupazione.
(fonte: Repubblica)
E meno male che iniziano a capire quali sono le vere priorità…San Gennaro facci la grazia… E ovviamente dli USA non sono da meno.
Ecco un grafico aggiornato con tutti i tassi disoccupazione.
Quindi, credo che sia prematuro parlare di ripartenza economica fintantochè il tasso disoccupazione non si muove in ben altre direzioni.
O forse qualcuno pensa che la gente possa incominciare a vivere di aria e che i consumi si autoalimentino da soli?
STAY TUNED!
DT
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E ovviamente i mass media non dicono nulla in merito.. Meglio continuare a parlare di Silvio e le sue amichette, di Fini e le sue casette, di Bossi (eheheh non mi viene la rima).
Aggiungo anche questa piccola notizia per “rasserenare” i cuori di tutti: Imprese, indebitamento +93% in 10 anni Cgia Mestre: “Milano e Siena in testa”
E’ cresciuto a grandi balzi l’indebitamento medio di ciascuna impresa italiana che, negli ultimi 10 anni, ha registrato una crescita del +93,6% toccando, a fine 2009, i 176.596 euro singolarmente e i 933 miliardi di euro complessivi. Ciò a fronte di un aumento dell’inflazione di poco superiore al +23%. Lo rileva la Cgia di Mestre sottolineando come la realtà provinciale più “scoperta” è Milano, con una media per azienda di 418.361 euro.
Fantastico vero? Questo si che è un’altra bella notizia!!!